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Estinzione giudizio tributario: basta aderire

Un contribuente, socio di una società di persone, si vede negare l’accesso al ‘saldo e stralcio’ per debiti societari. In pendenza del ricorso in Cassazione, aderisce alla nuova definizione agevolata (rottamazione-quater). La Corte dichiara l’estinzione giudizio tributario, affermando che è sufficiente la presentazione dell’istanza e la documentazione dei primi pagamenti, senza necessità di saldare l’intero importo per chiudere il contenzioso.

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Pubblicato il 12 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Estinzione giudizio tributario: sufficiente l’adesione alla Rottamazione

L’adesione a una procedura di definizione agevolata comporta l’estinzione giudizio tributario pendente, anche se il pagamento integrale delle somme non è ancora stato completato. È questo il principio fondamentale ribadito dalla Corte di Cassazione con una recente ordinanza, che offre un chiarimento cruciale per i contribuenti che scelgono di sanare le proprie pendenze con il Fisco attraverso le cosiddette “rottamazioni”.

La decisione analizza la differenza tra la semplice adesione alla procedura e il suo completamento, stabilendo che la legge stessa ricollega l’effetto estintivo del processo al perfezionamento della procedura amministrativa, e non all’integrale adempimento del piano di rateizzazione.

I Fatti del Caso: Dal Rifiuto del Saldo e Stralcio alla Rottamazione

Il caso trae origine dal ricorso di un contribuente, socio e legale rappresentante di una società di persone ormai cessata. Inizialmente, il contribuente aveva presentato istanza di adesione alla definizione agevolata nota come “saldo e stralcio”, prevista dalla Legge n. 145/2018. L’agente della riscossione aveva respinto parzialmente l’istanza, sostenendo che tale misura fosse applicabile solo ai debiti di persone fisiche e non a quelli di una società, sebbene iscritti a ruolo a carico del socio solidalmente obbligato.

La Commissione Tributaria Regionale aveva dato ragione all’Agenzia delle Entrate, riformando la decisione di primo grado. Contro questa sentenza, il contribuente aveva proposto ricorso per Cassazione.

La Svolta: Adesione alla Nuova Definizione e l’estinzione giudizio tributario

Nelle more del giudizio di legittimità, il ricorrente ha aderito a una nuova procedura di definizione agevolata introdotta dalla Legge n. 197/2022 (la cosiddetta “rottamazione-quater”). A sostegno della sua richiesta di chiudere il contenzioso, ha depositato in giudizio:

* L’istanza di adesione alla nuova rottamazione.
* Il provvedimento di accoglimento da parte dell’agente della riscossione.
* La prova dei pagamenti delle rate già scadute alla data del deposito.

Contestualmente, ha chiesto che venisse dichiarata la cessazione della materia del contendere.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione, esaminando la questione, ha percorso un ragionamento diverso da quello prospettato dal ricorrente. Invece di dichiarare la “cessazione della materia del contendere”, ha optato per la dichiarazione di “estinzione del giudizio”.

Il Collegio ha sottolineato che la normativa sulla rottamazione (in particolare l’art. 1, comma 236, della Legge n. 197/2022, che ricalca formulazioni precedenti) delinea una specifica fattispecie di estinzione del processo. Questa non presuppone il pagamento dell’intero ammontare dovuto, ma si fonda su due elementi essenziali:

1. Il perfezionamento della procedura amministrativa di rottamazione, che si concretizza con la dichiarazione del contribuente di volersi avvalere della definizione e rinunciare ai giudizi in corso.
2. La documentazione in giudizio dei pagamenti già effettuati secondo il piano rateale comunicato dall’Agenzia.

La Corte ha precisato che la cessazione della materia del contendere non sarebbe stata possibile, poiché essa richiede il completo soddisfacimento della pretesa, ovvero il pagamento integrale del debito rateizzato, evento che nel caso di specie non si era ancora verificato. La legge, invece, prevede un meccanismo autonomo e specifico: l’estinzione, che si attiva con la sola adesione e l’avvio dei pagamenti.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche per i Contribuenti

La decisione della Cassazione ha importanti implicazioni pratiche. Stabilisce un principio di diritto chiaro: per chiudere un contenzioso tributario pendente attraverso la rottamazione, non è necessario attendere la fine del piano di ammortamento. È sufficiente presentare al giudice la documentazione che attesta l’adesione alla procedura e il regolare versamento delle rate scadute. Questo permette di definire i giudizi in tempi più rapidi, riducendo l’incertezza e i costi processuali per i contribuenti che dimostrano la volontà di sanare la propria posizione con il Fisco. L’ordinanza, pertanto, rende superfluo l’esame dei motivi di ricorso originari, poiché il giudizio si chiude per una causa estintiva sopravvenuta.

Per ottenere l’estinzione del giudizio tributario dopo aver aderito a una definizione agevolata, è necessario aver pagato tutte le rate del piano?
No, secondo l’ordinanza non è necessario il pagamento dell’intero ammontare dovuto. L’estinzione del processo si perfeziona con la procedura amministrativa di rottamazione e la documentazione in giudizio dei soli pagamenti già effettuati fino a quel momento.

Quali documenti deve presentare in giudizio il contribuente per chiedere l’estinzione del processo?
Il contribuente deve depositare in giudizio la copia della dichiarazione di adesione alla definizione agevolata (che contiene l’impegno a rinunciare ai giudizi), il provvedimento di accoglimento da parte dell’agente della riscossione e la documentazione che attesta i pagamenti effettuati fino a quel momento.

Perché la Corte dichiara l’estinzione del giudizio e non la cessazione della materia del contendere?
La Corte dichiara l’estinzione del giudizio perché la legge stessa prevede questa specifica conseguenza per l’adesione alla definizione agevolata. La cessazione della materia del contendere, invece, non sarebbe possibile in questo caso perché presupporrebbe il pagamento integrale del debito, condizione non ancora verificatasi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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