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Favor rei tributario: sanzioni ridotte retroattivamente

Un professionista del settore sanitario ha ricevuto un avviso di accertamento per redditi non dichiarati. La Corte di Cassazione ha respinto le contestazioni del contribuente sull’accertamento, ma ha accolto il motivo relativo alle sanzioni. Applicando il principio del favor rei tributario, ha stabilito che le sanzioni devono essere ricalcolate in base a una legge successiva più favorevole, anche se i fatti sono antecedenti. Il caso è stato rinviato al giudice di merito per il ricalcolo.

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Pubblicato il 12 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Favor Rei Tributario: la Cassazione Conferma Sanzioni Più Miti Retroattive

L’ordinanza n. 32271/2024 della Corte di Cassazione riafferma un principio di fondamentale importanza nel diritto sanzionatorio: il favor rei tributario. Questa decisione chiarisce che una normativa più mite sulle sanzioni deve essere applicata anche a violazioni commesse prima della sua entrata in vigore. Un’ottima notizia per i contribuenti coinvolti in lunghi contenziosi fiscali. Analizziamo insieme la vicenda e le conclusioni della Suprema Corte.

I Fatti di Causa

Il caso riguarda un fisioterapista a cui l’Agenzia delle Entrate aveva notificato un avviso di accertamento per l’anno d’imposta 2012. L’amministrazione finanziaria contestava un maggior reddito non dichiarato, basando le proprie conclusioni su diversi elementi: indagini bancarie sui conti del professionista e della moglie, discrepanze nelle scritture contabili e testimonianze di alcuni pazienti. Da queste ultime era emersa la presenza di costosi macchinari per terapie specialistiche (come la laser terapia) non registrati contabilmente, suggerendo una maggiore capacità contributiva e un reddito occulto.

Il contribuente aveva impugnato l’atto, ma i giudizi di primo e secondo grado si erano conclusi a suo sfavore. Di qui, il ricorso alla Corte di Cassazione, fondato su tre distinti motivi.

I Motivi del Ricorso e l’Analisi della Suprema Corte

Il professionista ha basato la sua difesa in Cassazione su tre argomentazioni principali:

1. Vizio di motivazione della sentenza d’appello: Si lamentava una motivazione assente o contraddittoria, in quanto i giudici di merito non avrebbero spiegato adeguatamente perché le giustificazioni fornite dal contribuente non fossero idonee a superare le presunzioni dell’ufficio.
2. Violazione delle norme sulle presunzioni: Il ricorrente sosteneva che non fosse stata correttamente valutata la prova contraria offerta per vincere la presunzione legale di maggior reddito derivante dai versamenti bancari.
3. Applicazione del favor rei tributario: Si chiedeva l’applicazione retroattiva della disciplina sanzionatoria più favorevole introdotta dal D.Lgs. 158/2015, anche se i fatti contestati erano antecedenti al 1° gennaio 2016.

La Corte di Cassazione ha trattato congiuntamente i primi due motivi, rigettandoli. Gli Ermellini hanno ribadito che il ricorso in Cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si possono rivalutare i fatti e le prove. Il loro compito è verificare la corretta applicazione della legge e la coerenza logica della motivazione della sentenza impugnata. Secondo la Corte, le lamentele del contribuente miravano, in realtà, a ottenere una nuova e diversa valutazione del merito della causa, attività preclusa in sede di legittimità. La motivazione della sentenza d’appello, pur sintetica, non era né mancante né meramente apparente, superando quindi il vaglio del cosiddetto “minimo costituzionale”.

L’Accoglimento del Motivo sul Favor Rei Tributario

Il terzo motivo ha avuto, invece, esito positivo. La Corte ha accolto la richiesta di applicare il principio del favor rei tributario. Questo principio, di derivazione penalistica ma pacificamente esteso alle sanzioni amministrative di natura punitiva come quelle fiscali, impone di applicare la legge successiva più favorevole al trasgressore.

Le Motivazioni della Decisione

La motivazione della Corte sul punto è netta e si allinea a un orientamento ormai consolidato. I giudici hanno affermato che il D.Lgs. 158/2015 ha introdotto un regime sanzionatorio più mite per diverse violazioni tributarie. In base al principio del favor rei, questa nuova disciplina deve trovare applicazione anche per i fatti commessi prima della sua entrata in vigore, a condizione che il procedimento non sia già concluso con un provvedimento definitivo.

Poiché nel caso di specie il giudizio era ancora pendente, il contribuente aveva pieno diritto a beneficiare del trattamento sanzionatorio più favorevole. Di conseguenza, la Corte ha cassato la sentenza impugnata limitatamente a questo aspetto e ha rinviato la causa alla Corte di giustizia tributaria di secondo grado. Quest’ultima, in diversa composizione, avrà il compito di ricalcolare le sanzioni applicando la normativa più mite.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

L’ordinanza in commento offre importanti spunti di riflessione. In primo luogo, ribadisce i limiti del giudizio di Cassazione, che non può trasformarsi in una revisione del merito. In secondo luogo, e soprattutto, conferma la piena operatività del principio del favor rei in materia di sanzioni tributarie. Questa è una garanzia fondamentale per il contribuente, che può beneficiare di un eventuale alleggerimento del carico sanzionatorio deciso dal legislatore anche quando la sua violazione risale a periodi precedenti. Per i professionisti e le imprese con contenziosi in corso, è cruciale verificare sempre se, nelle more del giudizio, siano intervenute modifiche normative che possano portare a una riduzione delle sanzioni richieste dal Fisco.

È possibile chiedere alla Corte di Cassazione di riesaminare le prove e i fatti di una causa tributaria?
No, la Corte di Cassazione non riesamina il merito della vicenda o le prove. Il suo ruolo è limitato a verificare la corretta applicazione delle norme di legge e la coerenza logico-giuridica della motivazione della sentenza impugnata, senza poter entrare nella valutazione dei fatti.

Il principio del favor rei si applica alle sanzioni tributarie?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che il principio del favor rei, secondo cui si applica la legge successiva più favorevole, è pienamente operativo anche per le sanzioni tributarie. Pertanto, se una nuova legge introduce sanzioni più miti, questa deve essere applicata anche alle violazioni commesse prima della sua entrata in vigore, purché il procedimento sanzionatorio non sia ancora definito.

Cosa accade quando la Cassazione accoglie solo uno dei motivi del ricorso?
In questo caso, la Corte ‘cassa con rinvio’ la sentenza impugnata, ma solo per la parte relativa al motivo accolto. Ciò significa che la sentenza viene annullata limitatamente a quel punto specifico (nel caso in esame, il calcolo delle sanzioni) e il caso viene rimandato a un altro giudice di merito affinché decida nuovamente su quell’aspetto, attenendosi al principio di diritto stabilito dalla Cassazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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