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Estinzione giudizio tributario e Rottamazione-quater

Un contribuente, durante un contenzioso tributario pendente in Cassazione contro l’Agenzia delle Entrate, aderisce alla definizione agevolata dei carichi, nota come “rottamazione-quater”. Sia l’ente impositore che il contribuente richiedono la cessazione della materia del contendere. La Corte di Cassazione, richiamando recenti orientamenti giurisprudenziali, dichiara l’estinzione del giudizio tributario, stabilendo che le spese legali restino a carico della parte che le ha anticipate.

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Pubblicato il 7 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Estinzione Giudizio Tributario: l’Effetto della Rottamazione-quater

L’adesione alle procedure di definizione agevolata, come la cosiddetta “rottamazione-quater”, rappresenta una scelta strategica per molti contribuenti con pendenze fiscali. Ma quali sono le conseguenze dirette su un processo tributario già in corso? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce su questo punto, confermando che l’adesione alla sanatoria può portare all’estinzione del giudizio tributario. Questo articolo analizza la decisione e le sue implicazioni pratiche.

I Fatti del Caso

Un contribuente impugnava un avviso di intimazione relativo a una cartella esattoriale per IRPEF e altre imposte. Il ricorso veniva presentato inizialmente dinanzi alla Commissione Tributaria Provinciale (CTP), lamentando il mancato accoglimento di un’istanza di definizione agevolata precedente e sollevando eccezioni di decadenza e prescrizione del credito. La CTP rigettava il ricorso e, successivamente, anche la Commissione Tributaria Regionale (CTR) dichiarava inammissibile l’appello per difetto di specificità dei motivi. Il contribuente decideva quindi di portare la questione dinanzi alla Corte di Cassazione.

Lo Sviluppo del Processo e l’Adesione alla Sanatoria

Durante la pendenza del giudizio in Cassazione, si verificava un evento decisivo: il contribuente aderiva alla “rottamazione-quater” prevista dalla Legge n. 197/2022, pagando le prime rate del piano di dilazione accordato dall’Agente della Riscossione. A seguito di ciò, la stessa Agenzia delle Entrate depositava un’istanza per chiedere la declaratoria di estinzione del giudizio per cessazione della materia del contendere, e il contribuente, a sua volta, chiedeva che il giudizio venisse dichiarato estinto.

La Rottamazione-quater e l’Estinzione Giudizio Tributario

L’adesione alla rottamazione-quater è un fattore che incide direttamente sulla continuazione del processo. La legge stessa (art. 1, comma 236, L. 197/2022) prevede una fattispecie di estinzione del processo che non richiede il pagamento integrale del debito rateizzato, ma si perfeziona con la sola adesione del contribuente e la comunicazione del piano di pagamento da parte dell’Agenzia. Si tratta di una scelta legislativa volta a favorire la chiusura rapida delle controversie tributarie pendenti.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha accolto la richiesta delle parti, dichiarando l’estinzione del giudizio. I giudici hanno basato la loro decisione su principi consolidati e recenti pronunce. In particolare, hanno richiamato un’ordinanza del settembre 2024 (n. 24428/2024) che ha chiarito come l’estinzione del processo in questi casi presupponga esclusivamente il perfezionamento della procedura amministrativa di rottamazione. Non è necessario attendere il saldo di tutte le rate.

La Corte ha inoltre menzionato una sentenza della Corte Costituzionale del novembre 2024, la quale ha stabilito che questa procedura non viola alcun principio costituzionale, in quanto rappresenta una scelta ragionevole del legislatore per incentivare i pagamenti e ridurre il contenzioso. È la stessa Agenzia delle Entrate, in questo caso, a chiedere la fine della lite, riconoscendo implicitamente il venir meno del proprio interesse a proseguire il giudizio.

Un aspetto fondamentale chiarito dalla Corte riguarda le spese processuali. La declaratoria di estinzione del giudizio per questa causa specifica comporta che le spese legali restino a carico della parte che le ha anticipate. Non si applica, quindi, il principio della soccombenza, e ciascuna parte sostiene i propri costi.

Conclusioni

Questa ordinanza conferma un principio di grande rilevanza pratica: l’adesione a una definizione agevolata come la rottamazione-quater è una causa di estinzione del giudizio tributario pendente. Per i contribuenti, ciò significa poter chiudere le liti in corso senza attendere una sentenza sul merito, con il vantaggio di non essere condannati al pagamento delle spese legali della controparte. Per ottenere questo risultato, è sufficiente dimostrare l’avvenuta adesione alla procedura e il versamento almeno della prima rata. La decisione rappresenta un’importante applicazione dei meccanismi deflattivi del contenzioso, volti a snellire la giustizia tributaria e a favorire la composizione bonaria delle vertenze fiscali.

L’adesione alla ‘rottamazione-quater’ comporta automaticamente l’estinzione del giudizio tributario in corso?
Sì, secondo l’ordinanza, l’adesione alla procedura di rottamazione, manifestata con la dichiarazione di volersene avvalere e seguita dalla comunicazione del piano di pagamento da parte dell’agente della riscossione, è una causa di estinzione del processo. Non è necessario attendere il pagamento dell’intero importo dovuto.

Cosa è necessario fare in pratica per ottenere la declaratoria di estinzione del processo dopo aver aderito alla rottamazione?
È necessario depositare nel giudizio in corso la documentazione che attesta l’adesione alla definizione agevolata, come la domanda presentata, la comunicazione di accoglimento da parte dell’Agente della Riscossione e la prova del pagamento della prima o delle rate scadute. A quel punto, si può presentare un’istanza per chiedere al giudice di dichiarare l’estinzione.

In caso di estinzione del giudizio per adesione alla rottamazione, chi paga le spese processuali?
La Corte di Cassazione ha stabilito che, in caso di estinzione del giudizio per questa specifica causa, le spese processuali restano a carico della parte che le ha anticipate. Ciò significa che ogni parte (contribuente e Amministrazione Finanziaria) paga i propri avvocati e i costi sostenuti, senza che vi sia una condanna a carico della parte ‘soccombente’.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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