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ICI fabbricati in costruzione: quando si paga?

Un imprenditore ha contestato un avviso di accertamento per ICI su fabbricati ancora in fase di edificazione, sostenendo che l’imposta dovesse basarsi sul valore dell’area edificabile. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo un principio fondamentale per l’ICI su fabbricati in costruzione: la tassazione scatta dal momento dell’iscrizione in catasto con attribuzione di rendita. L’esistenza giuridica dell’immobile ai fini fiscali prevale sullo stato di fatto, rendendo irrilevanti la mancanza di abitabilità o di allacci.

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Pubblicato il 28 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

ICI Fabbricati in Costruzione: la Rendita Catastale Vince sull’Abitabilità

Una delle domande più frequenti per chi costruisce o ristruttura un immobile è: da quale preciso momento scatta l’obbligo di pagare le imposte sulla proprietà come l’IMU (ex ICI)? Quando l’edificio è ‘finito’, quando ottiene l’abitabilità, o c’è un altro criterio? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce su questo punto, chiarendo il ruolo decisivo dell’iscrizione in catasto per l’ICI su fabbricati in costruzione e stabilendo un principio che privilegia l’esistenza giuridica del bene rispetto al suo stato di fatto.

I Fatti del Caso

Un imprenditore individuale si è visto recapitare da un Comune un avviso di accertamento per il mancato pagamento dell’ICI relativa a diversi immobili. Il contribuente ha impugnato l’atto, sostenendo che al momento della richiesta fiscale i fabbricati non fossero ancora ultimati. Erano infatti privi di allacci alle utenze, collaudi e certificazioni sanitarie, trovandosi ancora in corso di edificazione. A suo avviso, l’imposta avrebbe dovuto essere calcolata sul valore dell’area edificabile e non sulla base della rendita catastale degli appartamenti, che di fatto non erano ancora utilizzabili.

Sia la Commissione Tributaria Provinciale che quella Regionale avevano dato torto all’imprenditore, confermando la legittimità dell’avviso di accertamento. La questione è così giunta dinanzi alla Corte di Cassazione.

Il Principio Chiave: Quando si Inizia a Pagare l’ICI su Fabbricati in Costruzione?

Il cuore della controversia ruotava attorno all’identificazione del momento esatto in cui un fabbricato in costruzione diventa un’entità fiscalmente rilevante e tassabile in base alla sua rendita. L’imprenditore ha basato la sua difesa su un’argomentazione logica e fattuale: un immobile non finito e non abitabile non può essere tassato come se lo fosse.

La Corte di Cassazione, tuttavia, ha seguito un ragionamento puramente giuridico-fiscale, rigettando il ricorso e affermando un principio dirimente. Secondo i giudici, ai fini ICI (e per estensione IMU), il presupposto impositivo coincide con l’esistenza giuridica dell’immobile. E quando nasce questa esistenza giuridica?

La risposta è netta: con l’iscrizione dell’immobile in catasto e la conseguente attribuzione di una rendita catastale.

L’Irrilevanza dell’Abitabilità e dello Stato di Fatto

La Corte ha specificato che, una volta che il fabbricato è censito in catasto, la sua capacità di produrre reddito e il rilascio del certificato di abitabilità diventano irrilevanti ai fini della determinazione della base imponibile. L’iscrizione catastale qualifica il bene come idoneo ad essere tassato e la rendita attribuita diventa l’unico parametro per il calcolo dell’imposta. In sostanza, per il fisco, l’immobile ‘esiste’ e va tassato come tale dal momento in cui compare nei registri catastali con una sua rendita, a prescindere dal fatto che sia un cantiere o un appartamento pronto all’uso.

La presunzione di ‘ultimazione’ dei lavori, che scaturisce dall’avvenuta catastazione, sposta l’onere della prova sul contribuente. Sarebbe stato suo compito, se del caso, dimostrare l’eventuale inabitabilità o inagibilità degli immobili, ma non semplicemente asserendo la mancanza di finiture, bensì attraverso procedure formali.

Le Motivazioni

La Corte Suprema ha motivato la sua decisione basandosi sulla normativa che regola l’ICI (D.Lgs. 504/1992). L’articolo 1, comma 2, stabilisce che il presupposto dell’imposta è il possesso di fabbricati. L’articolo 5 definisce che la base imponibile per i fabbricati iscritti in catasto è la rendita catastale. Da questo impianto normativo, la giurisprudenza costante ha dedotto che il momento impositivo coincide con l’esistenza giuridica del bene, che si concretizza con l’iscrizione in catasto. Questa formalità è sufficiente a qualificare il bene come ‘fabbricato’ ai fini fiscali. Di conseguenza, argomentazioni relative alla mancata capacità di produrre reddito o all’assenza del certificato di abitabilità sono state ritenute irrilevanti. La Corte ha sottolineato che, una volta effettuato l’accatastamento, si presume che l’edificio sia stato completato. Qualsiasi prova contraria, come uno stato di inagibilità, deve essere fornita dal contribuente e non può consistere nella semplice mancanza di allacci o certificazioni. L’avviso di accertamento era inoltre ritenuto sufficientemente motivato, poiché conteneva tutti gli elementi essenziali (identificazione catastale, valore, aliquota) per permettere al contribuente di comprendere la pretesa e difendersi.

Le Conclusioni

La decisione della Cassazione offre un’indicazione pratica e inequivocabile per costruttori e proprietari di immobili: l’obbligo di versare l’imposta patrimoniale non è legato al completamento effettivo dei lavori, all’ottenimento dell’abitabilità o alla possibilità di utilizzare l’immobile. Il momento cruciale è l’iscrizione in catasto. Da quel giorno, il fabbricato assume un’identità fiscale autonoma basata sulla rendita che gli viene attribuita, e su quella rendita andrà calcolata l’imposta. Questa ordinanza rafforza un approccio formalistico, dove gli adempimenti catastali hanno un peso decisivo e prevalgono sulla condizione materiale del bene.

Da quale momento un immobile in costruzione diventa soggetto a ICI/IMU?
Dal momento della sua iscrizione in catasto con attribuzione di rendita catastale, che ne determina l’esistenza giuridica ai fini fiscali.

La mancanza di certificato di abitabilità o di allacci alle utenze esclude il pagamento dell’ICI/IMU su un fabbricato accatastato?
No, secondo la Corte, questi elementi sono irrilevanti. Una volta che l’immobile è iscritto in catasto e ha una rendita, questa costituisce la base imponibile, a prescindere dalla sua effettiva utilizzabilità o dal suo stato di completamento.

La firma del solo Presidente in calce alla sentenza, senza sigle sulle pagine intermedie, rende la decisione nulla?
No, la Corte ha confermato che la sottoscrizione apposta in calce alla pagina finale della sentenza è sufficiente a riferirsi all’intero atto e a garantirne l’autenticità, rendendo irrilevante la mancata sigla sulle pagine intermedie.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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