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Estinzione processo tributario per rottamazione quater

Una contribuente, durante un ricorso in Cassazione contro una cartella di pagamento, aderisce alla definizione agevolata (rottamazione quater). Avendo fornito prova del pagamento, la Corte Suprema dichiara l’estinzione del processo tributario, stabilendo che le spese legali restino a carico di chi le ha sostenute e che non sia dovuto il doppio contributo unificato.

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Pubblicato il 21 agosto 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Estinzione Processo Tributario: L’Effetto Decisivo della Rottamazione Quater

L’adesione alla definizione agevolata, nota come ‘rottamazione quater’, rappresenta una via d’uscita per molti contribuenti con pendenze fiscali. Ma quali sono le sue conseguenze su un processo in corso? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce che il perfezionamento della procedura porta a una conseguenza netta: l’estinzione del processo tributario. Questo caso illustra perfettamente l’iter e gli effetti pratici di tale scelta.

I Fatti del Caso: Dalla Cartella di Pagamento alla Cassazione

Una contribuente si è trovata a impugnare una cartella di pagamento relativa a debiti per IRPEF, IVA e imposte comunali per gli anni 2014 e 2015. Dopo aver perso nei primi due gradi di giudizio presso le commissioni tributarie, ha deciso di portare il caso davanti alla Corte di Cassazione, contestando la legittimità della pretesa fiscale.

Durante la pendenza del ricorso, la contribuente ha colto l’opportunità offerta dalla Legge di Bilancio 2023, aderendo alla cosiddetta ‘rottamazione quater’. Ha quindi presentato la domanda e provveduto al pagamento delle somme dovute secondo il piano di definizione agevolata.

L’Iter Giudiziario e la Svolta della Definizione Agevolata

La normativa sulla rottamazione prevede un meccanismo preciso per i giudizi in corso. La semplice presentazione della domanda di adesione comporta la sospensione del processo. Tuttavia, la parola fine sulla controversia si ha solo con il completo e tempestivo pagamento di quanto dovuto. A questo punto, su richiesta di parte, il giudice dichiara l’estinzione del processo tributario.

Nel caso specifico, la ricorrente, attraverso il suo nuovo difensore, ha depositato in giudizio la documentazione che attestava l’avvenuto pagamento e la conseguente ‘dichiarazione di assenza di debiti in cartella’, chiedendo che venisse dichiarata la cessazione della materia del contendere.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto la richiesta della contribuente, basando la propria decisione sull’articolo 1, comma 236, della Legge n. 197/2022. Questa norma disciplina in modo chiaro gli effetti della definizione agevolata sui giudizi pendenti.

I giudici hanno osservato che la legge subordina l’estinzione del giudizio a due condizioni essenziali:

1. Il perfezionamento effettivo della definizione agevolata, che si concretizza con il pagamento integrale delle somme dovute.
2. La produzione in giudizio della documentazione che attesti tali pagamenti.

Poiché la ricorrente aveva adempiuto a entrambi i requisiti, fornendo quietanze di pagamento e l’attestazione dell’agente della riscossione, la Corte non ha potuto fare altro che dichiarare l’estinzione del processo. Viene inoltre chiarito un punto fondamentale riguardo le spese legali: queste restano a carico della parte che le ha anticipate, secondo il principio ex lege in questi casi. Infine, la Corte ha specificato che, data l’estinzione del giudizio per una causa esterna al merito (la rottamazione), non sussistono i presupposti per applicare la sanzione del ‘doppio contributo unificato’, solitamente prevista in caso di rigetto integrale del ricorso.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Decisione

Questa ordinanza conferma un principio cruciale per i contribuenti e i loro difensori. L’adesione a una sanatoria come la rottamazione quater non è solo uno strumento per ridurre il carico debitorio, ma anche un meccanismo efficace per porre fine a lunghe e costose controversie legali. La decisione di estinguere il processo, una volta provato il pagamento, offre certezza del diritto e chiude definitivamente la pendenza, evitando una pronuncia sul merito della questione originaria. Le implicazioni pratiche sono significative: il contribuente ottiene la chiusura del contenzioso e il Fisco incassa le somme dovute, seppur in forma ridotta, realizzando l’obiettivo primario della normativa sulla definizione agevolata.

Cosa succede a un processo tributario pendente se il contribuente aderisce alla ‘rottamazione quater’?
Il processo viene prima sospeso al momento della presentazione della domanda di adesione. Successivamente, una volta che il contribuente ha completato tutti i pagamenti previsti dalla definizione agevolata e ne fornisce prova in giudizio, il giudice dichiara l’estinzione del processo.

Chi paga le spese legali in caso di estinzione del processo tributario per definizione agevolata?
In base a quanto stabilito dalla legge e confermato dalla Corte, le spese legali del processo restano a carico della parte che le ha anticipate. Non è prevista una condanna alle spese a carico di una delle parti.

In caso di estinzione del giudizio per rottamazione, il ricorrente deve pagare il ‘doppio contributo unificato’?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che, poiché il processo si estingue per una causa esterna al merito della controversia (l’adesione alla sanatoria), non si verificano i presupposti per l’applicazione del versamento del doppio contributo unificato, che è previsto solo in caso di rigetto, inammissibilità o improcedibilità dell’impugnazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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