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Frode IVA: legittimo l’accertamento durante il Covid

La Corte di Cassazione ha stabilito la legittimità di un avviso di accertamento notificato durante il periodo di sospensione per la pandemia. Il caso riguardava una contestazione per frode IVA basata su operazioni inesistenti. La Corte ha chiarito che le ipotesi di frode fiscale, data la loro gravità e la potenziale rilevanza penale, rientrano nei casi di ‘indifferibilità e urgenza’ che giustificano la deroga alla sospensione dei termini. Con la sentenza sono stati rigettati sia il ricorso del contribuente, che lamentava la nullità dell’atto, sia quello dell’Agenzia delle Entrate su altri aspetti della decisione di merito.

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Pubblicato il 16 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Frode IVA e Sospensione Covid: L’Accertamento è Legittimo se Urgente

La legislazione emergenziale varata durante la pandemia da COVID-19 ha introdotto una sospensione generalizzata dei termini per la notifica degli atti fiscali. Tuttavia, una recente sentenza della Corte di Cassazione ha chiarito un’importante eccezione: in caso di sospetta frode IVA, l’Amministrazione Finanziaria può procedere con la notifica dell’avviso di accertamento, poiché tale situazione integra i requisiti di ‘indifferibilità e urgenza’ previsti dalla legge. Analizziamo insieme i dettagli di questa fondamentale decisione.

Il Caso: Accertamento Fiscale in Piena Pandemia

Una società a responsabilità limitata riceveva un avviso di accertamento per IRES, IRAP e IVA relativo all’anno d’imposta 2015. L’Agenzia delle Entrate contestava la deduzione di costi derivanti da operazioni ritenute oggettivamente inesistenti (sovrafatturazione), costi per sponsorizzazioni e accantonamenti a un fondo svalutazione crediti.

La società impugnava l’atto, sostenendo, tra le varie ragioni, la sua nullità per essere stato notificato durante il periodo di sospensione dei termini processuali e amministrativi introdotto dalla normativa anti-Covid, senza che ne ricorressero i presupposti di urgenza. I giudici di secondo grado accoglievano parzialmente le ragioni della società, ma rigettavano la questione sulla nullità della notifica. La controversia giungeva così dinanzi alla Corte di Cassazione, con ricorsi presentati da entrambe le parti.

L’Urgenza Giustifica la Notifica in caso di Frode IVA

Il motivo centrale del ricorso della società riguardava proprio la violazione delle norme sulla sospensione. Secondo la difesa, l’Agenzia non avrebbe potuto notificare l’atto in quel periodo. La Cassazione, tuttavia, ha respinto questa tesi, enunciando un principio di diritto di notevole importanza. I giudici hanno stabilito che gli avvisi di accertamento che ipotizzano una frode IVA, idonea a giustificare una comunicazione di notizia di reato, rientrano a pieno titolo tra gli ‘atti indifferibili e urgenti’. La gravità della condotta contestata e la necessità di agire tempestivamente per la repressione di illeciti fiscali di rilevanza anche penale costituiscono una valida ragione per derogare alla sospensione generale.

L’Onere della Prova nelle Operazioni Inesistenti

Un altro punto cruciale affrontato dalla Corte riguarda l’onere della prova nelle contestazioni di operazioni inesistenti. I giudici hanno ribadito un orientamento consolidato: spetta all’Amministrazione Finanziaria fornire gli elementi, anche presuntivi, che facciano dubitare della veridicità delle operazioni fatturate. Una volta che l’Ufficio ha fornito un quadro indiziario solido (nel caso di specie: fatture generiche, assenza di contratti, società ‘satellite’ di breve durata), l’onere di dimostrare l’effettiva esistenza e inerenza dei costi si sposta sul contribuente. Quest’ultimo non può limitarsi a esibire le fatture o la prova dei pagamenti, poiché tali documenti sono spesso utilizzati proprio per mascherare l’operazione fittizia. Il contribuente deve fornire prove concrete che la prestazione è stata realmente eseguita.

La questione delle sponsorizzazioni e del giudicato esterno

La Corte ha anche respinto le argomentazioni della società relative al mancato riconoscimento di un giudicato esterno (una sentenza civile tra i soci della società) e ha disatteso le censure dell’Agenzia delle Entrate sul tema delle sponsorizzazioni. Riguardo a queste ultime, è stato confermato che le spese di sponsorizzazione a favore di associazioni sportive dilettantistiche godono di una presunzione legale di deducibilità se rispettano i limiti e le condizioni previste dalla legge, senza che l’amministrazione possa contestarne l’antieconomicità.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La decisione della Suprema Corte si fonda su un bilanciamento tra la tutela del contribuente, garantita dalle norme sulla sospensione, e l’interesse pubblico alla repressione dei gravi illeciti fiscali. La ratio della normativa emergenziale era evitare pregiudizi ai cittadini durante una crisi sanitaria, ma non paralizzare l’azione amministrativa di fronte a fenomeni gravi come la frode IVA. La Corte ha ritenuto che la circolare dell’Agenzia delle Entrate, che includeva le notizie di reato tra i casi urgenti, fosse un’applicazione corretta e vincolante della norma primaria. Per quanto riguarda gli altri motivi, la Corte ha ritenuto che le valutazioni dei giudici di merito sugli indizi di frode e sulla determinazione della redditività fossero adeguatamente motivate e non sindacabili in sede di legittimità, rigettando così entrambi i ricorsi.

Conclusioni

Questa sentenza offre importanti chiarimenti. In primo luogo, stabilisce che la lotta alla frode IVA rappresenta una priorità che può giustificare deroghe anche a normative emergenziali. I contribuenti coinvolti in accertamenti per reati fiscali non possono quindi fare affidamento sulla sospensione dei termini per bloccare l’azione del Fisco. In secondo luogo, rafforza il principio secondo cui, di fronte a un quadro indiziario robusto fornito dall’Agenzia, è il contribuente a dover provare con fatti e documenti concreti la realtà delle operazioni contestate, andando oltre la mera apparenza formale.

Un avviso di accertamento per frode IVA poteva essere notificato durante il periodo di sospensione previsto per la pandemia COVID-19?
Sì. La Corte di Cassazione ha stabilito che gli avvisi di accertamento concernenti la sussistenza di una frode IVA, idonea a giustificare la comunicazione di una notizia di reato, rientrano tra gli atti indifferibili e urgenti che potevano essere legittimamente notificati anche durante il periodo di sospensione previsto dall’art. 157 del d.l. n. 34 del 2020.

L’Amministrazione Finanziaria è sempre obbligata a rispondere in dettaglio a tutte le osservazioni del contribuente nell’atto di accertamento?
No. Secondo la Corte, l’obbligo di una motivazione ‘rafforzata’ che dia conto specifico delle osservazioni del contribuente è previsto solo in alcune ipotesi specifiche (es. studi di settore), ma non è generalizzato. È sufficiente che l’atto impositivo sia motivato e che le osservazioni siano state prese in considerazione, anche se per rigettarle succintamente.

In caso di contestazione di operazioni inesistenti, su chi grava l’onere della prova?
Inizialmente, l’onere grava sull’Amministrazione Finanziaria, che deve fornire elementi, anche indiziari, per provare che l’operazione non è mai stata posta in essere. Una volta che l’Amministrazione ha fornito un quadro probatorio sufficiente, l’onere si sposta sul contribuente, il quale deve dimostrare l’effettiva esistenza delle operazioni contestate. La sola esibizione della fattura non è considerata prova sufficiente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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