Estinzione del Processo Tributario per Definizione Agevolata: L’Analisi della Cassazione
L’estinzione processo tributario a seguito di procedure di definizione agevolata rappresenta uno strumento cruciale per deflazionare il contenzioso e velocizzare i tempi della giustizia. Un recente decreto della Corte di Cassazione chiarisce l’applicazione di queste norme, confermando come l’adesione a tali procedure porti alla chiusura definitiva del giudizio. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante pronuncia.
I Fatti del Caso
La vicenda trae origine da un ricorso presentato dall’Agenzia delle Entrate avverso una sentenza della Commissione Tributaria Regionale, che aveva dato ragione a due società contribuenti. La controversia, giunta in Cassazione per il giudizio di legittimità, è stata interessata da una novità normativa fondamentale: la possibilità per le parti di aderire a una definizione agevolata delle liti pendenti, introdotta dalla Legge n. 197 del 2022.
L’Agenzia delle Entrate ha comunicato ufficialmente alla Corte l’avvenuta definizione della controversia, inserendo l’atto impositivo oggetto del contendere in un elenco specifico, come previsto dalla normativa finalizzata a ridurre i tempi per la dichiarazione di estinzione dei giudizi.
La Decisione della Corte di Cassazione sulla estinzione processo tributario
La Corte di Cassazione, V Sezione Civile, ha preso atto della comunicazione e ha emesso un decreto con cui ha dichiarato l’estinzione dell’intero processo. La decisione non entra nel merito della questione originaria, ma si limita a certificare il verificarsi di una causa estintiva prevista dalla legge. Questo intervento si pone in linea con l’obiettivo del legislatore di snellire il carico giudiziario, favorendo la risoluzione extragiudiziale delle controversie fiscali.
Le Motivazioni
Il decreto si fonda sull’applicazione diretta dell’articolo 1, comma 198, della Legge n. 197 del 2022. La Corte ha rilevato che l’inserimento dell’atto nell’elenco trasmesso dall’Agenzia delle Entrate costituisce prova della regolare definizione della lite. Questo adempimento, unito all’assenza di un provvedimento di diniego da parte dell’amministrazione finanziaria, integra i presupposti per l’estinzione automatica del giudizio.
La Cassazione sottolinea due aspetti procedurali importanti derivanti dalla norma:
1. Salvezza per le parti: Nonostante l’estinzione, le parti conservano la facoltà di richiedere la fissazione di un’udienza di discussione, secondo quanto previsto dall’articolo 391 del codice di procedura civile. Si tratta di una garanzia a tutela del diritto di difesa, qualora una delle parti ritenesse non corretta la procedura di estinzione.
2. Regime delle spese: In caso di estinzione per questa specifica causa, le spese processuali sostenute fino a quel momento restano a carico della parte che le ha anticipate. Non vi è, quindi, una condanna alle spese, ma una semplice compensazione di fatto.
Le Conclusioni
La pronuncia in esame conferma l’efficacia delle misure di definizione agevolata come strumento per chiudere le liti fiscali pendenti, anche in Cassazione. Per i contribuenti e i professionisti, questo decreto ribadisce che l’adesione a una sanatoria fiscale, se perfezionata correttamente, conduce alla chiusura certa e definitiva del contenzioso. L’automatismo dell’estinzione, salvo la richiesta di udienza, e la neutralità sulle spese legali sono incentivi significativi che il legislatore ha previsto e che la giurisprudenza, con questo decreto, applica in modo rigoroso.
Per quale motivo il processo tributario è stato dichiarato estinto?
Il processo è stato dichiarato estinto perché la controversia è stata risolta attraverso una “definizione agevolata” prevista dalla Legge n. 197 del 2022. L’Agenzia delle Entrate ha confermato formalmente l’avvenuta definizione, integrando così i presupposti richiesti dalla legge per l’estinzione del giudizio.
Cosa succede alle spese legali in caso di estinzione del processo per questa causa?
Secondo il decreto, che applica l’art. 1, comma 198, della Legge n. 197/2022, le spese del processo estinto restano a carico della parte che le ha anticipate. Non c’è una condanna al pagamento delle spese della controparte.
Dopo la dichiarazione di estinzione, le parti hanno ancora qualche possibilità di azione?
Sì, il provvedimento specifica che, nonostante la dichiarazione di estinzione, le parti conservano la possibilità di chiedere la fissazione di un’udienza ai sensi dell’art. 391, comma 3, del codice di procedura civile, come garanzia procedurale.
Testo del provvedimento
Decreto di Cassazione Civile Sez. 5 Num. 22056 Anno 2025
Civile Decr. Sez. 5 Num. 22056 Anno 2025
Presidente:
Relatore:
Data pubblicazione: 31/07/2025
DECRETO
sul ricorso iscritto al n. 11833/2017 R.G. proposto da:
RAGIONE_SOCIALE, rappresentata e difesa dall’AVVOCATURA GENERALE DELLO STATO
Contro
RAGIONE_SOCIALE rappresentate e difese dall’avvocato COGNOME NOME
avverso SENTENZA di COMM. TRIB. REG. CAMPANIA n. 9874/08/2016 depositata il 09/11/2016, pronunciata con riferimento ad atto impositivo contemplato nell’elenco trasmesso dall’Agenzia delle Entrate in osservanza dell’art. 40, comma 3, del d.l. n. 13 del 2023, e dall’aggiornamento datato 09/07/2025 di una pregressa interlocutoria, espressamente diretto alla riduzione dei tempi per la dichiarazione di estinzione dei giudizi di legittimità;
rilevato che l’inserimento nel predetto elenco documenta la regolare definizione della controversia nelle forme previste dall’art. 1, commi 186 e segg., della legge n. 197 del 2022 e l’assenza, allo stato, di diniego ai sensi del comma 200 della medesima disposizione;
che, pertanto, ai sensi del comma 198 dell’art. 1 cit., il processo si è estinto, fatta salva la possibilità per le parti di chiedere la fissazione dell’udienza ai sensi del terzo comma dell’art. 391 cod. proc. civ;
che, ai sensi dell’ultimo periodo del predetto comma 198, le spese del processo estinto restano a carico della parte che le ha anticipate.
DICHIARA ESTINTO IL PROCESSO
Roma, 16/07/2025
La Presidente Titolare