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Giudizio di rinvio: la nullità della sentenza

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza emessa in sede di giudizio di rinvio perché al collegio giudicante aveva partecipato, come relatore, un magistrato che era già stato componente del collegio che aveva emesso la prima pronuncia poi cassata. Questo vizio procedurale, che viola il principio di alterità del giudice, determina la nullità radicale della decisione, a prescindere dal merito della controversia, che riguardava un accertamento fiscale per operazioni inesistenti. La causa è stata nuovamente rinviata a un collegio in diversa composizione.

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Pubblicato il 11 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Giudizio di rinvio: la nullità della sentenza se il giudice è lo stesso

Quando la Corte di Cassazione annulla una sentenza, la causa torna a un giudice di merito per una nuova valutazione. Ma cosa succede se in questa nuova fase, nota come giudizio di rinvio, partecipa un magistrato che aveva già deciso il caso in precedenza? La recente ordinanza della Cassazione chiarisce un punto fondamentale: la sentenza è radicalmente nulla. Si tratta di una garanzia di imparzialità e terzietà del giudice, un pilastro del giusto processo.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine da un avviso di accertamento notificato dall’Agenzia delle Entrate a un imprenditore individuale. L’Amministrazione Finanziaria contestava costi indeducibili e IVA indetraibile per oltre 1,2 milioni di euro, derivanti da operazioni ritenute parzialmente inesistenti.

Il contribuente impugnava l’atto e otteneva una prima vittoria presso la Commissione Tributaria Provinciale. L’Agenzia proponeva appello, ma la Commissione Tributaria Regionale lo respingeva, dichiarando la decadenza dell’ufficio dal potere di accertamento.

La controversia approdava per la prima volta in Cassazione, che accoglieva il ricorso dell’Agenzia e rinviava la causa alla Corte di giustizia tributaria di II grado per un nuovo esame. Quest’ultima, in sede di rinvio, accoglieva nuovamente le ragioni del contribuente. Contro questa decisione, l’Agenzia delle Entrate ha proposto un nuovo ricorso per Cassazione, basato su diversi motivi.

I Motivi del Ricorso e la composizione del collegio

L’Agenzia delle Entrate ha sollevato quattro motivi di ricorso. Tuttavia, è il primo ad essere decisivo. Con esso, l’Amministrazione denunciava la nullità della sentenza emessa in sede di giudizio di rinvio per violazione degli articoli 158 e 383 del Codice di procedura civile.

Il punto cruciale era che il giudice relatore della sentenza impugnata era stato anche componente del collegio che aveva emesso la prima sentenza d’appello, quella successivamente annullata dalla Cassazione. Secondo la ricorrente, questa circostanza violava il principio che impone una ‘alterità’ dei componenti del collegio nel giudizio di rinvio, compromettendo l’imparzialità della decisione.

Le Motivazioni della Decisione della Corte

La Corte di Cassazione ha ritenuto il primo motivo ‘manifestamente fondato’, assorbendo tutti gli altri. I giudici di legittimità hanno confermato che la partecipazione, nel collegio del giudizio di rinvio, di un magistrato che aveva fatto parte del collegio che ha pronunciato la sentenza cassata, costituisce una violazione diretta dell’art. 383 del Codice di procedura civile.

Questa norma mira a garantire che la nuova decisione sia effettivamente ‘nuova’, cioè non influenzata da precedenti convincimenti già espressi dallo stesso giudice. La presenza del medesimo magistrato, anche con un ruolo diverso (in questo caso da semplice componente a relatore), inficia la sentenza di una ‘nullità radicale’. Questa nullità non è sanabile e travolge l’intera pronuncia, a prescindere dalla fondatezza o meno delle questioni di merito.

Le Conclusioni: Principio di Diritto e Implicazioni

La Corte ha quindi cassato la sentenza impugnata e ha rinviato nuovamente la causa alla Corte di giustizia tributaria di II grado, con la prescrizione esplicita che la decisione venga presa ‘in diversa composizione’.

La decisione ribadisce un principio fondamentale a tutela del giusto processo: il giudice del rinvio deve essere ‘nuovo’ rispetto a quello che ha emesso la pronuncia annullata. Questa garanzia di alterità è essenziale per assicurare che il nuovo esame della controversia sia pienamente autonomo e imparziale, libero da ogni possibile pre-giudizio. Per le parti in causa, ciò significa che il loro caso sarà riesaminato da un organo giudicante completamente diverso, che dovrà attenersi al principio di diritto enunciato dalla Cassazione ma con piena libertà nella valutazione dei fatti. La pronuncia, dunque, rafforza le tutele procedurali, anche a costo di allungare i tempi del processo, considerandole un presupposto irrinunciabile per una decisione giusta.

Cosa succede se un giudice che ha partecipato a una sentenza poi annullata dalla Cassazione, partecipa anche al successivo giudizio di rinvio?
La sentenza emessa nel giudizio di rinvio è affetta da nullità radicale. La legge, infatti, impone che il collegio giudicante in sede di rinvio sia composto da magistrati diversi da quelli che hanno emesso la pronuncia cassata, per garantire l’imparzialità e la ‘novità’ della decisione.

Perché la composizione del collegio è così importante nel giudizio di rinvio?
È fondamentale per assicurare che il nuovo esame della causa sia privo di pre-giudizi. Un giudice che ha già espresso una valutazione potrebbe essere, anche involontariamente, condizionato dalla sua precedente opinione. La regola sulla diversa composizione del collegio serve a garantire una valutazione autonoma e imparziale dei fatti alla luce dei principi stabiliti dalla Cassazione.

La Corte di Cassazione ha deciso nel merito la questione fiscale delle operazioni inesistenti?
No. La Corte si è fermata alla questione procedurale, ritenendo che il vizio nella composizione del collegio fosse talmente grave da assorbire ogni altra questione. La nullità della sentenza ha impedito ai giudici di esaminare il merito della controversia, che dovrà essere nuovamente affrontato dal giudice del rinvio in una composizione diversa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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