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Estinzione giudizio tributario: la Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 6171/2024, ha dichiarato l’estinzione del giudizio tributario a seguito della presentazione di una domanda di definizione agevolata della controversia da parte del contribuente, ai sensi della L. 197/2022. Il caso vedeva l’Agenzia delle Entrate ricorrere contro una decisione della Commissione Tributaria Regionale. La Corte ha stabilito che il deposito della domanda di sanatoria, corredata da quietanza di pagamento, determina automaticamente la chiusura del processo. Inoltre, ha chiarito che in tali circostanze non è dovuto il raddoppio del contributo unificato, poiché questa misura si applica solo in caso di rigetto o inammissibilità dell’impugnazione.

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Pubblicato il 5 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Estinzione Giudizio Tributario: La Definizione Agevolata Chiude il Processo

La definizione agevolata delle liti pendenti, spesso definita ‘pace fiscale’, rappresenta uno strumento cruciale per cittadini e imprese per risolvere contenziosi con il Fisco. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale in materia: l’adesione a tale procedura comporta l’estinzione del giudizio tributario in corso. Questa decisione chiarisce non solo le modalità di chiusura del processo, ma anche le conseguenze sulle spese accessorie, come il contributo unificato.

I Fatti del Caso: Dal Ricorso alla Richiesta di Definizione

La vicenda trae origine da un ricorso presentato dall’Agenzia delle Entrate contro una sentenza emessa dalla Commissione Tributaria Regionale della Campania. La controparte era il liquidatore di una società a responsabilità limitata, ormai cancellata dal registro delle imprese. Durante lo svolgimento del processo dinanzi alla Suprema Corte, è intervenuto un fatto nuovo e decisivo: la parte privata ha presentato domanda per la definizione agevolata della controversia, come previsto dalla Legge di Bilancio 2023 (L. 197/2022), depositando anche la relativa quietanza di pagamento.

La Decisione della Cassazione sull’Estinzione del Giudizio Tributario

Di fronte a questa iniziativa, la Corte di Cassazione ha agito in conformità con la normativa specifica. L’articolo 1, comma 198, della Legge n. 197/2022 stabilisce chiaramente che, in caso di deposito della copia della domanda di definizione e del versamento degli importi dovuti, il processo viene dichiarato estinto con un’ordinanza emessa in camera di consiglio. Pertanto, i giudici di legittimità non hanno potuto fare altro che prendere atto della volontà del contribuente di chiudere la lite e dichiarare formalmente l’estinzione del giudizio tributario.

Le Motivazioni Giuridiche della Pronuncia

La motivazione alla base della decisione è duplice e di grande interesse pratico.

In primo luogo, la Corte conferma l’automatismo previsto dal legislatore. La presentazione della domanda di definizione agevolata, se perfezionata con il pagamento, non lascia spazio a valutazioni discrezionali da parte del giudice, ma impone la chiusura del contenzioso. Questo meccanismo garantisce certezza e rapidità, incentivando l’utilizzo di questi strumenti deflattivi del contenzioso.

In secondo luogo, e questo è un punto di notevole importanza, la Corte si è pronunciata sulla questione del raddoppio del contributo unificato. L’articolo 13, comma 1-quater, del D.P.R. 115/2002 prevede che la parte che ha proposto un’impugnazione, poi respinta, dichiarata inammissibile o improcedibile, sia tenuta a versare un ulteriore importo pari a quello del contributo unificato iniziale. La Cassazione, richiamando suoi precedenti orientamenti (Cass. n. 23175/2015 e n. 19087/2018), ha specificato che questa norma ha una natura eccezionale e sanzionatoria. Come tale, deve essere interpretata in modo restrittivo e non può essere applicata per analogia a casi diversi da quelli espressamente previsti. L’estinzione del giudizio tributario per definizione agevolata, così come la rinuncia al ricorso, non rientra tra le ipotesi di soccombenza sanzionabili con il raddoppio del contributo. Di conseguenza, nessun importo aggiuntivo è dovuto dal ricorrente.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

L’ordinanza in esame consolida un quadro normativo e giurisprudenziale chiaro per i contribuenti. Chi sceglie di avvalersi delle procedure di definizione agevolata può avere la certezza che il processo pendente si estinguerà, ponendo fine alla controversia. Inoltre, la pronuncia offre un’importante rassicurazione economica: la chiusura del giudizio tramite ‘pace fiscale’ non comporta l’applicazione della sanzione del raddoppio del contributo unificato. Infine, in linea con la natura dell’estinzione, le spese processuali restano a carico di chi le ha sostenute, senza alcuna condanna per la controparte. Questa decisione rafforza l’efficacia degli strumenti di definizione delle liti come via maestra per risolvere i contenziosi tributari in modo rapido e meno oneroso.

Cosa succede a un processo tributario se una delle parti aderisce alla definizione agevolata prevista dalla legge?
Il processo viene dichiarato estinto con ordinanza, a condizione che venga depositata in giudizio la copia della domanda di definizione e la quietanza di pagamento degli importi dovuti.

In caso di estinzione del giudizio per definizione agevolata, il ricorrente deve pagare il doppio del contributo unificato?
No, l’obbligo di versare un ulteriore importo a titolo di contributo unificato non si applica, poiché tale misura, avendo natura sanzionatoria, è prevista solo per i casi tassativi di rigetto, inammissibilità o improcedibilità dell’impugnazione e non può essere estesa ad altre ipotesi di chiusura del processo.

Chi paga le spese legali in caso di estinzione del giudizio per definizione della controversia?
Le spese legali restano a carico della parte che le ha anticipate; non è prevista una condanna al pagamento delle spese della controparte.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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