Estinzione del Giudizio Tributario: Quando l’Accordo tra le Parti Chiude il Contenzioso
L’estinzione del giudizio tributario rappresenta una delle modalità con cui una controversia tra contribuente e Fisco può concludersi senza una sentenza che decida nel merito. Questa via, spesso vantaggiosa per entrambe le parti, emerge chiaramente in un recente decreto della Corte di Cassazione. Il provvedimento analizza il caso di un ricorso interrotto a seguito di un accordo transattivo, offrendo spunti importanti sulla gestione delle liti fiscali.
I Fatti del Caso
La vicenda trae origine da un ricorso presentato dall’Agenzia Fiscale dinanzi alla Corte di Cassazione. L’appello era diretto contro una sentenza della Commissione Tributaria Regionale, favorevole a una società di trasporti. Il contenzioso, quindi, si trovava nella sua fase finale, il giudizio di legittimità, dove la Corte è chiamata a valutare la corretta applicazione delle norme di diritto.
La Svolta: La Definizione Transattiva e l’Estinzione del Giudizio Tributario
Durante il corso del processo in Cassazione, è intervenuto un fatto nuovo e decisivo. L’Agenzia Fiscale, la parte ricorrente, ha depositato un atto di rinuncia al ricorso. Questa mossa non è stata casuale, ma la conseguenza diretta del raggiungimento di una ‘definizione transattiva’ con la società contribuente.
Questo tipo di accordo, previsto dalla legislazione (in questo caso, la Legge n. 197/22), permette alle parti di risolvere la controversia attraverso reciproche concessioni, evitando i tempi e le incertezze di un giudizio. La formalizzazione dell’accordo ha quindi privato di interesse la prosecuzione del ricorso, portando alla sua logica rinuncia.
La Decisione della Corte di Cassazione
Preso atto della rinuncia, la Corte Suprema ha agito di conseguenza. In applicazione dell’articolo 391 del codice di procedura civile, ha dichiarato formalmente l’estinzione del giudizio tributario.
Inoltre, la Corte ha stabilito la ‘compensazione delle spese’. Ciò significa che ciascuna parte ha dovuto sostenere i propri costi legali, senza che la parte soccombente fosse condannata a rimborsare quelli della controparte. Questa scelta riflette la natura consensuale della conclusione della lite.
Le Motivazioni della Decisione
La motivazione del decreto è lineare e si fonda su due pilastri principali. In primo luogo, l’atto di rinuncia al ricorso, depositato dalla parte ricorrente, è l’elemento procedurale che impone alla Corte di dichiarare l’estinzione del processo. La volontà di non proseguire la lite, manifestata da chi l’ha avviata, determina la fine del giudizio.
In secondo luogo, la Corte ha considerato che, essendo la fine del processo il risultato di un accordo transattivo tra le parti, la soluzione più equa per le spese legali fosse la compensazione. La logica è che, se le parti hanno trovato un punto d’incontro per chiudere la controversia, non ha senso identificare un ‘vincitore’ e uno ‘sconfitto’ ai fini della condanna alle spese.
Conclusioni: Implicazioni Pratiche del Decreto
Questo provvedimento, pur nella sua semplicità, ribadisce un principio fondamentale nel contenzioso tributario: gli strumenti di definizione agevolata e transattiva sono un’alternativa efficace e pienamente riconosciuta al giudizio. Per i contribuenti e per l’amministrazione finanziaria, la possibilità di raggiungere un accordo rappresenta un modo per ridurre i tempi, i costi e l’incertezza legati a un processo. La decisione sull’estinzione del giudizio tributario e sulla compensazione delle spese conferma che il sistema giuridico incentiva e supporta queste soluzioni consensuali, considerandole una via maestra per la risoluzione delle liti fiscali.
Cosa succede a un ricorso in Cassazione se le parti raggiungono un accordo?
Il processo viene dichiarato estinto. Ciò significa che il giudizio si conclude definitivamente senza una decisione nel merito, poiché la controversia è stata risolta al di fuori del tribunale.
In caso di estinzione del giudizio per accordo, chi paga le spese legali?
Nel caso esaminato, la Corte di Cassazione ha disposto la compensazione delle spese. Questo significa che ogni parte si fa carico dei propri costi legali, senza che nessuna delle due debba rimborsare l’altra.
Qual è la base normativa dell’accordo che ha portato all’estinzione del giudizio in questo caso?
L’accordo si è basato sulle disposizioni per la definizione transattiva contenute nell’articolo 1, comma 213 e seguenti, della Legge n. 197/22.
Testo del provvedimento
Decreto di Cassazione Civile Sez. 5 Num. 22112 Anno 2025
Civile Decr. Sez. 5 Num. 22112 Anno 2025
Presidente:
Relatore:
Data pubblicazione: 31/07/2025
L A C O R T E S U P R E M A DI C A S S A Z I O N E
SEZIONE TRIBUTARIA
LA PRESIDENTE
D E C R E T O
Sul ricorso n. 7808/2020 proposto da:
RAGIONE_SOCIALE, in persona del Direttore pro tempore, rappresentata e difesa dall’Avvocatura Generale dello Stato;
-ricorrente-
contro
RAGIONE_SOCIALE in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentata e difesa dall’avv. NOME COGNOME ;
-controricorrente-
avverso la sentenza della Commissione Tributaria Regionale del Piemonte n. 1783/03/2018, depositata il 15 novembre 2018.
Visto l’atto depositato il 15 novembre 2023 con il quale la ricorrente ha rinunciato al ricorso dichiarando intervenuta tra le parti la definizione transattiva ai sensi dell’art 1, c. 213 ss., L. n. 197/22 ; considerato che, pertanto, le spese possono essere compensate; visto l’art. 391 cod. proc. civ.
P.Q.M.
Dichiara estinto il giudizio di legittimità e compensa le spese.
Dispone che il presente decreto sia comunicato ai difensori delle parti costituite, avvisandoli che nel termine di dieci giorni dalla comunicazione possono chiedere che sia fissata l’udienza.
Roma, 25/07/2025
La Presidente titolare NOME COGNOME