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Favor rei tributario: sanzioni ridotte anche in corso

Un contribuente ha impugnato un avviso di accertamento fiscale contestando errori procedurali. La Corte di Cassazione ha respinto i motivi principali del ricorso, ma ha accolto la richiesta di applicazione di sanzioni più miti in virtù del principio del favor rei tributario, introdotto da una nuova legge. La sentenza è stata quindi cassata limitatamente alle sanzioni, con rinvio per il loro ricalcolo.

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Pubblicato il 11 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Favor Rei Tributario: La Cassazione Riduce le Sanzioni nei Giudizi Pendenti

L’ordinanza n. 21759/2024 della Corte di Cassazione offre un importante chiarimento sul principio del favor rei tributario, confermando che le modifiche normative più favorevoli al contribuente devono essere applicate anche ai giudizi in corso. Questo principio si rivela cruciale, come nel caso di specie, dove, pur vedendo respinte le proprie censure principali, un contribuente ha ottenuto una significativa vittoria sulla quantificazione delle sanzioni.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine da un avviso di accertamento notificato a un contribuente per gli anni d’imposta 2007 e 2008. L’Agenzia delle Entrate aveva proceduto a una ricostruzione sintetica del suo reddito (tramite il cosiddetto “redditometro”) basandosi su beni indicativi di una maggiore capacità contributiva. Il contribuente aveva impugnato l’atto, lamentando sia vizi procedurali, come il mancato contraddittorio preventivo, sia errori di merito. Tuttavia, i primi due gradi di giudizio si erano conclusi in modo sfavorevole, confermando la pretesa del Fisco.

Le Censure Proposte in Cassazione

Arrivato dinanzi alla Corte di Cassazione, il contribuente ha affidato il suo ricorso a due motivi principali:
1. Omessa pronuncia su un errore di calcolo: Si contestava al giudice d’appello di non aver risposto alla censura relativa a un presunto errore nella quantificazione del reddito ricostruito per l’anno 2008, che sarebbe stato erroneamente equiparato a quello del 2007.
2. Violazione del contraddittorio preventivo: Si lamentava la mancata applicazione del contraddittorio endoprocedimentale, ritenuto obbligatorio prima dell’emissione dell’avviso di accertamento.

La Svolta: l’Applicazione del Principio del Favor Rei Tributario

Nonostante la Corte abbia rigettato entrambi i motivi di ricorso, la questione ha preso una piega inaspettata. In prossimità dell’udienza, la difesa del contribuente ha depositato una memoria invocando lo ius superveniens, cioè una nuova legge più favorevole intervenuta nel corso del giudizio. Nello specifico, si faceva riferimento al D.Lgs. n. 158/2015, che ha mitigato il regime sanzionatorio per determinate violazioni, riducendo le sanzioni dal 100% al 90% dell’imposta dovuta. Questa mossa si è rivelata decisiva.

Le Motivazioni della Corte

La Corte di Cassazione ha prima di tutto smontato i due motivi principali del ricorso.
Sul primo punto, ha chiarito che la censura sull’errore di calcolo non era stata formulata in modo esplicito nei gradi di merito e che, in ogni caso, un simile errore non avrebbe comportato la nullità della sentenza, poiché il giudice d’appello ha il potere di rideterminare autonomamente il quantum dovuto.

Sul secondo punto, ha precisato che l’obbligo del contraddittorio preventivo per gli accertamenti basati sul redditometro è stato introdotto solo per le annualità d’imposta a partire dal 2009. Poiché il caso riguardava il 2007 e il 2008, tale obbligo non era normativamente previsto e non poteva essere considerato implicitamente esistente per i tributi “non armonizzati”.

Tuttavia, la Corte ha accolto pienamente la questione relativa alle sanzioni. Richiamando il principio del favor rei tributario, sancito dall’art. 3 del D.Lgs. n. 472/1997, ha stabilito che la norma successiva più favorevole deve trovare applicazione anche nei giudizi non ancora definiti. Di conseguenza, il contribuente aveva diritto a beneficiare della riduzione delle sanzioni prevista dal D.Lgs. n. 158/2015.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha rigettato i motivi di ricorso nel merito, ma ha cassato la sentenza impugnata limitatamente al profilo sanzionatorio. Il caso è stato rinviato alla Corte di giustizia tributaria di secondo grado della Toscana, che dovrà procedere al ricalcolo delle sanzioni applicando la normativa più mite. Questa decisione ribadisce un principio fondamentale: l’evoluzione legislativa può avere un impatto diretto sui processi in corso, offrendo ai contribuenti la possibilità di beneficiare di trattamenti sanzionatori più leggeri anche a distanza di anni dalla violazione contestata.

Quando si applica l’obbligo del contraddittorio preventivo per gli accertamenti da redditometro?
Secondo la sentenza, l’obbligo del contraddittorio preventivo per gli accertamenti basati sul redditometro, introdotto dal D.L. n. 78/2010, si applica solo alle dichiarazioni relative all’anno d’imposta 2009 e successivi. Per gli anni precedenti, come il 2007 e il 2008 oggetto del caso, tale obbligo non era normativamente previsto.

Un errore del giudice nel quantificare il reddito ricostruito rende nulla la sentenza?
No. La Corte ha stabilito che un presunto errore nella quantificazione del reddito non costituisce un motivo di nullità della sentenza, in quanto il giudice d’appello ha il potere devolutivo di riesaminare e, se necessario, rimodulare l’importo dovuto, senza essere vincolato dalla valutazione del primo giudice.

È possibile ottenere una riduzione delle sanzioni se una nuova legge più favorevole entra in vigore durante il processo?
Sì. La Corte ha confermato che, in base al principio del favor rei tributario, se una nuova legge introduce un trattamento sanzionatorio più mite, questa deve essere applicata anche ai giudizi ancora in corso al momento della sua entrata in vigore. Nel caso specifico, questo ha comportato la cassazione della sentenza limitatamente alle sanzioni per consentirne il ricalcolo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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