Ordinanza di Cassazione Civile Sez. 5 Num. 28203 Anno 2025
Civile Ord. Sez. 5   Num. 28203  Anno 2025
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data pubblicazione: 23/10/2025
ORDINANZA
sul ricorso iscritto al n. 31174/2021 R.G. proposto da :
AGENZIA  DELLE  ENTRATE,  rappresentata  e  difesa  ex  lege  dalla Avvocatura Generale dello Stato
-ricorrente-
 contro
RAGIONE_SOCIALE, COGNOME NOME, COGNOME NOME, elettivamente domiciliati in ROMA, INDIRIZZO, presso lo RAGIONE_SOCIALE, rappresentati e difesi dall’avvocato NOME COGNOME
-controricorrenti- avverso la Sentenza RAGIONE_SOCIALE Commissione Tributaria Regionale della Sicilia -Sezione  Staccata  di  Catania  n.  4682/2021  depositata  il 14/05/2021.
Udita la relazione svolta nella camera di consiglio del 09/10/2025 dal Consigliere NOME COGNOME.
FATTI DI CAUSA
 Come  si  apprende  dagli  atti,  a  seguito  di  controlli  effettuati dall’RAGIONE_SOCIALE  RAGIONE_SOCIALE  RAGIONE_SOCIALE  di Ragusa,  emergeva  che  la  RAGIONE_SOCIALE  nel  2011  aveva  dedotto  dal  reddito  d’impresa, detraendo  altresì  la  relativa  Iva,  costi  derivanti  da  alcune  fatture emesse dall’RAGIONE_SOCIALE e dall’RAGIONE_SOCIALE.
Poiché non risultava stipulato alcun contratto di sponsorizzazione, la società veniva invitata a descrivere e documentare analiticamente le sponsorizzazioni.
1.1. L’Ufficio riteneva documentate in modo esauriente le prestazioni di sponsorizzazione ricevute dall’RAGIONE_SOCIALE; tuttavia, avuto riguardo invece ai servizi di sponsorizzazione che sarebbero stati erogati dall’RAGIONE_SOCIALE rilevava che la contribuente non aveva idoneamente documentato l’oggetto di tali prestazioni concludeva, sulla base dei motivi elencati alle pagg. 8 e ss. dell’avviso di accertamento n. NUMERO_DOCUMENTO, che le fatture ricevute erano state emesse per operazioni oggettivamente inesistenti.
1.2. Erano inoltre emessi gli avvisi di accertamento n. NUMERO_DOCUMENTO  e  n.  NUMERO_DOCUMENTO  a  carico  dei  soci NOME COGNOME e NOME COGNOME, con i quali erano sottoposti ad  imposizione  i  maggiori  utili  accertati  in  capo  alla  società  a ristretta base sociale.
 RAGIONE_SOCIALE,  nonché  i  soci  NOME  COGNOME  e NOME  COGNOME  impugnavano  gli  atti  impositivi  suddetti  e  le ragioni dei contribuenti trovavano favorevole riscontro in entrambi i gradi del giudizio di merito.
RAGIONE_SOCIALE‘RAGIONE_SOCIALE  ricorre,  con  unico  motivo ,  avverso  la sentenza  della  Commissione  Tributaria  Regionale  della  Sicilia -Sezione  Staccata  di  Catania  indicata  in  epigrafe  che,  rigettando l’appello  erariale,  ha  confermato  la  decisione  di  primo  grado di accoglimento del ricorso.
 I  contribuenti  resistono  con  controricorso  e  hanno  depositato memoria illustrativa ex art. 380-bis.1 c.p.c.
RAGIONI DELLA DECISIONE
Con  l’unico motivo  di ricorso l’Amministrazione finanziaria denuncia,  in  relazione  all’art.  360,  comma  1,  n.  3  c.p.с.,  la
violazione e falsa applicazione degli artt. 109 del Tuir, 19 del DPR n. 633/1972, 2697 e 2727 c.c.
1.1. Deduce la Difesa erariale che le argomentazioni esposte nella sentenza di appello non appaiono condivisibili, dal momento che, al contrario di quanto ritenuto, nel caso in cui vengano contestate al contribuente operazioni oggettivamente inesistenti, l’Amministrazione finanziaria ha solo l’onere di provare , anche in forma meramente indiziaria l’oggettiva fittizietà dell’operazione e la consapevolezza del destinatario al riguardo, mentre incombe sul contribuente l’onere di fornire la prova contraria .
