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Fusione per incorporazione: l’atto dell’ente estinto

La Corte di Cassazione ha stabilito che una cartella di pagamento emessa da una società di riscossione dopo che questa era stata estinta a seguito di una fusione per incorporazione è invalida. La sentenza, basandosi su un precedente delle Sezioni Unite, chiarisce che la fusione determina la fine dell’esistenza giuridica della società incorporata, rendendo nullo qualsiasi atto successivo compiuto a suo nome per difetto del soggetto emittente.

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Pubblicato il 18 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Fusione per Incorporazione: l’Atto Fiscale dell’Ente Estinto è Nullo?

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 7131/2025) offre un chiarimento fondamentale sugli effetti della fusione per incorporazione sulla validità degli atti fiscali. Il principio è netto: la società che viene incorporata cessa di esistere e, di conseguenza, non ha più la capacità di emettere atti giuridicamente validi. Analizziamo insieme questo caso e le sue importanti conseguenze pratiche.

I Fatti di Causa

Una società a responsabilità limitata si è vista notificare una cartella di pagamento per un importo superiore a 92.000 euro. L’atto era stato emesso da una nota società concessionaria della riscossione. Tuttavia, la società contribuente ha immediatamente impugnato la cartella, sostenendo un vizio radicale: al momento della notifica, la società emittente non esisteva più. Essa, infatti, era stata oggetto di una fusione per incorporazione, venendo assorbita da un’altra entità giuridica.

La Decisione dei Giudici di Merito

Sia la Commissione Tributaria Provinciale che quella Regionale hanno dato ragione alla società contribuente. I giudici di merito hanno dichiarato nulla la cartella di pagamento, riconoscendo che era stata emessa da un soggetto giuridicamente inesistente. La Commissione Regionale ha fondato la sua decisione sui principi del diritto amministrativo, in particolare sull’articolo 21-septies della legge n. 241/1990, ravvisando un “difetto assoluto di attribuzione”, ovvero la totale mancanza di potere in capo all’ente che aveva formato l’atto.

Il Ricorso delle Agenzie Fiscali e la tesi della continuità

Le agenzie fiscali hanno proposto ricorso in Cassazione, basando la loro difesa su due argomenti principali. In primo luogo, hanno sostenuto che le norme sulla nullità del diritto amministrativo non si applicano agli atti tributari, i quali sarebbero soggetti a una categoria unitaria di invalidità (la cosiddetta “annullabilità”).

In secondo luogo, e questo è il punto centrale, hanno affermato che la fusione per incorporazione non comporterebbe l’estinzione della società incorporata, ma rappresenterebbe una semplice vicenda evolutiva e modificativa. Secondo questa tesi, il soggetto giuridico conserverebbe la propria identità, pur in un nuovo assetto organizzativo. Di conseguenza, l’intestazione della cartella alla vecchia società sarebbe stata una mera irregolarità formale, non un vizio invalidante.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso delle agenzie fiscali, confermando la decisione di merito, sebbene con una motivazione giuridica più precisa. La Corte ha superato la tesi della continuità aziendale sostenuta dalle ricorrenti, richiamando un principio nomofilattico stabilito dalle sue Sezioni Unite (sentenza n. 26970/2021). Questo autorevole precedente ha chiarito in modo definitivo che la fusione per incorporazione estingue la società incorporata al momento della sua cancellazione dal registro delle imprese.

Con l’estinzione, cessano tutti gli elementi identificativi della società: la sede, la denominazione, gli organi amministrativi, il capitale sociale. In altre parole, l’organizzazione originaria si dissolve completamente senza lasciare alcuna situazione soggettiva residua. Pertanto, l’argomento centrale delle agenzie fiscali è crollato. La cartella era stata emessa da un soggetto che, al momento dell’emissione, aveva perso la propria soggettività giuridica. L’atto risultava quindi insanabilmente viziato per inesistenza del soggetto emittente.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

La sentenza in esame consolida un principio di fondamentale importanza per la tutela del contribuente. La fusione per incorporazione non è un semplice cambio di nome, ma un evento che determina l’estinzione di un soggetto giuridico. Qualsiasi atto impositivo o di riscossione emesso in nome della società estinta dopo la data di efficacia della fusione è da considerarsi invalido. Per i contribuenti e i loro consulenti, ciò significa che è sempre essenziale verificare con attenzione l’esatta identità del soggetto che emette un atto fiscale, specialmente nel contesto di riorganizzazioni societarie, poiché un errore su questo punto può determinare la nullità della pretesa erariale.

Una società che viene fusa per incorporazione continua a esistere legalmente?
No. Secondo il principio affermato dalla Corte di Cassazione a Sezioni Unite, la fusione per incorporazione estingue la società incorporata dal momento della sua cancellazione dal registro delle imprese. Cessano la sua denominazione, la sede, gli organi e la sua stessa soggettività giuridica.

Un atto fiscale, come una cartella di pagamento, emesso a nome di una società che non esiste più a causa di una fusione è valido?
No. La sentenza stabilisce che un atto emesso da un soggetto giuridicamente inesistente è invalido. L’inesistenza del soggetto emittente al momento della formazione dell’atto costituisce un vizio radicale che ne compromette la validità.

Qual è l’effetto principale di una fusione per incorporazione sui rapporti giuridici della società incorporata?
L’effetto principale è che la società incorporante subentra in tutti i rapporti, anche processuali, della società estinta. Tuttavia, gli atti devono essere correttamente intestati e formati dal nuovo e unico soggetto giuridico esistente, cioè la società incorporante.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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