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Favor rei tributario: sanzioni ridotte e retroattive

Una contribuente ha pagato in ritardo l’imposta di successione, ricevendo una cartella con una sanzione del 30%. La Corte di Cassazione ha stabilito che deve essere applicata una legge successiva più favorevole, che riduce la sanzione per ritardi inferiori a 90 giorni. La Corte ha applicato il principio del favor rei tributario, poiché il provvedimento sanzionatorio non era ancora definitivo, cassando la sentenza precedente e rinviando per il ricalcolo della sanzione ridotta.

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Pubblicato il 9 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Favor rei tributario: Sanzioni Ridotte per Pagamenti Tardivi

Il principio del favor rei tributario rappresenta una garanzia fondamentale per il contribuente, stabilendo che, in caso di modifiche legislative, si debba applicare la norma sanzionatoria più mite. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha riaffermato con forza questo principio in un caso relativo a sanzioni per il tardivo versamento dell’imposta di successione, offrendo importanti chiarimenti sulla sua applicazione retroattiva.

I Fatti del Caso

Una contribuente, a seguito della scomparsa di un familiare, era tenuta al versamento dell’imposta di successione. A causa di difficoltà, non riusciva a pagare l’importo dovuto entro la scadenza fissata. Aveva tentato di ottenere una dilazione di pagamento, ma non era riuscita a prestare l’idonea garanzia fideiussoria richiesta dalla normativa allora in vigore.

Di conseguenza, provvedeva al pagamento integrale dell’imposta con un ritardo inferiore a 90 giorni rispetto alla scadenza. L’Agenzia delle Entrate, applicando la legge vigente al momento della violazione, notificava una cartella di pagamento irrogando una sanzione amministrativa pari al 30% dell’imposta versata in ritardo.

La contribuente impugnava la cartella, ottenendo una prima vittoria presso la Commissione Tributaria Provinciale. Tuttavia, la Commissione Tributaria Regionale, in sede di appello, riformava la decisione, dando ragione all’Amministrazione Finanziaria. La controversia giungeva così all’esame della Corte di Cassazione.

La Questione del Favor Rei Tributario e delle Norme Sopravvenute

Il cuore della difesa della contribuente si basava su due argomenti principali legati a normative entrate in vigore dopo la sua violazione:
1. Una nuova legge aveva reso più semplice ottenere la dilazione dei pagamenti, eliminando l’obbligo della garanzia fideiussoria.
2. Un’altra modifica legislativa aveva introdotto un trattamento sanzionatorio più favorevole per i ritardi brevi, riducendo alla metà (quindi al 15%) la sanzione del 30% per i versamenti effettuati entro 90 giorni dalla scadenza.

La Corte di Cassazione ha esaminato attentamente entrambi i punti, giungendo a conclusioni diverse.

La non Retroattività delle Norme sulla Dilazione

I giudici hanno chiarito che le norme che disciplinano le modalità di pagamento dei tributi, come quelle sulla dilazione, sono norme di natura sostanziale e non sanzionatoria. In base al principio generale sancito dallo Statuto del Contribuente, le disposizioni tributarie non hanno effetto retroattivo, salvo che sia espressamente previsto. Pertanto, la contribuente non poteva beneficiare delle nuove e più semplici regole per la richiesta di rateizzazione, poiché la sua richiesta era stata presentata e rifiutata sotto l’imperio della vecchia e più restrittiva disciplina.

L’Applicazione Retroattiva del Favor Rei Tributario

Discorso diverso, invece, per la norma sanzionatoria. La Corte ha ribadito che il principio del favor rei tributario, codificato nel D.Lgs. 472/1997, ha una portata generale e si applica anche retroattivamente. Questo principio stabilisce che se la legge in vigore al momento della violazione e le leggi successive prevedono sanzioni di entità diversa, si applica la legge più favorevole, a condizione che il provvedimento di irrogazione della sanzione non sia divenuto definitivo.

Nel caso di specie, la sanzione era stata comminata con la cartella di pagamento impugnata dalla contribuente. Poiché il giudizio era ancora in corso, la sanzione non poteva considerarsi “definitiva”. Di conseguenza, la contribuente aveva pieno diritto a beneficiare della nuova e più mite sanzione del 15%, essendo il suo ritardo nel pagamento inferiore ai 90 giorni.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha fondato la sua decisione sulla netta distinzione tra norme sostanziali e norme sanzionatorie. Le prime, che definiscono il presupposto d’imposta e le modalità di adempimento, seguono il principio di irretroattività. Le seconde, che puniscono le violazioni, sono invece governate dal principio del favor rei tributario. La ratio di questa distinzione risiede nella natura afflittiva della sanzione: è irragionevole continuare ad applicare una sanzione che il legislatore stesso ha successivamente ritenuto eccessiva. Poiché il contenzioso era ancora aperto, l’atto sanzionatorio non era definitivo, aprendo la porta all’applicazione dello ius superveniens (diritto sopravvenuto) più favorevole.

Conclusioni

La Corte di Cassazione ha accolto il motivo di ricorso relativo all’applicazione del favor rei tributario. Ha cassato la sentenza della Commissione Tributaria Regionale e ha rinviato la causa a quest’ultima, in diversa composizione, affinché proceda a ricalcolare la sanzione dovuta dalla contribuente applicando la più favorevole aliquota ridotta. Questa ordinanza conferma un importante baluardo a tutela del contribuente: finché una sanzione è oggetto di contenzioso e non è definitiva, è sempre possibile invocare l’applicazione di una legge successiva che preveda un trattamento più mite.

Una nuova legge che riduce le sanzioni fiscali si applica anche a violazioni commesse in passato?
Sì, il principio del favor rei tributario stabilisce che si applica la legge sanzionatoria più favorevole, anche se entrata in vigore dopo la violazione, a condizione che il provvedimento che irroga la sanzione non sia ancora diventato definitivo (ad esempio, perché è ancora in corso un procedimento giudiziario).

Se impugno una cartella di pagamento, devo citare in giudizio sia l’ente creditore (es. Agenzia delle Entrate) sia l’agente della riscossione?
No, la Corte di Cassazione ha confermato che non esiste un litisconsorzio necessario. Il contribuente può agire indifferentemente nei confronti di uno dei due soggetti, senza che la mancata citazione in giudizio dell’altro renda nullo il procedimento.

Le nuove regole più vantaggiose per ottenere una dilazione di pagamento si applicano retroattivamente?
No, le norme che regolano le modalità di pagamento e di rateizzazione dei tributi sono considerate norme sostanziali e, di regola, non hanno effetto retroattivo. Si applica la disciplina in vigore al momento in cui è stata gestita la pratica di dilazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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