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Fondo rischi da scissione: la neutralità fiscale

La Corte di Cassazione si è pronunciata sul trattamento fiscale di un fondo rischi da scissione. Nel caso esaminato, una società nata da una scissione parziale aveva utilizzato un fondo rischi per coprire debiti della società scissa. L’Amministrazione Finanziaria riteneva tale utilizzo una sopravvenienza attiva tassabile. La Corte ha stabilito che, poiché il fondo era stato costituito in un’operazione fiscalmente neutra e non era derivato da costi precedentemente dedotti, il suo successivo utilizzo non genera materia imponibile, in applicazione del principio di simmetria fiscale.

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Pubblicato il 27 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Fondo Rischi da Scissione: la Cassazione ne Chiarisce la Neutralità Fiscale

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha affrontato un tema cruciale per le operazioni societarie straordinarie: il trattamento fiscale del fondo rischi da scissione. La decisione chiarisce che l’utilizzo di tale fondo non genera materia imponibile se la sua costituzione è avvenuta in un contesto di neutralità fiscale, senza che la società abbia beneficiato di una deduzione. Si tratta di un’importante applicazione del principio di simmetria fiscale.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da un’operazione di scissione parziale di un’azienda speciale di un Comune, che ha portato alla costituzione di una nuova società per azioni. Durante la scissione, nella contabilità della nuova società (la beneficiaria) è stato iscritto un ingente fondo rischi, destinato a coprire la responsabilità sussidiaria per i debiti rimasti in capo all’azienda speciale scissa.

Successivamente, la società beneficiaria ha assunto (accollato) i debiti residui della scissa, che includevano un fondo pensioni e un fondo per contenziosi legali con il personale. Per far fronte a questi debiti, la società ha utilizzato il fondo rischi da scissione precedentemente creato.

L’Amministrazione Finanziaria, ritenendo che tale utilizzo costituisse una sopravvenienza attiva, ha emesso un avviso di accertamento, recuperando a tassazione l’importo corrispondente per gli anni d’imposta 2007 e 2008.

L’Analisi della Cassazione e il trattamento del fondo rischi da scissione

La controversia è giunta fino alla Corte di Cassazione, che ha ribaltato la posizione dell’Erario. I giudici di legittimità hanno incentrato la loro analisi sulla natura dell’operazione di scissione e sulla genesi del fondo in questione.

La scissione, secondo il Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR), è un’operazione fiscalmente neutra. Questo significa che non fa emergere plusvalenze o minusvalenze tassabili sui beni trasferiti, i quali mantengono il loro valore fiscalmente riconosciuto. Di conseguenza, anche le poste di bilancio create in questo contesto, come il fondo rischi da scissione, non possono essere considerate “fiscalmente rilevanti” a priori. Bisogna invece verificare come sono state trattate concretamente.

La Corte ha accertato che la società contribuente aveva dimostrato che il fondo non era stato dedotto dalla base imponibile al momento della sua creazione. Si trattava, in sostanza, di un fondo “tassato”, ovvero costituito con risorse che avevano già scontato l’imposizione fiscale.

Il Principio di Simmetria Fiscale nel fondo rischi da scissione

Il cuore della decisione risiede nell’applicazione del principio di simmetria. Secondo tale principio, un costo è deducibile se e nella misura in cui il relativo ricavo è tassabile. Specularmente, se la costituzione di un fondo non ha generato una deduzione fiscale, il suo successivo utilizzo (che libera il fondo stesso) non può generare una sopravvenienza attiva tassabile. Sarebbe come tassare due volte la stessa ricchezza.

La Corte ha respinto la tesi dell’Amministrazione Finanziaria che tentava di riqualificare la scissione come un mero conferimento di beni, sostenendo che la natura giuridico-formale dell’operazione non poteva essere ignorata per trarne conseguenze fiscali diverse da quelle previste dalla legge.

Le Motivazioni della Decisione

Le motivazioni della Corte si fondano su una chiara interpretazione delle norme sulla neutralità delle operazioni straordinarie. La sentenza sottolinea che, in una scissione, non si può parlare di plusvalenze, e quindi le poste contabili create dalla beneficiaria devono essere analizzate nel concreto per capire il loro trattamento fiscale.

Nel caso specifico, la società aveva fornito la prova che i fondi in contestazione (pensioni e contenzioso) non erano mai stati dedotti dalla base imponibile. Pertanto, l’Erario non poteva pretendere di tassarne l’utilizzo, poiché ciò avrebbe violato il principio fondamentale che vieta di tassare proventi che non corrispondono a una deduzione pregressa. La pretesa del Fisco, che presupponeva una natura dedotta del fondo, è stata giudicata infondata.

Conclusioni

Questa sentenza offre un importante principio guida per le imprese che affrontano operazioni di riorganizzazione societaria. La neutralità fiscale della scissione si estende a tutte le sue componenti, inclusi i fondi rischi creati per gestire le passività trasferite o residue. La chiave per determinare la tassabilità del loro utilizzo risiede nella loro genesi: se un fondo è stato creato senza beneficiare di una deduzione fiscale, il suo annullamento o utilizzo non può essere considerato una sopravvenienza attiva imponibile. La decisione rafforza la certezza del diritto e il principio di simmetria, fondamentale per un corretto rapporto tra contribuente e Fisco.

Quando l’utilizzo di un fondo rischi da scissione non è tassabile?
L’utilizzo di un fondo rischi da scissione non è considerato una sopravvenienza attiva tassabile quando tale fondo è stato costituito durante un’operazione fiscalmente neutra (come la scissione) e la sua creazione non ha generato una deduzione dal reddito imponibile della società. In pratica, se il fondo è stato creato con risorse già tassate, il suo successivo utilizzo è fiscalmente irrilevante.

Può un’operazione di scissione parziale essere assimilata a un conferimento di beni ai fini fiscali?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che la natura giuridico-formale di un’operazione di scissione non può essere ignorata o riqualificata come un semplice conferimento per applicare un regime fiscale diverso e più sfavorevole. La scissione gode di un regime di neutralità fiscale specifico previsto dalla legge.

Come si applica il principio di simmetria fiscale ai fondi rischi?
Il principio di simmetria fiscale impone un trattamento coerente tra la fase di costituzione e quella di utilizzo di un fondo. Se la costituzione del fondo non ha dato diritto a una deduzione fiscale (cioè il costo non è stato scaricato dal reddito), il suo successivo utilizzo (ad esempio, per coprire un debito) non può generare una componente positiva di reddito tassabile (sopravvenienza attiva). Viceversa, se il fondo fosse stato dedotto, il suo utilizzo sarebbe stato tassato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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