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Estinzione processo tributario: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’estinzione del processo tributario tra l’Agenzia delle Entrate e una società. La decisione si basa sull’adesione della contribuente alla definizione agevolata prevista dalla Legge n. 197/2022. L’inserimento della controversia in un apposito elenco da parte dell’Agenzia ha certificato la regolarità della procedura, portando all’automatica estinzione del giudizio. Le spese restano a carico di chi le ha anticipate.

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Pubblicato il 22 agosto 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Estinzione del processo tributario: l’effetto della definizione agevolata

L’adesione a una sanatoria fiscale può chiudere definitivamente un contenzioso pendente, anche in Cassazione. Un recente decreto chiarisce come l’estinzione del processo tributario diventi automatica una volta che l’Agenzia delle Entrate attesta la regolarità della procedura, semplificando l’iter per cittadini e imprese. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti del Caso: Una Controversia Fiscale Risolta

Una società si trovava coinvolta in un contenzioso fiscale con l’Agenzia delle Entrate. La disputa, nata da un atto impositivo, era giunta fino al giudizio di legittimità presso la Corte di Cassazione, a seguito di un ricorso presentato dall’amministrazione finanziaria.

Nel corso del procedimento, la società ha scelto di avvalersi della possibilità di definizione agevolata delle controversie, prevista dalla Legge n. 197 del 2022. Si tratta di una delle cosiddette ‘tregue fiscali’, strumenti normativi che permettono di chiudere i contenziosi pendenti attraverso il pagamento di somme forfettarie.

L’Adesione alla Sanatoria e la Dichiarazione di Estinzione del processo tributario

L’Agenzia delle Entrate, preso atto della volontà della società e della regolarità della procedura di definizione, ha inserito la controversia in un apposito elenco trasmesso alla Corte. Tale inserimento, come previsto da una specifica normativa (d.l. n. 13 del 2023), funge da attestazione ufficiale dell’avvenuta definizione della lite. Questo atto amministrativo è stato il presupposto fondamentale per la decisione della Corte, che ha proceduto a dichiarare l’estinzione del processo tributario senza necessità di ulteriori accertamenti nel merito.

le motivazioni: La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione, con un decreto presidenziale, ha dichiarato estinto il processo. La motivazione giuridica si fonda direttamente sulla normativa speciale in materia di definizione agevolata.

Il decreto evidenzia che l’inserimento della controversia nell’elenco trasmesso dall’Agenzia delle Entrate documenta in modo inequivocabile la regolare definizione della lite secondo le forme previste dalla Legge n. 197 del 2022. Inoltre, la Corte ha rilevato che, allo stato attuale, non risultava alcun provvedimento di diniego da parte dell’amministrazione finanziaria.

Di conseguenza, ai sensi del comma 198 dell’art. 1 della medesima legge, il processo si estingue di diritto. La Corte ha inoltre precisato due aspetti importanti:
1. Possibilità di Udienza: Le parti conservano il diritto di chiedere la fissazione di un’udienza, ai sensi dell’art. 391 del codice di procedura civile, qualora volessero contestare i presupposti dell’estinzione.
2. Regime delle Spese: In linea con quanto previsto dalla norma speciale, le spese del processo estinto rimangono a carico della parte che le ha anticipate. Non vi è quindi una condanna alle spese, ma una semplice compensazione di fatto.

le conclusioni: Implicazioni Pratiche del Decreto

Questo provvedimento conferma l’efficacia delle procedure di definizione agevolata come strumento per deflazionare il contenzioso tributario, anche quello pendente in Cassazione. Per i contribuenti e i loro difensori, la decisione sottolinea un iter procedurale chiaro e snello: una volta formalizzata l’adesione alla sanatoria e ottenuta l’attestazione dall’Agenzia delle Entrate, l’estinzione del giudizio diventa un esito quasi automatico. La regola sulla ripartizione delle spese legali, che rimangono a carico di chi le ha sostenute, rappresenta un elemento di certezza da considerare al momento della scelta di aderire a tali procedure conciliative.

Come si conclude un processo in Cassazione se il contribuente aderisce a una definizione agevolata (sanatoria)?
Il processo viene dichiarato estinto con un decreto del Presidente. La semplice inclusione della controversia in un elenco trasmesso dall’Agenzia delle Entrate, che attesta l’avvenuta definizione, è sufficiente a determinare la chiusura del giudizio.

Chi paga le spese legali in caso di estinzione del processo tributario per definizione agevolata?
In base alla norma applicata nel decreto (art. 1, comma 198, della Legge n. 197/2022), le spese del processo estinto restano a carico della parte che le ha anticipate. Non è prevista una condanna alle spese per la parte soccombente.

Dopo la dichiarazione di estinzione, le parti possono ancora fare qualcosa?
Sì, il provvedimento specifica che resta salva la possibilità per le parti di chiedere la fissazione di un’udienza, come previsto dall’articolo 391 del codice di procedura civile, presumibilmente per discutere aspetti residui o contestare i presupposti dell’estinzione stessa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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