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ICI sopraelevazione: quando si paga l’imposta?

Una società contesta un avviso di accertamento per il pagamento dell’ICI su una sopraelevazione in corso di costruzione. La Corte di Cassazione, rilevando l’esistenza di orientamenti giurisprudenziali contrastanti sulla tassabilità di tale immobile (se come area fabbricabile o come fabbricato da ultimare), ha ritenuto la questione complessa e meritevole di un approfondimento in pubblica udienza, rinviando la decisione finale.

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Pubblicato il 26 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

ICI Sopraelevazione: la Cassazione fa il punto sulla tassabilità

L’applicazione dell’ICI sopraelevazione su un immobile ancora in corso di costruzione rappresenta una questione complessa, che vede contrapporsi diversi orientamenti interpretativi. Con una recente ordinanza interlocutoria, la Corte di Cassazione ha deciso di rinviare la questione a una pubblica udienza, riconoscendo la necessità di un approfondimento per dirimere i contrasti giurisprudenziali e garantire certezza nell’applicazione del tributo. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante vicenda.

I Fatti di Causa

Una società immobiliare ha ricevuto un avviso di accertamento da parte di un Comune per il pagamento dell’ICI relativa a un’annualità passata. L’imposta era stata richiesta per un cespite immobiliare classificato come “fabbricato in corso di costruzione” (categoria catastale F/3). Nello specifico, si trattava di una sopraelevazione realizzata al primo piano di un fabbricato preesistente, già accatastato e utilizzato per attività commerciali e come autorimessa.

La Commissione Tributaria di primo grado aveva accolto il ricorso della società, ma la decisione era stata riformata in appello. La Commissione di secondo grado aveva ritenuto legittima la pretesa del Comune, basandosi sull’orientamento secondo cui ciò che rileva ai fini fiscali è l’accatastamento reale, anche se fittizio e privo di rendita, come nel caso delle unità in costruzione.

La Questione Giuridica sull’ICI Sopraelevazione

Il cuore del problema risiede nel determinare il corretto presupposto impositivo per una sopraelevazione non ancora ultimata. Esistono due principali tesi contrapposte:

1. Tassazione come “fabbricato di nuova costruzione”: Secondo questa interpretazione, basata sull’art. 2 del D.Lgs. 504/1992, l’imposta è dovuta solo a partire dalla data di ultimazione dei lavori o, se anteriore, dalla data di utilizzo dell’immobile. Fino a quel momento, la sopraelevazione non sarebbe autonomamente tassabile.
2. Tassazione come “area fabbricabile”: Questa tesi, che si fonda sull’art. 5, comma 6, dello stesso decreto, sostiene che in caso di utilizzazione edificatoria di un’area, la base imponibile è costituita dal valore dell’area stessa, senza considerare il valore del fabbricato in costruzione. In caso di sopraelevazione, l'”area” sarebbe rappresentata dal diritto di costruire ulteriormente sul lastrico solare.

La società ricorrente ha sostenuto la prima tesi, evidenziando che la sopraelevazione insiste su un fabbricato già esistente e tassato, senza che vi sia una nuova e autonoma “area di sedime” utilizzabile.

Gli Orientamenti Giurisprudenziali a Confronto

La stessa Corte di Cassazione, nella sua ordinanza, riconosce l’esistenza di due filoni giurisprudenziali contrastanti:

* Un primo orientamento nega l’applicabilità dell’art. 5, comma 6, ai casi di sopraelevazione, affermando che la nozione di fabbricato è unitaria. Una volta che l’area è stata edificata, il valore imponibile si trasferisce all’intera costruzione e il nuovo manufatto sarà tassabile solo una volta ultimato o utilizzato.
Un secondo orientamento, invece, ritiene applicabile l’art. 5. Secondo questa visione, quando si realizza una ristrutturazione o un ampliamento come la sopraelevazione, l’area su cui insiste la nuova costruzione “ridiventa” fabbricabile ab origine* ai fini ICI, fino al completamento dei lavori. Di conseguenza, si dovrebbe tassare il valore del diritto a costruire.

Le Motivazioni della Corte

Di fronte a questo scenario di incertezza interpretativa, la Suprema Corte ha ritenuto opportuno non decidere immediatamente la controversia. I giudici hanno sottolineato come la questione del presupposto impositivo e dei criteri di determinazione del tributo per un fabbricato in corso di costruzione, insistente su un edificio già accatastato, meriti un approfondimento in pubblica udienza.

La Corte ha evidenziato la necessità di verificare se sia possibile, nel caso di specie, applicare una fictio iuris (finzione giuridica) per considerare la sopraelevazione come un'”area”, senza introdurre un’ipotesi impositiva non prevista esplicitamente dal legislatore. La legge, infatti, individua tre sole tipologie di beni immobili tassabili ai fini ICI: fabbricati, aree fabbricabili e terreni agricoli.

La decisione di rinvio mira a garantire un’analisi completa nel contraddittorio tra le parti, al fine di raggiungere una soluzione che possa costituire un precedente chiaro e stabile, assicurando certezza del diritto e uniformità nell’applicazione della legge tributaria.

Le Conclusioni

L’ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione lascia in sospeso la decisione sul caso specifico, ma svolge un ruolo fondamentale nel mettere in luce una criticità normativa e giurisprudenziale. La futura sentenza, che seguirà la trattazione in pubblica udienza, sarà di grande importanza per tutti gli operatori del settore immobiliare e per le amministrazioni comunali, poiché fornirà il criterio definitivo per la gestione fiscale dell’ICI sopraelevazione e, per estensione, di altri tributi immobiliari su manufatti in corso di costruzione.

Come viene tassato ai fini ICI un fabbricato in corso di costruzione?
La tassazione dipende dall’interpretazione della norma. Un orientamento sostiene che sia tassabile come ‘area fabbricabile’ fino all’ultimazione dei lavori, basandosi sul valore del diritto a costruire. Un altro orientamento afferma che diventa tassabile come ‘fabbricato’ solo dopo l’ultimazione o l’utilizzo, e prima di allora non sconta l’imposta.

Una sopraelevazione su un edificio esistente è considerata un’area fabbricabile?
Questa è la questione centrale e controversa. Secondo una tesi, no, perché l’area di sedime è già occupata dal fabbricato sottostante. Secondo un’altra tesi, sì, perché il diritto a costruire ulteriormente viene assimilato a un’area fabbricabile tassabile fino al completamento della nuova costruzione.

Perché la Corte di Cassazione ha rinviato la decisione a una pubblica udienza?
La Corte ha scelto il rinvio a causa dell’esistenza di due orientamenti giurisprudenziali contrastanti e consolidati. Ha ritenuto che la questione fosse troppo complessa e delicata per essere decisa con un’ordinanza semplice, necessitando di un approfondito dibattito in pubblica udienza per stabilire un principio di diritto certo e definitivo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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