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ICI immobile abusivo: paga il proprietario?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza interlocutoria n. 26166/2025, ha sollevato una questione di legittimità costituzionale riguardo al pagamento dell’ICI (Imposta Comunale sugli Immobili) su un immobile abusivo. Il caso riguarda un proprietario di un terreno che si è visto notificare avvisi di accertamento per un fabbricato costruito a sua insaputa dal conduttore. Nonostante il proprietario avesse intrapreso un lungo percorso legale per rientrare in possesso del terreno e demolire l’opera, il principio di accessione lo rendeva formalmente proprietario e quindi soggetto passivo d’imposta. La Corte ha sospeso il giudizio e ha rimesso gli atti alla Corte Costituzionale, dubitando che l’imposizione del tributo in una situazione di spossessamento di fatto e assenza di godimento del bene violi i principi di capacità contributiva, ragionevolezza e tutela della proprietà.

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Pubblicato il 4 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

ICI immobile abusivo: chi paga il conto quando il proprietario è all’oscuro?

L’obbligo di pagare l’ICI (oggi IMU) su un immobile abusivo costruito da altri sul proprio terreno è da sempre un tema complesso. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione riaccende i riflettori sulla questione, sollevando un importante dubbio di costituzionalità. Può lo Stato pretendere il pagamento di un’imposta dal proprietario di un terreno che non solo era all’oscuro della costruzione illecita, ma che si è anche attivato con ogni mezzo per ripristinare la legalità? Vediamo nel dettaglio questa vicenda intricata.

I Fatti del Caso: una Costruzione Illecita e una Lunga Battaglia Legale

La controversia nasce dalla richiesta di pagamento dell’ICI, per gli anni 2009 e 2010, da parte di un Comune nei confronti del proprietario di un’area. Su questo terreno, il conduttore (l’inquilino) aveva edificato un fabbricato senza alcuna autorizzazione e all’insaputa del proprietario.

Quest’ultimo, una volta venuto a conoscenza della situazione, ha intrapreso una complessa e lunga azione legale per:
1. Riottenere la disponibilità materiale del terreno, attraverso una procedura di sfratto.
2. Ottenere l’annullamento in autotutela di una concessione edilizia in sanatoria, che era stata indebitamente rilasciata al conduttore.
3. Provvedere a proprie spese alla demolizione del manufatto abusivo, una volta riottenuto il possesso dell’area.

Nonostante l’evidente estraneità del proprietario all’abuso edilizio e il suo comportamento diligente volto a ripristinare la legalità, il Comune ha preteso il pagamento dell’ICI, basandosi su un principio cardine del nostro ordinamento: l’accessione.

L’Ordinanza della Cassazione e i dubbi di costituzionalità sull’ICI immobile abusivo

La Corte di Cassazione, investita della questione, si è trovata di fronte a un bivio. Da un lato, esiste un orientamento consolidato, un vero e proprio “diritto vivente”, secondo cui, per il principio di accessione (art. 934 c.c.), il proprietario del suolo acquista ipso iure (automaticamente) la proprietà di qualunque costruzione vi sia eretta sopra. Di conseguenza, diventando proprietario del fabbricato, egli diventa anche il soggetto passivo dell’imposta.

Dall’altro lato, i giudici hanno riconosciuto la palese iniquità di applicare tale principio in modo rigido e formale a un caso come questo. Tassare un soggetto che non ha mai avuto la disponibilità del bene, non ne ha tratto alcun vantaggio economico e, anzi, ha subito un danno e sostenuto ingenti spese per rimuoverlo, appare in contrasto con i principi fondamentali della nostra Costituzione.

Le Motivazioni

La Corte ha ritenuto che l’applicazione automatica della norma sull’ICI sull’immobile abusivo, in questa fattispecie, potesse violare diversi principi costituzionali.

In primo luogo, l’articolo 53 della Costituzione, che sancisce il principio di capacità contributiva. Questo principio richiede che ogni prelievo fiscale sia collegato a un’effettiva capacità economica del contribuente. Nel caso di specie, il proprietario non solo non ha percepito alcuna ricchezza dal fabbricato abusivo, ma è stato di fatto spossessato di una parte del suo bene e ha dovuto sostenere costi per la demolizione. La proprietà, in questo contesto, non rappresenta un indice di forza economica, ma una fonte di oneri.

In secondo luogo, viene messo in discussione l’articolo 3 della Costituzione, che tutela il principio di ragionevolezza e uguaglianza. Sarebbe irragionevole, secondo la Corte, equiparare la situazione del proprietario diligente e ignaro a quella di chi ha costruito o acconsentito alla costruzione abusiva. Inoltre, la legge prevede una riduzione d’imposta per gli immobili inagibili o inabitabili; a maggior ragione, una tutela dovrebbe essere accordata a chi un immobile non l’ha mai voluto né posseduto di fatto.

Infine, è stato evocato l’articolo 42 della Costituzione, che tutela il diritto di proprietà. Imporre un tributo su un bene che di fatto limita e danneggia la proprietà, e per la cui rimozione il titolare deve attivarsi in sede giudiziaria, rappresenta un’eccessiva e ingiustificata compressione di tale diritto.

Le Conclusioni

Alla luce di questi profondi dubbi, la Corte di Cassazione ha deciso di non poter risolvere la questione con una semplice interpretazione della norma. Ha quindi sospeso il procedimento e ha trasmesso gli atti alla Corte Costituzionale. Sarà ora la Consulta a dover stabilire se la norma che istituisce l’ICI (art. 1, comma 2, del D.Lgs. 504/1992), nella parte in cui non esclude dal pagamento il proprietario incolpevole di un terreno su cui un terzo ha costruito abusivamente, sia compatibile con la nostra Costituzione. La decisione della Corte Costituzionale avrà un impatto significativo su tutti i casi analoghi, definendo i confini tra la titolarità formale di un diritto e l’effettiva capacità economica che dovrebbe sempre essere alla base di ogni imposizione fiscale.

Chi è tenuto a pagare l’ICI/IMU su un fabbricato?
In base al principio civilistico dell’accessione, il proprietario del terreno diventa automaticamente proprietario di qualsiasi costruzione edificata su di esso. Di conseguenza, la giurisprudenza consolidata ritiene che il proprietario del terreno sia il soggetto passivo d’imposta per il fabbricato, anche se costruito da terzi.

Perché la Corte di Cassazione ha dubitato della legittimità di questa regola nel caso specifico?
La Corte ha ritenuto che imporre il pagamento dell’imposta al proprietario del terreno fosse potenzialmente incostituzionale perché questi non aveva mai avuto la disponibilità materiale del fabbricato abusivo, non ne aveva tratto alcun beneficio economico, era all’oscuro della sua costruzione e si era attivamente adoperato per la sua demolizione a proprie spese. Tassarlo violerebbe quindi i principi di capacità contributiva, ragionevolezza e tutela della proprietà.

Qual è stata la decisione finale della Corte di Cassazione in questa ordinanza?
La Corte di Cassazione non ha emesso una decisione finale sul merito della causa. Ha invece sospeso il giudizio e ha rimesso la questione alla Corte Costituzionale, chiedendole di verificare se la norma sull’ICI sia costituzionalmente legittima nella parte in cui si applica a una situazione come quella descritta.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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