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Immobili inagibili: quando si ha diritto alla riduzione IMU

Una società immobiliare ha contestato un avviso di accertamento IMU per il 2013, lamentando un difetto di motivazione e richiedendo l’esenzione per immobili invenduti. Il Comune, a sua volta, ha impugnato la decisione di merito che aveva concesso una riduzione del 50% per inagibilità. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso della società, sottolineando la necessità di una specifica dichiarazione per l’esenzione. Ha invece accolto quello del Comune, chiarendo che per gli immobili inagibili la riduzione IMU spetta solo in caso di degrado fisico effettivo, non per la mera assenza del certificato di agibilità.

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Pubblicato il 19 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Immobili inagibili e riduzione IMU: la Cassazione fa chiarezza

La questione degli immobili inagibili e del diritto alla riduzione dell’IMU al 50% è spesso fonte di contenzioso tra contribuenti ed enti locali. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito un’importante chiave di lettura, distinguendo nettamente tra il concetto di “inagibilità” ai fini fiscali e quello di “agibilità” sotto il profilo amministrativo. La pronuncia chiarisce che per ottenere lo sconto sull’imposta non è sufficiente la mancanza del certificato di agibilità, ma è necessario dimostrare un effettivo e oggettivo stato di degrado dell’edificio.

I Fatti del Caso

Una società costruttrice si opponeva a un avviso di accertamento IMU relativo all’annualità 2013, emesso dal Comune. Il contenzioso si articolava su due fronti. Da un lato, la società lamentava la nullità dell’atto per difetto di motivazione e contestava il mancato riconoscimento dell’esenzione per gli immobili invenduti (cosiddetti “beni merce”). Dall’altro lato, il Comune impugnava con ricorso incidentale la sentenza di secondo grado, la quale aveva concesso alla società una riduzione del 50% dell’imposta, riconoscendo lo stato di inagibilità degli immobili.

La Decisione della Corte: la distinzione tra inagibilità e agibilità

La Corte di Cassazione ha esaminato entrambe le posizioni, giungendo a conclusioni opposte per i due ricorsi. Ha rigettato le doglianze della società contribuente ma ha accolto quelle dell’ente impositore, stabilendo un principio fondamentale per la gestione degli immobili inagibili.

Il Rigetto del Ricorso della Società

La Corte ha ritenuto infondate le motivazioni del ricorso principale. In primo luogo, ha confermato che l’avviso di accertamento era sufficientemente motivato. In secondo luogo, ha chiarito che per beneficiare dell’esenzione IMU sulla seconda rata 2013 per i “beni merce”, la legge richiedeva la presentazione di un’apposita dichiarazione da parte del soggetto passivo. La semplice iscrizione degli immobili nel bilancio aziendale come rimanenze non era, da sola, sufficiente a soddisfare tale onere, che era previsto a pena di decadenza.

L’Accoglimento del Ricorso del Comune sugli Immobili Inagibili

Il punto cruciale della decisione riguarda il ricorso del Comune. La Cassazione ha stabilito che la Commissione Tributaria Regionale aveva errato nel confondere i presupposti per la riduzione dell’imposta con la mera questione amministrativa dell'”agibilità”.

I giudici hanno specificato che il diritto alla riduzione del 50% dell’IMU per gli immobili inagibili è legato a una condizione di degrado fisico oggettivo. Questo stato può manifestarsi come un immobile diroccato, pericolante, fatiscente o affetto da un’obsolescenza funzionale, strutturale e tecnologica tale da non poter essere superata con semplici interventi di manutenzione ordinaria o straordinaria.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha motivato la sua decisione ribadendo che l’inagibilità che consente la riduzione d’imposta è una situazione di impossibilità temporanea di utilizzo dovuta a un degrado intrinseco dell’immobile. Al contrario, il certificato di agibilità attiene all’idoneità igienico-sanitaria e al rispetto delle norme sulla sicurezza, ma non incide sull’esistenza stessa del fabbricato ai fini fiscali. L’imposta, infatti, è dovuta per il solo fatto che l’immobile sia stato accatastato o sia comunque accatastabile, a prescindere dalla sua regolarità urbanistica o dalla presenza di certificazioni amministrative. La legge fiscale non richiede, tra i presupposti dell’imposta, la regolarità urbanistica dell’immobile. Pertanto, aver confuso i due piani – quello fiscale basato sulla condizione fisica e quello amministrativo basato sulla certificazione – ha costituito un errore di diritto da parte del giudice di merito.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza consolida un orientamento giurisprudenziale chiaro: per ottenere la riduzione dell’IMU per immobili inagibili, il contribuente deve dimostrare una condizione di degrado fisico effettivo e non superabile con interventi di semplice manutenzione. La sola mancanza del certificato di agibilità è irrilevante a tal fine. I proprietari di immobili devono quindi essere consapevoli che, per beneficiare dell’agevolazione, è necessario che l’inutilizzabilità sia accertata dall’ufficio tecnico comunale tramite perizia o, in alternativa, attestata con una dichiarazione sostitutiva che descriva una reale condizione di fatiscenza o degrado strutturale. La decisione rafforza la distinzione tra la sfera del diritto tributario, legata al possesso e alle caratteristiche oggettive del bene, e quella del diritto amministrativo, che governa la sua utilizzabilità formale.

Quando un immobile è considerato “inagibile” ai fini della riduzione IMU?
Un immobile è considerato inagibile ai fini della riduzione IMU quando presenta un degrado fisico sopravvenuto (es. fabbricato diroccato, pericolante, fatiscente) o un’obsolescenza funzionale, strutturale e tecnologica non superabile con interventi di manutenzione ordinaria o straordinaria.

La mancanza del certificato di agibilità è sufficiente per ottenere la riduzione dell’IMU?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che il certificato di agibilità riguarda l’idoneità igienico-sanitaria e la sicurezza, ma la sua assenza non è di per sé una condizione sufficiente per ottenere la riduzione dell’imposta, la quale è invece legata allo stato fisico effettivo dell’immobile.

Per ottenere l’esenzione IMU sui “beni merce” è sufficiente iscriverli a bilancio?
No. Per beneficiare dell’esenzione fiscale prevista per gli immobili invenduti dalle imprese costruttrici (“beni merce”), non è sufficiente la loro iscrizione in bilancio. La normativa applicabile al caso di specie richiedeva la presentazione di un’apposita dichiarazione a pena di decadenza dal beneficio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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