LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Fondato pericolo per la riscossione: il caso esaminato

La Corte di Cassazione chiarisce che la messa in liquidazione di una società non è, da sola, prova di un fondato pericolo per la riscossione, ma nemmeno lo esclude a priori. Il giudice deve valutare ulteriori elementi. Errata la decisione che considerava la successiva iscrizione ipotecaria come superamento del pericolo, essendo essa una conseguenza e non una causa.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 15 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Fondato Pericolo per la Riscossione: la Liquidazione Societaria non è Decisiva

L’ordinanza in esame della Corte di Cassazione affronta un tema cruciale nel diritto tributario: la definizione di fondato pericolo per la riscossione. Questo concetto permette all’Amministrazione Finanziaria di agire in via cautelare per assicurare il pagamento dei debiti tributari prima che questi diventino definitivi. La pronuncia chiarisce che la messa in liquidazione volontaria di una società non è, di per sé, né una prova automatica di tale pericolo, né un elemento che lo esclude a priori. La valutazione deve essere sempre basata su un’analisi complessiva e fattuale.

I Fatti del Caso

Una società, posta in liquidazione volontaria, impugnava un avviso di intimazione al pagamento emesso dall’Agenzia delle Entrate. Tale avviso si basava su due precedenti avvisi di accertamento per le annualità 2009 e 2010, anch’essi contestati dalla società. L’Agenzia aveva proceduto all’iscrizione di un’ipoteca per un valore doppio rispetto al credito vantato, giustificando la misura cautelare con l’esistenza di un “fondato pericolo per la riscossione”, identificato principalmente nello stato di liquidazione della società contribuente.

Le Decisioni dei Giudici di Merito

La Commissione Tributaria Provinciale (primo grado) aveva dato ragione all’Amministrazione Finanziaria, ritenendo sussistenti i presupposti per l’azione cautelare. La Commissione Tributaria Regionale (secondo grado), invece, accoglieva l’appello della società. Secondo i giudici d’appello, la messa in liquidazione non altera la personalità giuridica dell’ente ma ne modifica solo l’oggetto sociale, finalizzandolo alla soddisfazione dei creditori e alla ripartizione dell’attivo residuo tra i soci. Inoltre, la CTR riteneva che qualsiasi pericolo fosse stato superato dalla stessa Agenzia con l’iscrizione di un’ipoteca di importo ampiamente capiente. Contro questa decisione, l’Agenzia delle Entrate ha proposto ricorso in Cassazione.

Analisi del Fondato Pericolo per la Riscossione secondo la Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’Agenzia, cassando la sentenza di secondo grado e delineando principi fondamentali sull’interpretazione del fondato pericolo per la riscossione.

I giudici hanno evidenziato due errori nel ragionamento della CTR.

1. L’errore sull’iscrizione ipotecaria: La Corte ha chiarito che l’iscrizione ipotecaria non è un evento che elimina il pericolo, ma una diretta conseguenza della sua esistenza. La norma (art. 29, d.l. 78/2010) consente all’Agenzia di affidare il credito in riscossione in via anticipata proprio perché c’è un pericolo. L’iscrizione dell’ipoteca è uno degli strumenti che derivano da questo affidamento. È quindi illogico sostenere che l’effetto (l’ipoteca) possa annullare la causa (il pericolo) che lo ha generato.

2. L’errore sulla messa in liquidazione: La Cassazione ha ribadito, richiamando un suo precedente, che la sola circostanza della messa in liquidazione volontaria non è idonea, da sola, a integrare il requisito del “fondato pericolo”. Tuttavia, la CTR ha errato nel trarre la conclusione opposta, ovvero che la liquidazione escluda in automatico ogni rischio. La Corte Suprema ha specificato che non esiste alcun automatismo, né in senso positivo né in senso negativo.

le motivazioni

La motivazione della Corte si basa sulla necessità di un’analisi caso per caso. Il periculum può emergere dalla combinazione di più fattori. La messa in liquidazione è una di queste variabili, ma deve essere considerata insieme ad altre circostanze concrete, quali:

* Condotte del contribuente: ad esempio, l’occultamento di beni o patrimoni.
* Eventi oggettivi esterni: come la notifica di provvedimenti di sequestro o l’esistenza di una pluralità di ingenti debiti verso altri creditori.
* Condizioni patrimoniali della società: una situazione di crisi finanziaria, anche se transitoria.
* Condotta del liquidatore: gravi irregolarità nella gestione della procedura di liquidazione che possano compromettere il credito erariale.

Il giudice di merito, pertanto, non può limitarsi a constatare lo stato di liquidazione, ma deve esaminare l’intero contesto per accertare se esista un rischio concreto e attuale per il soddisfacimento del credito fiscale.

le conclusioni

La decisione della Corte di Cassazione stabilisce un principio di equilibrio: la liquidazione volontaria non è un “semaforo verde” automatico per le misure cautelari del Fisco, ma non è neanche uno “scudo” che protegge il contribuente da tali azioni. La valutazione del fondato pericolo per la riscossione richiede un’indagine approfondita e personalizzata sulla situazione specifica della società. La sentenza impugnata è stata cassata perché basata su un automatismo errato, e il caso è stato rinviato a un’altra sezione della Commissione Tributaria Regionale, che dovrà riesaminare i fatti attenendosi a questo principio.

La messa in liquidazione di una società costituisce automaticamente un ‘fondato pericolo per la riscossione’?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la sola messa in liquidazione volontaria non è sufficiente a integrare il requisito del fondato pericolo, ma è necessario che a tale condizione concorrano ulteriori fatti specifici.

L’iscrizione di un’ipoteca da parte dell’Agenzia delle Entrate elimina il ‘fondato pericolo per la riscossione’?
No. La Corte ha chiarito che l’iscrizione ipotecaria è una conseguenza, e non una causa, dell’accertato pericolo. È uno strumento reso possibile proprio dall’esistenza del rischio e non può essere usato per sostenere che il rischio stesso sia superato.

Può un giudice escludere a priori il pericolo di riscossione solo perché una società si trova in liquidazione volontaria?
No. La Corte ha affermato che non può esserci nessun automatismo, né nel senso di affermare il pericolo né in quello di escluderlo. Il giudice ha il dovere di valutare in concreto tutte le circostanze del caso per determinare se esista un rischio effettivo per il credito erariale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati