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Estinzione giudizio rottamazione: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’estinzione di un giudizio tributario a seguito dell’adesione del contribuente alla “rottamazione-ter”. La decisione chiarisce che per l’estinzione giudizio rottamazione non è necessario il completo pagamento del debito rateizzato, ma è sufficiente il perfezionamento della procedura amministrativa, che include la dichiarazione del contribuente di rinunciare ai giudizi in corso. L’agente di riscossione aveva accettato l’istanza e comunicato il piano rateale. Di conseguenza, il processo è stato dichiarato estinto e le spese legali sono state compensate tra le parti.

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Pubblicato il 10 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Estinzione del Giudizio per Rottamazione: La Cassazione Chiarisce

L’adesione a una sanatoria fiscale, come la “rottamazione-ter”, ha conseguenze dirette sui processi tributari in corso. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha confermato un principio fondamentale in materia di estinzione giudizio rottamazione: per chiudere la lite, è sufficiente il perfezionamento della procedura amministrativa di adesione, senza dover attendere il pagamento di tutte le rate. Questo chiarimento offre una guida preziosa per contribuenti e professionisti.

Il Contesto del Contenzioso Tributario

La vicenda nasce dall’impugnazione di una cartella esattoriale da parte di un consorzio. Dopo aver perso nei primi due gradi di giudizio, il consorzio ha presentato ricorso per cassazione. Tuttavia, durante lo svolgimento del processo dinanzi alla Suprema Corte, è intervenuto un fatto nuovo e decisivo: l’adesione del consorzio alla definizione agevolata dei carichi pendenti, nota come “rottamazione-ter”.

La Svolta: L’Adesione alla Rottamazione-ter e l’estinzione del giudizio

Il consorzio ha presentato in giudizio la documentazione che attestava l’adesione alla sanatoria, avvenuta nel 2019. Tale documentazione includeva l’impegno a rinunciare ai giudizi pendenti relativi ai debiti oggetto della rottamazione. Successivamente, l’Agenzia delle Entrate-Riscossione ha accolto l’istanza, comunicando il debito residuo e il piano rateale. Basandosi su questi elementi, il consorzio ha richiesto alla Corte di Cassazione di dichiarare l’estinzione giudizio rottamazione.

Il Principio di Diritto della Cassazione sull’Estinzione

La Corte Suprema ha accolto la richiesta del ricorrente, basando la sua decisione su un orientamento consolidato. La normativa relativa alla “rottamazione-ter” (art. 3 del D.L. n. 119/2018) delinea una specifica fattispecie di estinzione del processo. Questa non richiede, come condizione necessaria, il pagamento integrale del debito. Ciò che conta è il perfezionamento della procedura amministrativa.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha spiegato che la procedura si perfeziona con due passaggi fondamentali:
1. La dichiarazione del contribuente di volersi avvalere della definizione agevolata, che include l’impegno esplicito a rinunciare ai giudizi in corso.
2. La successiva comunicazione da parte dell’Agente della riscossione che accoglie la domanda, specificando l’ammontare dovuto e le scadenze delle rate.

Una volta che questi due elementi sono documentati in giudizio, il processo deve essere dichiarato estinto. Il pagamento effettivo delle rate è una condizione per il mantenimento dei benefici della rottamazione, ma non per l’estinzione del contenzioso pendente. La logica del legislatore è quella di deflazionare il contenzioso tributario, e la rinuncia al giudizio è un presupposto implicito e necessario dell’adesione alla sanatoria. Pertanto, la Corte ha dichiarato l’estinzione del giudizio, stabilendo che le spese legali restassero a carico delle parti che le avevano anticipate, come previsto dalla normativa speciale in materia.

Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un principio di grande rilevanza pratica. I contribuenti che aderiscono a definizioni agevolate come la rottamazione possono ottenere la chiusura dei processi pendenti senza dover attendere la fine del piano di ammortamento. È cruciale, tuttavia, depositare tempestivamente nel giudizio in corso tutta la documentazione che comprova il perfezionamento della procedura: la domanda di adesione, l’impegno alla rinuncia e la comunicazione di accoglimento da parte dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione. Questa pronuncia conferma che la volontà del legislatore di ridurre le liti tributarie prevale, rendendo l’adesione alla sanatoria uno strumento efficace per l’estinzione rapida e certa del contenzioso.

È necessario aver pagato tutte le rate della “rottamazione” perché il giudizio pendente si estingua?
No. Secondo la Corte di Cassazione, l’estinzione del processo non presuppone il pagamento dell’intero ammontare dovuto, ma si perfeziona con la dichiarazione di volersi avvalere della procedura e la successiva comunicazione di accoglimento da parte dell’Agenzia.

Cosa deve fare il contribuente in giudizio per ottenere la dichiarazione di estinzione?
Il contribuente deve depositare in giudizio la documentazione che attesta l’adesione alla definizione agevolata, l’impegno a rinunciare ai giudizi pendenti e la comunicazione di accoglimento dell’istanza da parte dell’agente della riscossione, comprensiva del piano rateale.

In caso di estinzione del giudizio per adesione alla rottamazione, chi paga le spese legali?
Le spese del giudizio rimangono a carico delle parti che le hanno anticipate, come previsto dall’art. 46, comma 3, del d.lgs. n. 546/1992.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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