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Giurisdizione imposta di soggiorno: Cassazione decide

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 15388/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di una società alberghiera riguardo la giurisdizione imposta di soggiorno. La società sosteneva che le recenti modifiche normative avessero trasferito la competenza alla giustizia tributaria. Tuttavia, la Cassazione ha stabilito che la questione di giurisdizione, non essendo stata specificamente contestata in appello, era coperta da giudicato implicito, precludendo un riesame. La decisione ribadisce la competenza della Corte dei conti per danno erariale in casi simili, se non contestata tempestivamente.

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Pubblicato il 22 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Giurisdizione Imposta di Soggiorno: La Cassazione Fa Chiarezza

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione a Sezioni Unite (n. 15388/2024) ha affrontato una questione cruciale in materia di giurisdizione sull’imposta di soggiorno, stabilendo importanti principi procedurali. La vicenda riguarda l’omesso versamento del tributo da parte di una struttura ricettiva e la conseguente battaglia legale per determinare quale giudice avesse il potere di decidere sulla controversia: la Corte dei conti per danno erariale o il giudice tributario?

I Fatti del Caso: L’omesso versamento dell’imposta di soggiorno

Il caso ha origine da un’azione della Procura regionale della Corte dei conti, che aveva citato in giudizio una società di gestione alberghiera e la sua legale rappresentante. L’accusa era di aver omesso di versare al Comune di riferimento una somma superiore a 209.000 euro, relativa all’imposta di soggiorno riscossa dai clienti tra il 2016 e il 2018.

La Sezione territoriale della Corte dei conti aveva accolto la domanda, condannando la società e la sua amministratrice in solido al pagamento della somma a titolo di risarcimento per danno erariale. La decisione era stata successivamente confermata dalla Sezione centrale d’appello della stessa Corte dei conti.

La questione di giurisdizione imposta di soggiorno in Cassazione

La società e la sua rappresentante hanno quindi proposto ricorso per cassazione, sollevando un’unica, fondamentale questione: un difetto di giurisdizione. Secondo i ricorrenti, le modifiche normative introdotte nel 2020 e nel 2021 avevano cambiato la natura giuridica del gestore alberghiero, trasformandolo da agente contabile a mero responsabile del pagamento dell’imposta. Questa modifica, a loro avviso, avrebbe dovuto spostare la competenza a decidere sulla controversia dalla Corte dei conti, che si occupa di responsabilità amministrativo-contabile, al giudice tributario, competente per le questioni fiscali.

In sostanza, i ricorrenti sostenevano che le nuove leggi, avendo efficacia retroattiva, avrebbero dovuto essere applicate anche al loro caso, sottraendolo alla giurisdizione contabile.

Le motivazioni della Cassazione

Le Sezioni Unite della Cassazione hanno dichiarato il ricorso inammissibile, senza entrare nel merito della questione sostanziale sollevata. La ragione di questa decisione è squisitamente processuale e si fonda sul principio del “giudicato implicito”.

La Corte ha osservato che la sentenza di primo grado della Corte dei conti, decidendo nel merito e condannando i convenuti, aveva implicitamente affermato la propria giurisdizione. I ricorrenti, nel loro atto d’appello alla Sezione centrale, non avevano sollevato uno specifico motivo di gravame riguardante il difetto di giurisdizione. Di conseguenza, la statuizione implicita sulla giurisdizione contenuta nella sentenza di primo grado era passata in giudicato, ovvero era diventata definitiva e non più contestabile.

Secondo la Cassazione, le parti non possono limitarsi a “sollecitare” il giudice d’appello a riesaminare d’ufficio la giurisdizione se non hanno presentato un motivo di impugnazione specifico su quel punto. La formazione del giudicato implicito preclude ogni successiva discussione, anche davanti alla Suprema Corte.

Conclusioni

L’ordinanza in esame offre un’importante lezione sull’importanza delle regole processuali. Anche in presenza di modifiche normative che potrebbero astrattamente modificare la giurisdizione, il rispetto delle preclusioni e dei termini per le impugnazioni è fondamentale. La decisione ribadisce che la questione di giurisdizione deve essere sollevata come specifico motivo di appello per evitare che si formi un giudicato implicito. Per i gestori di strutture ricettive, ciò significa che la contestazione della giurisdizione della Corte dei conti per il mancato versamento dell’imposta di soggiorno deve essere avanzata sin dai primi gradi di giudizio, altrimenti si rischia di perdere definitivamente la possibilità di farlo valere.

Chi ha la giurisdizione in caso di mancato versamento dell’imposta di soggiorno per fatti antecedenti alle nuove normative?
Sulla base della decisione, la giurisdizione per i fatti antecedenti alle nuove normative spetta alla Corte dei conti per danno erariale, a meno che la questione di giurisdizione non sia stata specificamente e tempestivamente contestata nei gradi di merito.

Perché la Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile senza decidere nel merito della giurisdizione?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché la questione di giurisdizione non era stata sollevata come motivo specifico di appello contro la sentenza di primo grado. Questo ha creato un “giudicato implicito” sulla competenza della Corte dei conti, che non poteva più essere messo in discussione in Cassazione.

Una nuova legge che cambia la giurisdizione si applica ai processi già in corso?
Sebbene l’ordinanza non si pronunci direttamente sul punto a causa dell’inammissibilità, essa sottolinea che le preclusioni processuali, come il giudicato implicito, possono impedire la discussione su un eventuale mutamento della giurisdizione derivante da una nuova legge, confermando la regola della perpetuatio iurisdictionis.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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