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Giurisdizione quota albo: è competente il Giudice Tributario

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 3757/2024, ha risolto un conflitto di giurisdizione tra giudice ordinario e giudice tributario. Ha stabilito che la controversia relativa al pagamento della quota annuale di iscrizione all’albo professionale, in questo caso quello degli infermieri, rientra nella giurisdizione del giudice tributario. La Suprema Corte ha qualificato tale quota come una ‘tassa’, ovvero un tributo, la cui riscossione è finalizzata a finanziare le funzioni pubbliche dell’ente. Di conseguenza, le impugnazioni contro gli atti di riscossione di tale quota devono essere proposte dinanzi alle commissioni tributarie.

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Pubblicato il 31 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Giurisdizione quota albo professionale: la Cassazione conferma la competenza del Giudice Tributario

Con l’ordinanza n. 3757 del 12 febbraio 2024, le Sezioni Unite della Corte di Cassazione sono intervenute per dirimere un’importante questione sulla giurisdizione quota albo professionale. La pronuncia stabilisce in modo definitivo che le controversie relative all’impugnazione degli atti di riscossione della quota annuale di iscrizione agli ordini professionali rientrano nella competenza del giudice tributario. Questa decisione, pur riguardando specificamente l’Ordine delle professioni infermieristiche, consolida un principio di portata generale, fondamentale per tutti i professionisti iscritti a un albo.

I Fatti di Causa

La vicenda ha origine dall’impugnazione, da parte di una professionista sanitaria, di un avviso di intimazione di pagamento relativo a diverse cartelle esattoriali. Tali cartelle erano state emesse per la riscossione della quota annuale dovuta all’Ordine delle professioni infermieristiche.

Inizialmente, la professionista si era rivolta alla Commissione Tributaria Provinciale, la quale, tuttavia, aveva dichiarato il proprio difetto di giurisdizione. Secondo il primo giudice, la natura del credito non era tributaria, e pertanto la competenza spettava al giudice ordinario.

La causa è stata quindi riassunta dinanzi al Tribunale civile. In questa sede, l’Agente della Riscossione ha contestato la decisione, sostenendo che la giurisdizione appartenesse proprio al giudice tributario. Di fronte a questo contrasto, il Tribunale ha sollevato un conflitto negativo di giurisdizione, rimettendo la decisione finale alle Sezioni Unite della Corte di Cassazione.

La questione giuridica: la natura della quota annuale

Il cuore della questione ruota attorno alla qualificazione giuridica della quota annuale di iscrizione all’albo. Si tratta di un semplice contributo associativo di natura privatistica o di un’imposizione di carattere pubblico e, quindi, di un tributo?

La risposta a questa domanda è cruciale, poiché dall’inquadramento della natura del prelievo dipende l’individuazione del giudice competente: il giudice tributario per le questioni fiscali, il giudice ordinario per quelle civili.

La decisione delle Sezioni Unite e la giurisdizione quota albo professionale

Le Sezioni Unite hanno risolto il conflitto dichiarando la giurisdizione del giudice tributario. La Corte ha ribadito un orientamento già consolidato in passato con riferimento ad altri ordini professionali, come quello degli avvocati. Il principio affermato è che la giurisdizione quota albo professionale spetta alle commissioni tributarie perché la quota stessa ha natura di tributo.

Le Motivazioni

La Corte ha motivato la sua decisione sulla base di diverse considerazioni. In primo luogo, ha evidenziato che, al di là del nome utilizzato (‘contributo’), la prestazione ha tutte le caratteristiche di una ‘tassa’. Si tratta di un’imposizione obbligatoria, finalizzata a fornire all’Ordine professionale le risorse finanziarie necessarie per svolgere le sue funzioni pubbliche, ovvero il controllo e la gestione dell’albo.

Questo orientamento trova conferma nell’evoluzione normativa, in particolare nella legge n. 3/2018 sul riordino delle professioni sanitarie. Tale legge, nell’individuare i compiti del Consiglio direttivo dell’Ordine, qualifica esplicitamente la quota come ‘tassa annuale’, destinata a coprire le spese di gestione dell’ente.

Le Sezioni Unite hanno quindi richiamato l’articolo 2 del D.Lgs. n. 546/1992, come modificato dalla L. n. 448/2001, che ha esteso la giurisdizione tributaria a tutte le controversie aventi ad oggetto tributi di ogni genere. Poiché la quota di iscrizione all’albo rientra in questa categoria, le relative controversie devono essere devolute alla cognizione del giudice tributario.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame chiarisce in modo inequivocabile che qualsiasi contestazione relativa alla riscossione della quota annuale di iscrizione a un ordine professionale deve essere presentata dinanzi alla Commissione Tributaria. La decisione ha importanti implicazioni pratiche: i professionisti che intendono impugnare cartelle di pagamento o intimazioni relative a tali quote devono conoscere il giudice competente per non incorrere in errori procedurali. La qualificazione della quota come tributo consolida la natura pubblica degli Ordini professionali e la loro funzione di controllo a garanzia della collettività, finanziata attraverso un’imposizione di carattere fiscale.

A quale giudice bisogna rivolgersi per contestare il pagamento della quota annuale di iscrizione a un albo professionale?
Bisogna rivolgersi al giudice tributario (Commissione Tributaria Provinciale), poiché la quota di iscrizione è considerata un tributo a tutti gli effetti.

Perché la quota di iscrizione all’albo è considerata un tributo?
È considerata un tributo, e più precisamente una ‘tassa’, perché è una prestazione imposta per legge, finalizzata a fornire all’Ordine professionale i mezzi finanziari necessari per svolgere le sue funzioni pubbliche di controllo e gestione dell’albo.

Questa decisione si applica solo all’ordine degli infermieri?
No. Sebbene il caso specifico riguardasse l’Ordine delle professioni infermieristiche, la Corte di Cassazione ha basato la sua decisione su principi e orientamenti giurisprudenziali già affermati per altri ordini (come quello degli avvocati), rendendo il principio applicabile a tutte le controversie relative alla riscossione della quota annuale d’iscrizione agli albi professionali.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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