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ICI e possesso immobile: chi paga se occupato?

Un contribuente si opponeva al pagamento dell’ICI su terreni occupati dalla Pubblica Amministrazione per lavori stradali. La Corte di Cassazione ha chiarito che, in assenza di un decreto di esproprio, il proprietario mantiene il possesso giuridico del bene e resta soggetto passivo dell’imposta. L’analisi del concetto di ICI e possesso immobile dimostra che la mera occupazione materiale da parte di terzi non estingue l’obbligo tributario.

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Pubblicato il 30 agosto 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

ICI e Possesso Immobile: Obbligo di Pagamento Anche su Terreni Occupati

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, è tornata a pronunciarsi su un tema cruciale per i proprietari di immobili: la correlazione tra ICI e possesso immobile. La questione centrale riguarda l’obbligo di versare l’imposta anche quando un terreno sia stato oggetto di occupazione da parte della Pubblica Amministrazione per la realizzazione di opere pubbliche, ma senza che sia mai intervenuto un formale decreto di esproprio. La decisione ribadisce un principio consolidato: la soggettività passiva ai fini ICI non viene meno con la semplice perdita della disponibilità materiale del bene.

I fatti di causa

Un Comune notificava a un contribuente due avvisi di accertamento per il mancato pagamento dell’ICI relativa agli anni 2007 e 2008, concernenti diciotto aree di sua proprietà. Il contribuente impugnava gli avvisi, sostenendo di non essere tenuto al pagamento in quanto i terreni erano stati occupati sin dal 1998 dall’ANAS per lavori stradali e mai restituiti. A suo avviso, avendo perso il possesso materiale, non poteva essere considerato soggetto passivo dell’imposta.

Sia la Commissione Tributaria Provinciale che quella Regionale accoglievano le ragioni del contribuente, ritenendo che la perdita del possesso e la mancata edificabilità dei terreni rendessero irrilevante l’omessa dichiarazione ICI. Il Comune, non condividendo tale interpretazione, proponeva ricorso per cassazione.

La decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso del Comune, cassando la sentenza impugnata e rinviando la causa al giudice di secondo grado per un nuovo esame. I giudici di legittimità hanno ritenuto errata la decisione della Commissione Tributaria Regionale, che aveva escluso l’obbligo di pagamento dell’ICI basandosi sulla mera occupazione materiale del fondo da parte della P.A.

La Corte ha inoltre rilevato un vizio procedurale nella sentenza impugnata: l’omesso esame di un fatto decisivo, ovvero la natura edificabile delle aree, questione che era stata oggetto di discussione tra le parti e che incide direttamente sulla determinazione dell’imponibile.

Le motivazioni e l’analisi su ICI e possesso immobile

Il cuore della motivazione risiede nella distinzione fondamentale tra possesso e detenzione. La giurisprudenza costante della Cassazione ha stabilito che l’occupazione d’urgenza di un immobile da parte della P.A., pur essendo coattiva, non priva il proprietario del possesso giuridico del bene. Finché non interviene un decreto di esproprio o un altro atto che trasferisca formalmente la proprietà (ablazione), il bene continua ad appartenere al proprietario originario.

L’ente pubblico che occupa il terreno è considerato un mero ‘detentore qualificato’, in quanto riconosce che il diritto di proprietà appartiene ad altri. Manca, nell’occupante, l’elemento soggettivo del possesso, ovvero l’ animus rem sibi habendi (l’intenzione di tenere la cosa come propria).

Di conseguenza, il proprietario rimane il ‘possessore’ ai fini fiscali e, come tale, è l’unico soggetto passivo dell’ICI. Su di lui grava non solo l’obbligo di versamento dell’imposta, ma anche quello di presentare la relativa dichiarazione, anche se il bene è materialmente detenuto da terzi. L’assenza di variazioni nella titolarità del diritto di proprietà tra il 1998 e gli anni d’imposta in questione (2007-2008) rendeva pertanto irrilevante l’argomento del contribuente sull’assenza di un obbligo dichiarativo.

Le conclusioni

Questa ordinanza conferma un importante principio in materia di tributi locali. Per i proprietari di immobili, la lezione è chiara: la sottrazione della disponibilità fisica di un terreno a seguito di occupazione da parte della Pubblica Amministrazione non è sufficiente a escludere gli obblighi fiscali. Finché il trasferimento di proprietà non viene formalizzato con un atto legittimo (come il decreto di esproprio), il proprietario rimane legalmente possessore del bene e, quindi, tenuto al pagamento dell’ICI e ai relativi adempimenti dichiarativi. È fondamentale, in queste situazioni, monitorare attentamente lo stato giuridico dei propri immobili e non confondere la detenzione materiale da parte di terzi con la perdita del possesso rilevante ai fini fiscali.

Un proprietario deve pagare l’ICI su un terreno occupato d’urgenza dalla Pubblica Amministrazione?
Sì, secondo la Corte di Cassazione, finché non interviene un formale decreto di esproprio che trasferisce la proprietà, il proprietario rimane il soggetto passivo dell’imposta e deve pagare l’ICI.

Cosa distingue il possesso dalla detenzione ai fini del pagamento dell’ICI?
Il possesso è il potere sul bene esercitato come se si fosse proprietari. La detenzione è la mera disponibilità materiale del bene, riconoscendo il diritto altrui. Ai fini ICI, rileva il possesso giuridico, che rimane in capo al proprietario anche se la P.A. occupa il bene e ne diventa semplice detentore.

L’obbligo di dichiarazione ICI sussiste anche se il bene è occupato da terzi?
Sì. La Corte ha chiarito che il proprietario, in quanto possessore, è obbligato a presentare la relativa dichiarazione ICI, anche se l’immobile è detenuto da terzi, come nel caso di un’occupazione da parte della Pubblica Amministrazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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