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Gasolio commerciale: no agevolazioni con filtri FAP

Una società di trasporti si è vista negare il rimborso delle accise sul gasolio commerciale per i suoi autobus. Sebbene i veicoli, originariamente Euro 2, fossero stati dotati di filtri antiparticolato (FAP) per migliorare le emissioni, la Corte di Cassazione ha stabilito che ai fini dell’agevolazione fiscale conta la categoria di omologazione originale del veicolo e non le modifiche successive. La normativa nazionale, che esclude i veicoli Euro 2 o inferiori dal beneficio, è stata ritenuta legittima e non in contrasto con le direttive europee.

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Pubblicato il 21 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Agevolazioni sul gasolio commerciale: l’omologazione originale vince sul filtro FAP

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha chiarito un punto fondamentale per le aziende di trasporto riguardo alle agevolazioni fiscali sul gasolio commerciale. L’installazione successiva di un filtro antiparticolato (FAP) su un veicolo originariamente omologato come Euro 2 non è sufficiente per accedere al credito d’imposta, poiché la normativa fa riferimento alla categoria ambientale assegnata al momento della prima immatricolazione. Vediamo nel dettaglio la vicenda e le ragioni della decisione.

I Fatti di Causa

Una società di trasporto pubblico locale aveva acquistato diversi autobus alimentati a gasolio, omologati in origine come categoria “Euro 2”. Successivamente, l’azienda aveva provveduto a installare su questi mezzi dei filtri antiparticolato (FAP), ottenendo un aggiornamento della carta di circolazione che li classificava, ai soli fini delle emissioni di particolato, come equivalenti a veicoli “Euro 3” o “Euro 5”.

Forte di questo miglioramento ambientale, la società ha richiesto all’Agenzia delle Dogane il rimborso di oltre 55.000 euro a titolo di accise sul gasolio commerciale consumato nel secondo trimestre del 2018. La richiesta si basava sulla normativa che prevede un credito d’imposta per gli autotrasportatori, ma esclude dal beneficio i veicoli di categoria “Euro 2 o inferiore”. L’Agenzia, tuttavia, ha respinto la richiesta, sostenendo che la categoria rilevante fosse quella di omologazione originale.

La controversia è passata per i vari gradi di giudizio, con un esito favorevole alla società in primo grado ma ribaltato in appello dalla Commissione tributaria regionale. La questione è quindi giunta dinanzi alla Corte di Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso della società, confermando la decisione della Commissione tributaria regionale. Secondo i giudici, il diritto all’agevolazione sul gasolio commerciale deve essere valutato sulla base della categoria Euro attribuita al veicolo al momento della sua omologazione iniziale, risultando irrilevanti le modifiche tecniche successive come l’installazione di un FAP.

Le Motivazioni: la Categoria di Omologazione è Decisiva

La Corte ha basato la sua decisione su due argomenti principali.

In primo luogo, ha analizzato la normativa nazionale (in particolare la Legge n. 208/2015). La legge, nell’escludere i veicoli “Euro 2 o inferiore” dal beneficio, si riferisce alla categoria complessiva del veicolo, che rappresenta le sue caratteristiche ambientali e tecniche al momento dell’immissione sul mercato. L’installazione di un FAP migliora un solo parametro (le emissioni di particolato), ma non trasforma il veicolo in una categoria Euro superiore a tutti gli effetti. Le stesse annotazioni sulle carte di circolazione specificano che la nuova classificazione vale “ai soli fini dell’inquinamento da massa di particolato”. Le norme fiscali agevolative, per loro natura, sono di stretta interpretazione e non possono essere estese oltre i casi esplicitamente previsti.

Le Motivazioni: Compatibilità con la Normativa Europea sul gasolio commerciale

In secondo luogo, la Corte ha respinto la tesi secondo cui la legge italiana sarebbe in contrasto con la Direttiva europea 2003/96/CE sulla tassazione dei prodotti energetici. Citando la giurisprudenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, i giudici hanno ribadito che la direttiva concede agli Stati membri un margine di discrezionalità nel definire l’ambito di applicazione delle aliquote ridotte. L’Italia, pertanto, ha legittimamente esercitato questa facoltà scegliendo di escludere i veicoli più vecchi e inquinanti (secondo l’omologazione originale) dall’agevolazione sul gasolio commerciale, in linea con le politiche ambientali, senza violare il diritto comunitario.

Le Conclusioni

Questa ordinanza stabilisce un principio chiaro e di notevole impatto pratico per le imprese del settore trasporti. L’investimento per l’aggiornamento ecologico dei veicoli più datati, sebbene lodevole e utile per la circolazione, non è sufficiente a garantire l’accesso ai benefici fiscali legati al consumo di gasolio commerciale. La discriminante resta la categoria di omologazione attribuita in origine, che riflette la concezione progettuale complessiva del veicolo sotto il profilo ambientale e tecnico. Le aziende dovranno quindi tenere conto di questo criterio nella pianificazione della propria flotta e nelle richieste di rimborso delle accise.

L’installazione di un filtro FAP su un veicolo Euro 2 consente di accedere alle agevolazioni sul gasolio commerciale?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che per ottenere l’agevolazione fiscale fa fede la categoria di omologazione originale del veicolo. L’aggiornamento successivo con un FAP non modifica tale categoria ai fini del beneficio.

Perché la classificazione del veicolo non cambia ai fini fiscali nonostante il miglioramento delle emissioni?
Perché l’installazione di un filtro antiparticolato migliora solo il parametro relativo alle emissioni di polveri sottili, ma non altera le altre caratteristiche tecniche e ambientali che definiscono la categoria Euro complessiva del veicolo al momento della sua prima immatricolazione.

La legge italiana che esclude i veicoli Euro 2 dalle agevolazioni è in contrasto con le direttive europee?
No. Secondo la Corte, la direttiva europea sulla tassazione dell’energia (2003/96/CE) concede agli Stati membri la facoltà di limitare l’applicazione di aliquote ridotte. La scelta dell’Italia di escludere i veicoli più inquinanti in base alla loro omologazione originale rientra in questo margine di discrezionalità e persegue legittime finalità di politica ambientale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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