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Imballaggi terziari Tares: la Cassazione decide

Una società ha contestato avvisi di accertamento per la Tares, sostenendo che i rifiuti prodotti nei propri magazzini, derivanti da imballaggi terziari, fossero speciali e quindi non tassabili. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 8593/2025, ha annullato la decisione di secondo grado non per la classificazione dei rifiuti, ma per un vizio procedurale. La Corte d’Appello aveva omesso di pronunciarsi su specifiche contestazioni relative al calcolo dell’imposta, violando il diritto della società a una decisione completa. Il caso è stato rinviato per un nuovo esame su tali punti.

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Pubblicato il 19 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Imballaggi terziari Tares: quando un vizio di forma prevale sulla sostanza

La corretta classificazione dei rifiuti aziendali è cruciale per determinare l’ammontare della tassa rifiuti (Tares, oggi TARI). In particolare, la distinzione tra rifiuti speciali e rifiuti assimilati agli urbani può comportare notevoli risparmi per le imprese. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce non tanto sulla natura degli imballaggi terziari Tares, quanto sull’importanza di un corretto svolgimento del processo, evidenziando come un errore procedurale possa portare all’annullamento di una sentenza.

I Fatti di Causa: La Controversia sulla Tassa Rifiuti

Una società unipersonale si è vista recapitare due avvisi di accertamento relativi alla Tares per l’anno 2013, oltre a sanzioni e un’ingiunzione di pagamento. L’azienda ha impugnato tali atti sostenendo una tesi chiara: le aree adibite a magazzino producevano esclusivamente rifiuti speciali, costituiti da imballaggi terziari (come film plastici per pallet) smaltiti in proprio. Tali rifiuti, secondo la normativa, sono sottratti all’imposizione fiscale gestita dal servizio pubblico.

Il giudice di primo grado (CTP) accoglieva parzialmente il ricorso, disponendo una riduzione forfettaria della superficie tassabile al 70%. La decisione era basata sul fatto che, pur essendo prevalenti gli imballaggi da trasporto, le fotografie prodotte mostravano anche plastiche potenzialmente classificabili come imballaggi secondari. La Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado (CTR) confermava la decisione, respingendo sia l’appello principale della società che quello incidentale della concessionaria del servizio di raccolta.

L’Analisi della Corte di Cassazione e l’omissione di pronuncia

La società ha quindi proposto ricorso per cassazione, basandolo su sei distinti motivi. La Corte Suprema, tuttavia, ha focalizzato la sua attenzione su un aspetto prettamente procedurale. Sebbene i primi motivi del ricorso, relativi alla classificazione degli imballaggi terziari Tares e alla valutazione delle prove, siano stati respinti in quanto miravano a un riesame dei fatti (precluso in sede di legittimità), il quinto e il sesto motivo sono stati accolti.

Questi motivi denunciavano una grave mancanza da parte del giudice d’appello: l’omissione di pronuncia. La società, infatti, aveva sollevato specifiche e dettagliate contestazioni in appello riguardo a errori nella liquidazione dell’imposta, tra cui:

* Errata applicazione della tariffa per i locali adibiti a negozio.
* Errata determinazione della superficie degli uffici.
* Duplicazione della pretesa per i costi dei servizi indivisibili.

La Corte d’Appello aveva completamente ignorato queste censure, non fornendo alcuna risposta nel merito.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione ha stabilito che la mancata analisi di specifiche doglianze sollevate in appello costituisce una violazione dell’art. 112 del codice di procedura civile. Questo articolo impone al giudice di pronunciarsi su tutta la domanda e non oltre i limiti di essa. Omettendo di esaminare i vizi lamentati riguardo alla liquidazione dell’imposta, la CTR ha emesso una sentenza incompleta e, pertanto, nulla in quelle parti.

La Suprema Corte ha sottolineato che, in virtù del principio di autosufficienza del ricorso, la società contribuente aveva correttamente trascritto i passaggi significativi dei suoi atti di appello, dimostrando di aver sollevato le questioni poi ignorate dai giudici di secondo grado. Di conseguenza, la sentenza impugnata è stata cassata con rinvio ad un’altra sezione della Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado, che dovrà riesaminare la causa pronunciandosi sui motivi precedentemente omessi.

Conclusioni: L’Importanza del Dettaglio nel Contenzioso Tributario

Questa vicenda insegna una lezione fondamentale: nel contenzioso tributario, la vittoria non dipende solo dalla fondatezza delle proprie argomentazioni nel merito, ma anche dalla precisione con cui si conduce il processo. L’omissione di pronuncia è un vizio grave che può invalidare una decisione, anche se apparentemente favorevole su altri fronti. Per le aziende, ciò significa che è essenziale affidarsi a una difesa tecnica che non solo articoli solidamente le ragioni sostanziali (come la natura degli imballaggi terziari Tares), ma che curi anche con la massima attenzione ogni aspetto procedurale, assicurandosi che ogni singola contestazione venga debitamente esaminata dal giudice in ogni grado di giudizio.

Come vengono classificati gli imballaggi terziari ai fini della tassa rifiuti?
La sentenza non entra nel merito della classificazione, ma affronta la questione dal punto di vista procedurale. La società ricorrente sosteneva che fossero rifiuti speciali non tassabili se smaltiti in proprio, una tesi che i giudici di merito hanno parzialmente accolto riconoscendo una riduzione forfettaria della superficie imponibile.

Perché la sentenza della Corte d’Appello è stata annullata dalla Cassazione?
La sentenza è stata annullata per ‘omissione di pronuncia’. La Corte d’Appello non ha esaminato né si è espressa su specifiche contestazioni sollevate dalla società riguardo a presunti errori nel calcolo dell’imposta (es. tariffe applicate, superficie degli uffici, duplicazione di costi), violando così un principio fondamentale del processo.

La Corte di Cassazione può riesaminare le prove, come le fotografie dei rifiuti?
No, la Corte di Cassazione non può riesaminare i fatti o le prove materiali del caso. Il suo compito è verificare la corretta applicazione delle norme di diritto e la coerenza logica della motivazione. La valutazione se un rifiuto sia un imballaggio secondario o terziario sulla base di una fotografia è un apprezzamento di fatto riservato ai giudici di primo e secondo grado.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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