Estinzione Giudizio Tributario: Come la Definizione Agevolata Chiude il Contenzioso
L’estinzione del giudizio tributario rappresenta una delle modalità con cui può concludersi una lite tra il contribuente e l’amministrazione finanziaria. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha confermato come l’adesione a una procedura di definizione agevolata sia una causa diretta di tale estinzione, semplificando l’iter processuale e offrendo una via d’uscita certa dal contenzioso. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante decisione.
I Fatti del Caso: Dal Ricorso alla Rinuncia
La vicenda trae origine dal ricorso presentato da una contribuente dinanzi alla Corte di Cassazione avverso una sentenza emessa dalla Commissione Tributaria Regionale. La controversia vedeva contrapposti la contribuente e l’Agenzia delle Entrate – Riscossione.
In una fase successiva all’avvio del giudizio di legittimità, la ricorrente ha presentato una memoria con cui dichiarava di aver risolto la controversia attraverso una procedura di definizione agevolata, come previsto dalla legislazione fiscale. A sostegno di tale dichiarazione, ha prodotto la documentazione che attestava l’avvenuto pagamento degli importi richiesti per la chiusura della lite. Contestualmente, la contribuente ha manifestato la volontà di rinunciare al ricorso, chiedendo la compensazione delle spese legali.
La Decisione della Corte e l’Estinzione del Giudizio Tributario
La Corte di Cassazione, riunita in camera di consiglio, ha preso atto della documentazione prodotta e della volontà espressa dalla parte. L’adesione del contribuente alla procedura agevolata e il conseguente pagamento hanno determinato il venir meno dell’oggetto del contendere.
Di conseguenza, i giudici hanno applicato la normativa specifica, in particolare l’art. 1, comma 236, della Legge n. 197/2022, che disciplina proprio gli effetti della definizione agevolata sui processi in corso. La Corte ha quindi dichiarato formalmente l’estinzione del giudizio tributario. Per quanto riguarda le spese processuali, è stato stabilito che queste rimanessero a carico di ciascuna delle parti che le aveva anticipate, accogliendo di fatto la richiesta di compensazione.
Le Motivazioni: L’Effetto della Definizione Agevolata
La motivazione alla base della decisione è lineare e si fonda sul dettato normativo. Le leggi che introducono le cosiddette ‘tregue fiscali’ o definizioni agevolate hanno lo scopo di ridurre il contenzioso pendente, offrendo ai contribuenti una via per regolarizzare la propria posizione in modo vantaggioso. Quando un contribuente perfeziona la procedura, pagando quanto dovuto, la legge stessa prevede che il relativo giudizio si estingua. Il ruolo della Corte, in questi casi, non è più quello di decidere sul merito della questione, ma di verificare che la procedura di definizione si sia correttamente conclusa. L’avvenuto pagamento è la prova che estingue la materia del contendere, rendendo inutile la prosecuzione del processo.
Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche per i Contribuenti
Questa ordinanza conferma un principio fondamentale per chiunque abbia una lite fiscale pendente. Aderire a una definizione agevolata non è solo un modo per ridurre il debito, ma anche uno strumento efficace per porre fine a lunghi e costosi procedimenti legali. La decisione dimostra come l’ordinamento giuridico dia pieno riconoscimento a queste procedure, garantendo l’automatica estinzione del giudizio tributario una volta completati gli adempimenti richiesti. Per i contribuenti, ciò si traduce in un risparmio di tempo e risorse, offrendo una certezza sulla chiusura definitiva della controversia con il Fisco.
Cosa succede a un processo tributario se il contribuente aderisce a una definizione agevolata?
In base a quanto deciso, il perfezionamento della procedura di definizione agevolata, con il relativo pagamento, porta alla dichiarazione di estinzione del giudizio da parte della Corte.
Chi paga le spese legali in caso di estinzione del giudizio per definizione agevolata?
La Corte ha stabilito che le spese legali restano a carico della parte che le ha anticipate, procedendo quindi alla loro compensazione tra le parti.
Qual è la norma di riferimento che causa l’estinzione del giudizio in questo caso?
La Corte di Cassazione ha dichiarato l’estinzione del giudizio in applicazione dell’articolo 1, comma 236, della Legge n. 197/2022, che regola gli effetti delle definizioni agevolate sui giudizi pendenti.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Civile Sez. 5 Num. 32497 Anno 2024
Civile Ord. Sez. 5 Num. 32497 Anno 2024
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data pubblicazione: 14/12/2024
ORDINANZA
sul ricorso iscritto al n. 28686/2016 R.G. proposto da : COGNOME, elettivamente domiciliata in ROMA INDIRIZZO presso lo studio dell’avvocato COGNOME (CODICE_FISCALE rappresentata e difesa dall’avvocato COGNOME (CODICE_FISCALE -ricorrente- contro
AGENZIA DELLE ENTRATE RAGIONE_SOCIALE -GIÀ RAGIONE_SOCIALE, domiciliata ex lege in ROMA INDIRIZZO presso l’AVVOCATURA GENERALE DELLO STATO (NUMERO_DOCUMENTO) che la rappresenta e difende -controricorrente-
avverso SENTENZA di COMM.TRIB.REG. del VENETO- VENEZIA n. 103/2016 depositata il 19/01/2016.
Udita la relazione svolta nella camera di consiglio del 14/11/2024 dal Co: COGNOME NOME COGNOME
FATTI DI CAUSA
Con memoria depositata in prossimità dell’adunanza camerale, la contribuente ricorrente ha dichiarato di aver definito la controversia con procedura agevolata ai sensi dell’art. 1, commi 231 -252, della l. n. 197/2002, dichiarando altresì di voler rinunciare al presente giudizio a spese compensate. Viene prodotta documentazione attestante il pagamento de ll’importo previsto per la definiz ione ai fin idi cui all’art. 1, comma 236, l. n. 197/2022.
P.Q.M.
La Corte dichiara l’estinzione del giudizio ai sensi dell’art. 1, comma 236, l. n. 197/2022.
Le spese restano a carico di chi le ha anticipate.
Così deciso in Roma, il 14/11/2024.