La CTR, si allega, avrebbe errato nel perimetrare l’onere probatorio in  ipotesi  di  operazioni  inesistenti,  ritenendo  che  dovesse  essere l’RAGIONE_SOCIALE a dare la prova incontrovertibile RAGIONE_SOCIALE stesse, e non già la società.
A i  fini  dell’ammissibilità  del  motivo  si  rileva  che  l’ RAGIONE_SOCIALE richiama, in ossequio al principio di autosufficienza/specificità, gli elementi indiziari allegati nel giudizio di  merito  e  non  valutati  dalla  CTR  (ricorso,  p.  9  s.).  Inoltre, contrariamente  a  quanto  eccepito  dai  contribuenti,  il  motivo  non involge censure di natura meritale, bensì critica l ‘errata applicazione  RAGIONE_SOCIALE  regole  presuntive  in  materia  di  fatture  per operazioni inesistenti.
Il motivo è, inoltre, fondato.
3.1. È costante affermazione di questa Suprema Corte che «In tema di attività d’impresa, ai fini del disconoscimento della deducibilità dei costi risultanti da una fattura emessa per operazioni oggettivamente inesistenti, incombe sull’Amministrazione finanziaria l’onere di dimostrare, attraverso prove dirette o indiziarie, la fittizietà dell’operazione, spettando viceversa al contribuente di fornire la rigorosa prova del contrario, la quale non può consistere nella mera esibizione della fattura o nella dimostrazione della regolarità formale RAGIONE_SOCIALE scritture contabili o dei
mezzi di pagamento, poiché facilmente falsificabili e normalmente utilizzati  proprio  allo  scopo  di  far  apparire  reale  un’operazione fittizia (da ultimo, v. Cass. Sez. 5, 19/04/2025, n. 10336).
3.2. I giudici di appello non hanno applicato tali criteri di valutazione in merito all’assolvimento dell’onere probatorio imposto alle parti, ed anzi non hanno operato alcuna effettiva valutazione al riguardo, limitandosi ad affermare, in termini apodittici, che «Non si ravvisano, infatti, elementi tali da modificare il condivisibile giudizio già espresso dai primi giudicanti che, dopo ampia disamina della vicenda e tenuto nel giusto conto le motivazioni del decreto di archiviazione emesso nel procedimento penale e valutate le emergenze probatorie versate agli atti di causa, hanno ritenuto evanescenti le presunzioni poste dall’RAGIONE_SOCIALE a supporto degli accertamenti impugnati e, pertanto, legittima la deducibilità dei costi risultanti dalle fatture emesse dalla RAGIONE_SOCIALE», e ciò pur rilevando che le sponsorizzazione sportive sarebbero costi di «cui non è agevole stabilire non solo l’effettività ma anche l’inerenza oltre alla spesso irregolarità RAGIONE_SOCIALE associazioni sportive emittenti le fatture contestate». Inoltre, il giudice dell’appello rileva che « non del tutto convincenti appaiono … le giustificazioni sulle fatture relative alla fornitura di abbigliamento sportivo», tuttavia la CTR conferma l’annullamento dell’atto impositivo anche in relazione a queste fatture.
4. In conclusione, il ricorso va accolto e la sentenza impugnata va cassata con rinvio alla Corte di giustizia tributaria di secondo grado della  Sicilia -Sezione  Staccata  di  Catania  affinché,  in  diversa composizione, proceda a nuovo e motivato esame nel rispetto dei principi  sopra  illustrati,  nonché  provveda  a  regolare  le  spese  del giudizio di legittimità tra le parti.
P.Q.M.
La Corte accoglie il  ricorso,  cassa  la  sentenza  impugnata  e  rinvia alla  Corte  di  giustizia  tributaria  di  secondo  grado  della  Sicilia –
Sezione  Staccata  di  Catania  affinché,  in  diversa  composizione, proceda a nuovo e motivato esame nonché provveda a regolare le spese del giudizio di legittimità tra le parti. Così deciso in Roma, il 09/10/2025.
Il Presidente NOME COGNOME