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Finanziamento soci: no imposta se convertito in capitale

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 15714/2024, ha stabilito che l’enunciazione di un finanziamento soci in un verbale di assemblea per l’aumento di capitale non è soggetta a imposta di registro se gli effetti del finanziamento cessano proprio in virtù di tale operazione. La conversione del debito in capitale estingue l’obbligo di restituzione, integrando la causa di non imponibilità prevista dalla legge.

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Pubblicato il 26 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Finanziamento soci: quando la conversione in capitale non paga l’imposta di registro

Il finanziamento soci è uno strumento cruciale per la vita delle imprese, ma la sua gestione fiscale, soprattutto quando viene convertito in capitale, può generare dubbi. Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento fondamentale: la menzione di un finanziamento soci in un verbale di aumento di capitale non è tassabile se il finanziamento stesso si estingue con quella operazione. Vediamo nel dettaglio la vicenda e i principi affermati dai giudici.

I Fatti del Caso

Una società in accomandita semplice aveva impugnato un avviso di liquidazione dell’imposta di registro emesso dall’Agenzia delle Entrate. L’amministrazione finanziaria pretendeva il pagamento dell’imposta su un contratto di finanziamento soci che era stato menzionato (‘enunciato’) in un verbale di assemblea. Durante tale assemblea, la società aveva deliberato una trasformazione societaria, un ripianamento delle perdite e un aumento del capitale sociale, realizzato proprio attraverso la rinuncia del socio alla restituzione del finanziamento precedentemente erogato.

La Commissione Tributaria Regionale aveva dato ragione alla società, ritenendo che, poiché gli effetti del finanziamento erano cessati proprio grazie all’atto che lo menzionava (il verbale di assemblea), non si dovesse applicare l’imposta, secondo quanto previsto dall’articolo 22, comma 2, del d.P.R. n. 131/1986. L’Agenzia delle Entrate, non soddisfatta, ha presentato ricorso in Cassazione.

La questione giuridica e il corretto trattamento del finanziamento soci

Il nodo della questione ruota attorno all’interpretazione dell’articolo 22 del Testo Unico sull’Imposta di Registro. La regola generale (comma 1) stabilisce che se un atto registrato menziona un altro contratto non registrato, anche quest’ultimo deve essere tassato.

Tuttavia, il comma 2 prevede un’importante eccezione: la tassazione non avviene ‘quando gli effetti delle disposizioni enunciate sono già cessati o cessano in virtù dell’atto che contiene l’enunciazione’.

Nel caso specifico, l’atto registrato è il verbale di assemblea che delibera l’aumento di capitale. L’atto enunciato è il contratto verbale di finanziamento soci. L’Agenzia delle Entrate sosteneva che la conversione del finanziamento in capitale costituisse un arricchimento per la società e non un’estinzione, e che quindi l’imposta fosse dovuta. La Corte di Cassazione, però, ha seguito un ragionamento diverso.

Le Motivazioni della Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso dell’Agenzia infondato, confermando la decisione di secondo grado. Il ragionamento dei giudici si basa su un’analisi precisa degli effetti giuridici dell’operazione.

Un finanziamento soci è assimilabile a un contratto di mutuo. Il suo effetto principale è l’obbligo per la società di restituire la somma ricevuta dal socio. Quando l’assemblea delibera di imputare quella stessa somma a capitale sociale, la ‘causa’ del trasferimento di denaro (la datio) cambia radicalmente: da debito da restituire si trasforma in un conferimento a titolo di capitale di rischio.

Questo mutamento di causa determina la cessazione degli effetti tipici del finanziamento. L’obbligo di restituzione viene meno. Secondo la Corte, questa cessazione avviene ‘in virtù’ dell’atto enunciante (il verbale di assemblea), integrando perfettamente la condizione prevista dalla norma di esenzione.

I giudici hanno chiarito che non è necessaria un’anteriorità o contestualità della cessazione degli effetti rispetto all’atto che enuncia il finanziamento. È sufficiente che la cessazione sia una conseguenza diretta e riconducibile a quell’atto. L’operazione di aumento di capitale tramite compensazione con il credito del socio per il finanziamento estingue il finanziamento stesso, facendo scattare la clausola di non imponibilità.

Le Conclusioni

L’ordinanza della Cassazione offre un importante principio di certezza giuridica per le imprese. Viene confermato che la conversione di un finanziamento soci in capitale sociale è un’operazione fiscalmente neutra ai fini dell’imposta di registro per quanto riguarda il finanziamento originario. La chiave di volta è la cessazione degli effetti del finanziamento, che si realizza proprio con l’imputazione della somma a capitale. Questa decisione previene un’ingiustificata doppia imposizione e riconosce la legittimità di una pratica gestionale comune e fondamentale per la capitalizzazione delle società.

Un finanziamento soci menzionato in un verbale di aumento di capitale è sempre soggetto a imposta di registro?
No. Secondo la Corte di Cassazione, non è soggetto a imposta se gli effetti del finanziamento cessano proprio a causa dell’operazione di aumento di capitale descritta nel verbale. In questo caso, si applica l’eccezione prevista dall’art. 22, comma 2, del d.P.R. n. 131/1986.

Cosa si intende per ‘cessazione degli effetti’ di un finanziamento soci?
Per ‘cessazione degli effetti’ si intende principalmente l’estinzione dell’obbligo della società di restituire la somma al socio. Questo avviene quando il finanziamento viene convertito in capitale sociale, perché la natura del versamento cambia da debito a conferimento.

Perché la conversione del debito in capitale fa scattare l’esenzione dall’imposta?
Perché l’atto che menziona il finanziamento (il verbale di assemblea) è lo stesso atto che ne causa l’estinzione. La legge esenta da imposta proprio i casi in cui gli effetti del contratto enunciato cessano ‘in virtù’ dell’atto che lo contiene, e la conversione del finanziamento in capitale rientra perfettamente in questa fattispecie.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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