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Fondo rischi da scissione: quando è fiscalmente neutro

Una società di servizi pubblici, a seguito di una scissione, aveva costituito un fondo rischi. L’Amministrazione Finanziaria ha contestato la neutralità fiscale del suo utilizzo, ma la Cassazione ha chiarito che se il fondo rischi da scissione deriva da una riserva già tassata o fiscalmente irrilevante, il suo successivo impiego non genera reddito imponibile. La Corte ha inoltre confermato la deducibilità ai fini IRAP dell’ammortamento delle aree sottostanti i fabbricati strumentali.

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Pubblicato il 9 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Fondo Rischi da Scissione: La Cassazione Chiarisce la Neutralità Fiscale

Le operazioni di riorganizzazione societaria, come le scissioni, presentano notevoli complessità, specialmente sotto il profilo fiscale. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha offerto importanti chiarimenti sul trattamento tributario del fondo rischi da scissione, stabilendo un principio fondamentale sulla sua neutralità fiscale. Questa decisione ha implicazioni significative per le aziende che intraprendono tali percorsi, definendo i confini tra la corretta pianificazione e le contestazioni da parte dell’Amministrazione Finanziaria.

I Fatti del Caso: Una Scissione e le Sue Conseguenze Fiscali

La vicenda trae origine da un avviso di accertamento notificato a una società di servizi pubblici locali, ex azienda speciale di un ente locale. L’accertamento contestava, per l’anno d’imposta 2010, un maggior reddito ai fini IRES e un maggior valore della produzione ai fini IRAP. Il rilievo principale dell’Amministrazione Finanziaria si concentrava sull’utilizzo di un fondo rischi da scissione, creato anni prima in occasione di un’operazione straordinaria di scissione parziale. Secondo il Fisco, l’utilizzo di tale fondo per coprire oneri (nella specie, costi per trattamenti pensionistici) avrebbe dovuto generare una sopravvenienza attiva tassabile, in quanto il fondo stesso era da considerarsi fiscalmente “dedotto”.

Il Contenzioso e la Questione del Fondo Rischi da Scissione

La controversia verteva sulla natura fiscale del fondo. L’Agenzia delle Entrate sosteneva che l’operazione di scissione, avvenuta in un regime speciale (art. 115 T.U.E.L.) che consentiva l’iscrizione di maggiori valori fiscalmente riconosciuti, avesse reso il fondo rischi da scissione una posta fiscalmente rilevante. Di conseguenza, il suo utilizzo per scopi diversi da quelli originari avrebbe determinato l’emersione di materia imponibile.

Di parere opposto la società contribuente, la quale argomentava che il fondo era stato costituito tramite un giroconto da una riserva di scissione, a sua volta originata da un’operazione fiscalmente neutra. Non essendo stato alimentato da accantonamenti dedotti dal reddito, il fondo doveva essere considerato “tassato” e il suo utilizzo fiscalmente irrilevante.

Altre Questioni Affrontate: IRAP e Sanzioni

Oltre alla questione principale, la sentenza ha affrontato altri due temi rilevanti:
1. Ammortamenti IRAP: L’indebita deduzione della quota di ammortamento delle aree sottostanti i fabbricati strumentali.
2. Sanzioni: L’applicazione di sanzioni, inclusa la maggiorazione per recidiva, contestata dalla società per mancanza dei presupposti.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione, rigettando il ricorso principale dell’Amministrazione Finanziaria e accogliendo parzialmente quello incidentale della società, ha fornito motivazioni cruciali per il diritto tributario societario.

Il Principio di Neutralità e la Natura del Fondo Rischi da Scissione

Il cuore della decisione risiede nell’interpretazione dei principi di neutralità e simmetria fiscale che governano le operazioni straordinarie. La Corte ha stabilito che la disciplina speciale prevista dall’art. 115 T.U.E.L. per le scissioni di aziende speciali di enti locali non deroga ai principi generali di neutralità fiscale (artt. 172 e 173 TUIR).

La Cassazione ha chiarito che un fondo rischi generato da un’operazione di scissione, se riconducibile a una sopravvalutazione del patrimonio netto o a previsioni di oneri futuri, è fiscalmente irrilevante al momento del suo utilizzo. Poiché il fondo rischi da scissione in esame era stato costituito mediante un giroconto da una riserva non generata da componenti di reddito dedotti, esso era una posta di patrimonio netto già “tassata” (o meglio, fiscalmente neutra). Pertanto, il suo utilizzo per coprire costi non può generare una sopravvenienza attiva tassabile. Si tratta di una mera movimentazione contabile che non incide sul reddito imponibile.

La Deducibilità degli Ammortamenti ai Fini IRAP

Accogliendo il motivo di ricorso della società, la Corte ha ribadito la netta separazione tra le regole di determinazione della base imponibile IRES e IRAP. Per l’IRAP, vige il principio di derivazione dal bilancio. La norma che prevede l’indeducibilità della quota di ammortamento delle aree sottostanti i fabbricati (art. 36, comma 7, D.L. 223/2006) si applica ai fini IRES, ma non è esplicitamente richiamata dalla disciplina IRAP. Di conseguenza, in assenza di un divieto espresso, tale costo, correttamente imputato a conto economico, è deducibile dalla base imponibile IRAP.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

La sentenza rappresenta un punto fermo di notevole importanza. In primo luogo, rafforza il principio della neutralità fiscale nelle operazioni di riorganizzazione, proteggendo le imprese da pretese fiscali su poste contabili che non rappresentano un reale incremento di ricchezza. In secondo luogo, conferma l’autonomia della disciplina IRAP rispetto a quella IRES, valorizzando il principio di derivazione dal bilancio civilistico. Infine, sul fronte sanzionatorio, la Corte ha accolto le doglianze della società, annullando la maggiorazione per recidiva poiché le violazioni precedenti non erano ancora definitive al momento dell’atto impositivo, e aprendo alla possibile applicazione della disciplina sanzionatoria più favorevole.

Quando l’utilizzo di un fondo rischi da scissione non è soggetto a tassazione?
L’utilizzo di un fondo rischi da scissione non è soggetto a tassazione quando esso è stato costituito con risorse già tassate o attraverso un’operazione fiscalmente neutra (es. giroconto da una riserva di scissione), senza essere alimentato da accantonamenti dedotti dal reddito d’impresa. In tal caso, il suo impiego è considerato una mera movimentazione patrimoniale e non genera una sopravvenienza attiva imponibile.

La quota di ammortamento delle aree sottostanti i fabbricati è deducibile ai fini IRAP?
Sì, secondo la Corte di Cassazione, questa quota è deducibile. Poiché la normativa IRAP si basa sul principio di derivazione dai dati del conto economico e non richiama esplicitamente la norma sull’indeducibilità prevista per l’IRES, il costo è ammesso in deduzione ai fini dell’Imposta Regionale sulle Attività Produttive.

Quando non si applica l’aumento delle sanzioni per recidiva?
L’aumento delle sanzioni per recidiva non si applica se, al momento dell’emissione dell’atto sanzionatorio, le violazioni precedenti contestate al contribuente non sono ancora state accertate in via definitiva. La recidiva presuppone infatti che il precedente illecito fiscale sia definito e non più pendente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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