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Ghisa sferoidale: classificazione doganale e dazi

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 33935/2019, ha risolto una controversia sulla corretta classificazione doganale di prodotti in ghisa sferoidale. Sulla base di una pronuncia della Corte di Giustizia UE, ha stabilito che la ghisa sferoidale non può essere assimilata alla ghisa malleabile. Di conseguenza, il dazio applicabile è quello inferiore (1,7%) e non quello maggiore (2,7%) preteso dall’Agenzia delle Dogane, rigettandone il ricorso.

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Pubblicato il 17 agosto 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Ghisa Sferoidale: la Cassazione fa Chiarezza sulla Classificazione Doganale

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha posto fine a una lunga disputa tra un’azienda importatrice e l’Agenzia delle Dogane riguardo alla corretta classificazione e tassazione di prodotti in ghisa sferoidale. La decisione, basata su un’interpretazione vincolante della Corte di Giustizia Europea, sottolinea l’importanza della precisa caratterizzazione tecnica dei materiali ai fini dell’applicazione dei dazi doganali.

I Fatti di Causa: una Questione di Nomenclatura

Il caso ha origine dalle importazioni, effettuate sin dal 2007 da una società italiana, di chiusini e caditoie in ghisa sferoidale (nota anche come ghisa duttile) provenienti dalla Cina. L’azienda aveva classificato questi prodotti sotto il codice doganale relativo alla ghisa non malleabile, applicando un dazio dell’1,7%.

Tuttavia, l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, a seguito di controlli, ha contestato tale classificazione. Secondo l’Agenzia, la ghisa sferoidale doveva essere assimilata alla ghisa malleabile e, di conseguenza, assoggettata a un dazio più elevato, pari al 2,7%. Questa divergenza ha dato il via a un contenzioso tributario, culminato nel ricorso per cassazione da parte dell’Agenzia dopo che la Commissione Tributaria Regionale aveva dato ragione all’azienda.

La Classificazione della Ghisa Sferoidale secondo la Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dell’Agenzia delle Dogane, confermando la correttezza della classificazione operata dall’azienda importatrice. Il punto cruciale della decisione risiede nel recepimento di un’importante sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea (cause riunite C-397/17 e C-398/17).

I giudici europei avevano già chiarito che la ghisa sferoidale e la ghisa malleabile, pur avendo caratteristiche simili, sono materiali distinti a causa delle differenze nella loro composizione chimica e nei processi di produzione. Pertanto, i prodotti realizzati con il primo tipo di ghisa non possono essere classificati nella categoria doganale prevista per il secondo.

L’impatto dei Regolamenti Europei

La Corte ha specificato che, al momento delle importazioni contestate, i regolamenti europei che istituivano dazi antidumping (n. 1212/2005 e n. 500/2009) si applicavano specificamente alla ghisa malleabile. Poiché la merce importata era costituita da ghisa sferoidale, essa non rientrava in tale categoria e doveva essere soggetta al dazio ordinario dell’1,7%.

La decisione evidenzia come, in materia doganale, non sia possibile procedere per analogia o estendere l’applicazione di un dazio a un prodotto che non è espressamente menzionato dalla normativa, anche se presenta caratteristiche simili.

Le motivazioni

La Suprema Corte ha fondato la propria decisione sull’interpretazione fornita dalla Corte di Giustizia Europea, che ha un valore vincolante per i giudici nazionali. È stato accertato che la ghisa sferoidale e la ghisa malleabile si differenziano per composizione e modalità di produzione. I regolamenti antidumping applicabili all’epoca dei fatti menzionavano esclusivamente la ghisa malleabile. Di conseguenza, i prodotti importati, essendo in ghisa sferoidale, non potevano essere inclusi in quella categoria tariffaria. L’argomentazione dell’Agenzia, che equiparava la ‘duttilità’ della ghisa sferoidale alla ‘malleabilità’, è stata giudicata irrilevante di fronte alla chiara distinzione tecnica e normativa tra i due materiali. La Corte ha inoltre osservato che, successivamente ai fatti di causa, una nuova normativa europea (Reg. 2019/231) ha creato una categoria specifica proprio per questi prodotti, a conferma della loro distinta natura.

Le conclusioni

Con questa ordinanza, la Cassazione stabilisce un principio fondamentale per gli operatori del settore delle importazioni: la classificazione doganale di un prodotto deve basarsi su una rigorosa aderenza alle definizioni tecniche contenute nella normativa europea. Non è possibile applicare dazi previsti per una categoria di beni a prodotti diversi, anche se simili. La decisione conferma che l’onere di provare la corretta classificazione spetta all’amministrazione doganale e che, in assenza di una specifica previsione normativa, non si possono applicare dazi più onerosi. La vittoria dell’azienda importatrice riafferma la necessità di un’analisi tecnica accurata e il primato del diritto europeo nell’interpretazione delle nomenclature doganali.

La ghisa sferoidale (o duttile) può essere classificata come ghisa malleabile ai fini doganali?
No, la Corte di Cassazione, rifacendosi a una sentenza della Corte di Giustizia Europea, ha stabilito che la ghisa sferoidale e quella malleabile sono materiali diversi per composizione e processo produttivo. Pertanto, non possono essere inclusi nella stessa categoria doganale.

Qual era il dazio corretto per i prodotti in ghisa sferoidale importati dalla Cina nel periodo in esame (dal 2007)?
Il dazio corretto era dell’1,7%, corrispondente alla classificazione per la ghisa non malleabile. La pretesa dell’Agenzia delle Dogane di applicare il dazio del 2,7%, previsto per la ghisa malleabile, è stata ritenuta infondata.

Che ruolo ha avuto la giurisprudenza europea in questa decisione?
Ha avuto un ruolo decisivo. La Corte di Cassazione ha basato la sua decisione su una precedente sentenza della Corte di Giustizia Europea (cause C-397/17 e C-398/17) che aveva già chiarito la distinzione tecnica e normativa tra i due tipi di ghisa, fornendo un’interpretazione vincolante per il giudice nazionale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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