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Firma cartella di pagamento: quando non è necessaria

Una società ha impugnato una cartella di pagamento sostenendo la mancata notifica dell’atto presupposto e l’illegittimità della firma del dirigente sul ruolo. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che per i debiti derivanti da controlli automatici di dichiarazioni fiscali, la legge non richiede né la firma sulla cartella di pagamento o sul ruolo, né la notifica preventiva di un avviso bonario. Pertanto, l’assenza di tali elementi non invalida l’atto di riscossione.

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Pubblicato il 11 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Firma Cartella di Pagamento: la Cassazione chiarisce quando è superflua

La validità di un atto fiscale spesso dipende dal rispetto di requisiti formali. Una delle contestazioni più comuni sollevate dai contribuenti riguarda la firma sulla cartella di pagamento, considerata da molti un elemento essenziale per la sua legittimità. Tuttavia, una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: nei procedimenti di controllo automatico, l’assenza della firma del dirigente non invalida l’atto. Analizziamo questa importante decisione.

I Fatti del Caso: Una Cartella di Pagamento Contestata

Una società S.R.L. si è vista notificare una cartella di pagamento per un importo di circa 24.000 euro, relativo all’IVA non versata per l’anno d’imposta 2018. Il debito era emerso a seguito di un controllo automatizzato ai sensi dell’art. 54-bis del D.P.R. 633/1972. La società ha impugnato la cartella basando la sua difesa su due motivi principali:
1. La mancata notifica della ‘comunicazione degli esiti del controllo’ (il cosiddetto avviso bonario), atto che avrebbe dovuto precedere l’iscrizione a ruolo.
2. L’illegittimità della sottoscrizione del ruolo da parte di un dirigente dell’Agenzia delle Entrate la cui nomina era stata dichiarata incostituzionale da una nota sentenza della Corte Costituzionale (n. 37/2015).

Sia la Commissione Tributaria Provinciale che quella di secondo grado hanno respinto le doglianze della società, portando il caso dinanzi alla Corte di Cassazione.

L’Analisi della Cassazione: Quando la Firma sulla Cartella di Pagamento non è necessaria

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile e infondato, cogliendo l’occasione per chiarire in modo definitivo i due punti controversi. I giudici hanno smontato le argomentazioni del contribuente, confermando la piena validità della cartella di pagamento.

La questione della notifica dell’avviso bonario

Il primo motivo di ricorso si concentrava sull’omessa notifica dell’atto presupposto. La Cassazione ha stabilito che, nelle ipotesi di controllo formale che accertano unicamente il mancato versamento di imposte già dichiarate dal contribuente, la legge non prevede come obbligatoria la notifica di un avviso bonario. Questo tipo di comunicazione è previsto per consentire al contribuente di correggere errori materiali o fornire chiarimenti, ma quando il debito è certo e liquido (come un’IVA dichiarata e non versata), la sua assenza non costituisce un vizio procedurale. Di conseguenza, il contribuente non ha un interesse giuridicamente tutelato a lamentare la mancata ricezione di un atto non prescritto dalla legge.

La validità del ruolo senza firma dirigenziale

Il punto centrale della controversia era la validità della firma sulla cartella di pagamento e, più a monte, sul ruolo. La Corte ha ribadito un orientamento consolidato: l’iscrizione a ruolo e la conseguente cartella emessa a seguito di controlli automatizzati (ex art. 36-bis D.P.R. 600/73) sono atti che non necessitano di alcuna sottoscrizione autografa.

Le Motivazioni della Decisione

La decisione della Cassazione si fonda su principi giuridici precisi. La natura vincolata e automatizzata del ruolo, in questi specifici casi, elimina la necessità di una sottoscrizione che attesti una valutazione discrezionale da parte di un funzionario. L’atto è, di fatto, il risultato di un’elaborazione informatica di dati già forniti dal contribuente. La legge (art. 12 del d.P.R. n. 602/1973) non prevede la nullità per omessa sottoscrizione del ruolo. Opera, invece, una presunzione generale di riferibilità dell’atto all’organo da cui promana, e spetta al contribuente fornire la prova contraria, non limitandosi a una generica contestazione.
Inoltre, i giudici hanno specificato che l’autografia della sottoscrizione è un elemento essenziale solo nei casi espressamente previsti dalla legge. Per la cartella di pagamento, l’art. 25 del d.P.R. n. 602/1973 richiede che sia predisposta secondo un modello ministeriale che prevede l’intestazione all’esattore, ma non la sua firma. Di conseguenza, la questione sulla legittimità della nomina del dirigente che ha firmato il ruolo diventa irrilevante, poiché la firma stessa non era un requisito di validità.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche per i Contribuenti

Questa ordinanza offre importanti indicazioni pratiche. Per i debiti fiscali derivanti da controlli automatici su imposte dichiarate e non pagate, contestare la cartella di pagamento per vizi formali come la mancanza della firma del dirigente o la mancata ricezione dell’avviso bonario è una strategia destinata al fallimento. La giurisprudenza è ormai unanime nel ritenere questi elementi non essenziali per la validità dell’atto. I contribuenti dovrebbero piuttosto concentrare le proprie difese sulla sostanza della pretesa tributaria, verificando la correttezza del calcolo dell’imposta, delle sanzioni e degli interessi, piuttosto che appellarsi a formalismi che la legge e l’interpretazione costante della Cassazione non ritengono invalidanti.

Una cartella di pagamento derivante da controllo automatico è nulla se il ruolo non è firmato?
No. Secondo la Corte di Cassazione, per gli atti derivanti da controlli automatici (come quelli previsti dall’art. 36-bis D.P.R. 600/73), la sottoscrizione del ruolo e della conseguente cartella non è un requisito di validità previsto dalla legge, pertanto la sua assenza non rende nullo l’atto.

È sempre necessaria la notifica dell’avviso bonario prima di ricevere una cartella di pagamento?
No. Nelle ipotesi di controllo formale su imposte dichiarate dal contribuente ma non versate, la notifica di un avviso bonario non è obbligatoria. La sua omissione non invalida la successiva cartella di pagamento.

La nomina di un dirigente dell’Agenzia delle Entrate dichiarata illegittima rende nulli gli atti da lui firmati?
Nel caso specifico di ruoli e cartelle derivanti da controlli automatici, la questione è irrilevante. Poiché la firma non è un requisito di validità dell’atto, anche se fosse apposta da un dirigente la cui nomina è illegittima, l’atto resterebbe valido.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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