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Immobile inagibile ICI: la riduzione spetta sempre

Con la sentenza n. 34597 del 30/12/2019, la Corte di Cassazione, Sez. V Civile, ha stabilito un principio cruciale in materia di ICI per gli immobili inagibili. Il caso riguarda un’azienda a cui era stata negata la riduzione del 50% dell’imposta perché non aveva presentato una preventiva richiesta formale. La Suprema Corte ha chiarito che, se l’inagibilità dell’immobile è già nota al Comune attraverso documenti in suo possesso, la riduzione spetta di diritto. Questa decisione sul tema ‘immobile inagibile ICI’ rafforza il principio di collaborazione e buona fede tra fisco e contribuente, affermando che l’ente impositore non può ignorare fatti di cui è già a conoscenza.

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Pubblicato il 8 luglio 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

La gestione di un immobile inagibile ai fini ICI (oggi IMU) solleva spesso un dubbio fondamentale: la riduzione del 50% dell’imposta è automatica o necessita di una richiesta formale? La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 34597/2019, ha fornito un chiarimento decisivo, mettendo al centro il principio di collaborazione e buona fede tra Fisco e cittadino. Se il Comune è già a conoscenza dello stato di inagibilità, pretendere un’ulteriore istanza da parte del contribuente è contrario alla legge.

Il caso: ICI su un fabbricato parzialmente inutilizzabile

Una società si è vista recapitare un avviso di liquidazione ICI per gli anni dal 2003 al 2007 relativo a un fabbricato. Gran parte della superficie (3.560 mq su 4.000) era però costituita da grotte ad alto rischio sismico, di fatto inutilizzabili. In primo grado, i giudici tributari avevano dato ragione all’azienda, escludendo dall’imposta la parte inagibile.

La Commissione Tributaria Regionale, in appello, ha ribaltato la decisione. Secondo i giudici regionali, l’avviso di accertamento era legittimo e, soprattutto, la società non aveva diritto alla riduzione perché non aveva mai presentato una preventiva richiesta formale per dichiarare l’inagibilità, né aveva documentato tale stato. Contro questa decisione, la società ha presentato ricorso in Cassazione.

La questione sull’immobile inagibile ICI: richiesta vs. conoscenza del Comune

Il cuore della controversia ruota attorno a un punto preciso: è legittimo negare la riduzione dell’imposta per un immobile inagibile ai fini ICI solo perché il proprietario non ha inviato una specifica comunicazione, anche quando il Comune stesso è perfettamente a conoscenza della situazione? Nel caso di specie, il Comune non solo sapeva dell’inagibilità delle grotte, ma aveva addirittura preso in locazione l’unica parte utilizzabile del fabbricato e attestato l’inidoneità del resto.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto le ragioni della società, cassando la sentenza d’appello e stabilendo principi di diritto fondamentali.

Il dovere di collaborazione prevale sulla burocrazia

I giudici hanno richiamato lo Statuto dei Diritti del Contribuente (Legge n. 212/2000), in particolare il principio di collaborazione e buona fede che deve governare i rapporti tra l’ente impositore e il cittadino. Secondo la Corte, se il Comune possiede già la prova dell’inagibilità – perché derivante da propri atti o documenti – non può pretendere che il contribuente fornisca nuovamente la stessa prova. L’art. 6, comma 4, dello Statuto è chiaro: al contribuente non può essere richiesta la prova di fatti già noti all’ente impositore.

L’onere della prova e la conoscenza dell’ente

Sebbene spetti al contribuente dimostrare i presupposti per un’agevolazione, questo onere si considera assolto se le prove sono già nella disponibilità dell’amministrazione. La CTR aveva errato nel non valutare i documenti prodotti dalla società, che attestavano la conoscenza dello stato dei luoghi da parte del Comune. Negare la riduzione in un contesto simile significa violare il principio di buona fede, trasformando un requisito formale (la richiesta) in una barriera insormontabile e ingiusta.

Le conclusioni: implicazioni pratiche per i contribuenti

La sentenza rappresenta una vittoria per la trasparenza e la correttezza fiscale. Le conclusioni pratiche sono significative:
1. La conoscenza del Comune è decisiva: Se un Comune è a conoscenza dello stato di inagibilità o inabitabilità di un immobile (tramite perizie, ordinanze, contratti, etc.), la riduzione del 50% di ICI (e per estensione, IMU) spetta al contribuente anche in assenza di una preventiva richiesta.
2. Rafforzamento dello Statuto del Contribuente: Viene ribadita la centralità dei principi di lealtà e collaborazione. La pubblica amministrazione non può comportarsi in modo formalistico e vessatorio, ignorando informazioni che già possiede.
3. Onere probatorio alleggerito: Il contribuente non è tenuto a un ‘pellegrinaggio’ burocratico per provare fatti che il suo interlocutore istituzionale conosce già. È sufficiente dimostrare in giudizio che tale conoscenza esisteva.

In sintesi, questa pronuncia chiarisce che i diritti del contribuente non possono essere sacrificati sull’altare di un formalismo fine a se stesso. La sostanza prevale sulla forma, specialmente quando la sostanza è già un fatto noto e documentato presso l’ente che richiede il tributo.

Ho diritto alla riduzione ICI/IMU se il mio immobile è inagibile ma non ho presentato richiesta?
Sì, a condizione che tu possa dimostrare che il Comune era già a conoscenza dello stato di inagibilità attraverso atti ufficiali in suo possesso (es. ordinanze, perizie, contratti).Come posso provare che il Comune sapeva dell’inagibilità?
Puoi utilizzare qualsiasi documento ufficiale da cui emerga tale conoscenza: un’ordinanza di sgombero, una perizia tecnica richiesta dal Comune, un contratto di locazione stipulato con l’ente stesso per una parte dell’immobile, o verbali di sopralluogo effettuati da tecnici comunali.

Questo principio vale solo per l’ICI o si applica anche all’IMU?
Sebbene la sentenza riguardi un caso ICI, i principi di collaborazione e buona fede sanciti dallo Statuto dei Diritti del Contribuente hanno portata generale. Pertanto, la stessa logica è pienamente applicabile anche all’IMU, che ha sostituito l’ICI.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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