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Estinzione giudizio per rottamazione ter: la Cassazione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 7708/2024, ha chiarito che l’adesione di un contribuente alla “rottamazione ter” comporta l’estinzione del giudizio pendente, anche in assenza del completo pagamento delle rate. La Corte ha stabilito che la sola manifestazione di volontà di avvalersi della definizione agevolata è sufficiente a chiudere il contenzioso, sostituendo la situazione debitoria originaria con quella disciplinata dalla procedura di rottamazione, senza che la sentenza impugnata passi in giudicato.

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Pubblicato il 8 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Estinzione del Giudizio per Rottamazione Ter: Basta l’Adesione

L’adesione a una definizione agevolata, come la “rottamazione ter”, è un’opportunità cruciale per molti contribuenti. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento fondamentale: l’adesione alla procedura è sufficiente a determinare l’estinzione del giudizio tributario in corso, anche se il pagamento integrale delle rate non è stato completato. Questa decisione ha implicazioni significative per la gestione del contenzioso fiscale pendente.

I Fatti del Caso: Contenzioso Fiscale e Adesione alla Rottamazione

Un contribuente si trovava in un contenzioso con l’Agenzia delle Entrate a seguito della notifica di una cartella di pagamento per debiti IRPEF e IVA relativi a un’annualità pregressa. Dopo aver perso nei primi due gradi di giudizio, il contribuente ha presentato ricorso in Cassazione. Durante la pendenza di quest’ultimo giudizio, ha presentato istanza di adesione alla cosiddetta “rottamazione ter”, una misura di definizione agevolata delle controversie prevista dalla legge.

L’Agenzia delle Entrate, pur rilevando che il contribuente non aveva completato il pagamento di tutte le rate previste dal piano di rottamazione, ha chiesto alla Corte di Cassazione di dichiarare l’estinzione del processo. Si è posta quindi la questione se la sola adesione, senza il perfezionamento tramite il pagamento totale, fosse sufficiente a chiudere la lite.

La Decisione della Cassazione: Analisi sull’Estinzione del Giudizio

La Suprema Corte ha accolto la richiesta dell’Agenzia delle Entrate, dichiarando l’estinzione del giudizio. I giudici hanno stabilito che il mancato pagamento integrale di quanto dovuto per la definizione agevolata non è un ostacolo alla dichiarazione di estinzione del processo pendente.

Le Motivazioni della Corte

La Corte ha fondato la sua decisione su un’interpretazione sistematica delle norme sulla definizione agevolata. Sebbene la legge preveda che l’estinzione sia subordinata all'”effettivo perfezionamento della definizione” e alla produzione della documentazione dei pagamenti, la giurisprudenza ha consolidato un principio diverso. L’adesione del contribuente alla rottamazione, con l’impegno a rinunciare al giudizio, configura una “fattispecie estintiva” che opera “ex lege”, cioè per diretta previsione di legge.

Questo meccanismo sostituisce la situazione debitoria oggetto del contenzioso con la nuova disciplina emergente dalla dichiarazione di avvalimento. In altre parole, la lite sulla vecchia cartella di pagamento cessa di esistere perché viene rimpiazzata dall’accordo di rottamazione. La Corte ha specificato che questo non fa passare in giudicato la sentenza impugnata, ma semplicemente chiude il processo. L’eventuale inadempimento successivo del contribuente al piano di rateizzazione non riaprirà il vecchio processo, ma seguirà le regole proprie della procedura di rottamazione, con la possibile ripresa delle azioni di riscossione da parte dell’agente esattore.

Le Conclusioni

Le conclusioni pratiche di questa ordinanza sono di grande rilevanza:
1. Chiusura del Processo: La sola adesione a una sanatoria fiscale è sufficiente per ottenere l’estinzione del giudizio, a prescindere dal completamento dei pagamenti. Questo offre certezza al contribuente, che può considerare chiusa la controversia legale.
2. Nessuna ‘Cosa Giudicata’: La sentenza sfavorevole precedente non diventa definitiva. La lite viene semplicemente terminata, e il rapporto debitorio è regolato dalle nuove condizioni della rottamazione.
3. Spese Legali: Le spese del processo estinto si considerano assorbite dalla definizione agevolata, quindi non vi è una condanna alle spese a carico di nessuna delle parti.
4. Nessun Raddoppio del Contributo Unificato: Non si applica la sanzione del raddoppio del contributo unificato, prevista in altri casi di rigetto o inammissibilità del ricorso.

Questa pronuncia rafforza l’efficacia degli strumenti di definizione agevolata come meccanismi non solo per sanare il debito, ma anche per deflazionare il contenzioso tributario.

L’adesione alla “rottamazione ter” provoca l’estinzione del giudizio anche se non sono state pagate tutte le rate?
Sì. La Corte di Cassazione ha stabilito che l’adesione alla procedura di rottamazione è di per sé sufficiente a determinare l’estinzione del processo, anche se il contribuente non ha ancora provveduto al pagamento integrale del debito rateizzato.

Se il giudizio si estingue per la rottamazione, la sentenza precedente diventa definitiva?
No. La dichiarazione di estinzione del giudizio non fa passare in “cosa giudicata” la sentenza impugnata. La situazione debitoria oggetto della lite viene sostituita dalla nuova disciplina prevista dall’accordo di definizione agevolata.

Chi paga le spese legali se il processo si estingue a seguito di adesione alla definizione agevolata?
Nessuno. La Corte chiarisce che non si deve provvedere sulle spese, in quanto il contenuto della definizione agevolata assorbe anche i costi del processo pendente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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