Estinzione Processo Tributario: L’Effetto della Definizione Agevolata
L’adesione alle procedure di definizione agevolata, comunemente note come ‘tregua fiscale’, rappresenta uno strumento cruciale per i contribuenti che intendono chiudere le proprie pendenze con il Fisco. Un recente decreto della Corte di Cassazione ha confermato che l’utilizzo di tali strumenti comporta la diretta estinzione del processo tributario in corso. Questo provvedimento chiarisce le conseguenze procedurali derivanti dall’applicazione della Legge n. 197/2022, offrendo un importante precedente per casi analoghi.
I Fatti del Caso: dal Ricorso alla Cassazione
Il caso in esame ha origine dal ricorso presentato da una società operante nel settore dei giochi contro una sentenza emessa dalla Commissione Tributaria Regionale del Lazio. La società, ritenendo errata la decisione dei giudici di merito, aveva impugnato l’atto impositivo dinanzi alla Corte di Cassazione, il più alto grado di giudizio.
Durante la pendenza del ricorso, è intervenuta la Legge n. 197/2022, che ha introdotto una serie di misure per la definizione agevolata delle liti tributarie. La società ricorrente ha colto questa opportunità, presentando la domanda di definizione e provvedendo al versamento degli importi dovuti, come richiesto dalla normativa.
La Definizione Agevolata come Causa di Estinzione del Processo Tributario
La normativa sulla definizione agevolata (specificatamente i commi da 186 a 200 dell’art. 1 della L. 197/2022) è stata concepita per deflazionare il contenzioso tributario. La procedura prevede che, a seguito della domanda del contribuente e del relativo pagamento, e in assenza di un provvedimento di diniego da parte dell’Amministrazione Finanziaria entro i termini stabiliti, il processo si estingua automaticamente. Questo meccanismo mira a semplificare la chiusura delle liti, offrendo un vantaggio sia al contribuente, che definisce la propria posizione a condizioni favorevoli, sia allo Stato, che incassa somme certe e riduce il carico di lavoro degli uffici giudiziari.
Le Motivazioni del Decreto: L’Estinzione del Processo Tributario secondo la Legge
La Corte di Cassazione, nel suo decreto, ha preso atto della documentazione depositata dalla società ricorrente, ovvero la copia della domanda di definizione e la prova del pagamento. I giudici hanno inoltre verificato un elemento cruciale: l’assenza del deposito di un atto di diniego da parte dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Sulla base di questi presupposti, la Corte ha applicato direttamente il disposto del comma 198 dell’art. 1 della L. n. 197/2022. Tale norma stabilisce in modo inequivocabile che, in queste circostanze, il processo si estingue. Il decreto precisa anche la disciplina delle spese legali, stabilendo che, in caso di estinzione, queste restano a carico della parte che le ha anticipate, senza quindi una condanna per nessuna delle due parti.
Le Conclusioni: Conseguenze Pratiche della Decisione
Questo decreto della Suprema Corte consolida un principio fondamentale per la gestione del contenzioso tributario. L’adesione a una procedura di definizione agevolata, se perfezionata correttamente, diventa una causa estintiva del giudizio. Per i contribuenti e i loro consulenti, ciò significa che la presentazione della domanda e il relativo pagamento rappresentano un’azione risolutiva, capace di porre fine a controversie che potrebbero protrarsi per anni. La decisione chiarisce inoltre che la mancata opposizione dell’Amministrazione Finanziaria equivale a un assenso tacito, rendendo automatica l’estinzione. Infine, la compensazione delle spese legali incentiva ulteriormente l’adozione di questa via conciliativa, eliminando il rischio di una condanna alle spese in caso di esito incerto del giudizio.
Cosa succede a un processo tributario se il contribuente aderisce alla definizione agevolata?
Se il contribuente presenta domanda di definizione agevolata, versa gli importi dovuti e l’Amministrazione finanziaria non comunica un diniego, il processo tributario pendente si estingue.
Chi paga le spese legali in caso di estinzione del processo per definizione agevolata?
Secondo la L. n. 197/2022, citata nel decreto, le spese del processo estinto restano a carico della parte che le ha anticipate. Non vi è quindi una condanna alle spese per la parte soccombente.
È possibile riprendere il processo dopo che è stato dichiarato estinto per adesione alla definizione agevolata?
Il decreto menziona che la dichiarazione di estinzione fa salva la possibilità per le parti di chiedere la fissazione di un’udienza ai sensi dell’art. 391 del codice di procedura civile, suggerendo che in determinate, specifiche circostanze il processo potrebbe essere riattivato.
Testo del provvedimento
Decreto di Cassazione Civile Sez. 5 Num. 18753 Anno 2025
Civile Decr. Sez. 5 Num. 18753 Anno 2025
Presidente:
Relatore:
Data pubblicazione: 09/07/2025
DECRETO
CODICE_FISCALE COGNOME RAGIONE_SOCIALE, rappresentata e difesa da ll’avvocato NOME COGNOME
sul ricorso iscritto al n. 26807/2021 R.G. proposto da: DI NOME
Cont ro
RAGIONE_SOCIALE, rappresentata e difesa dall’AVVOCATURA GENERALE DELLO STATO
avverso SENTENZA di COMM. TRIB. REG. LAZIO n. 2032/17/2021 depositata il 20/04/2021, con riferimento all’atto impositivo oggetto del ricorso per Cassazione;
Considerato l’art. 1, comma 186, della L. n. 197/2022 e visto il deposito della copia della domanda di definizione e del versamento degli importi dovuti (o della prima rata) previsto dall’articolo 1, comma 197, del medesimo provvedimento; considerata l’assenza del deposito del diniego alla definizione agevolata previsto dall’art. 1, comma 200, della L. n. 197/2022;
che, pertanto, ai sensi dell’art. 1, comma 198, della L. n. 197/2022, il processo si è estinto, fatta salva la possibilità per le parti di chiedere la fissazione dell’udienza ai sensi del terzo comma dell’art. 391 cod. proc. civ;
che, ai sensi dell’ultimo periodo del predetto comma 198, le spese del processo estinto restano a carico della parte che le ha anticipate
DICHIARA ESTINTO IL PROCESSO
Roma, 08/07/2025