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Estinzione giudizio accise: la Cassazione chiude il caso

Una società distilleria ha contestato una pretesa fiscale per accise su alcol accidentalmente disperso. Dopo un esito sfavorevole in appello, il caso è giunto in Cassazione. Tuttavia, a seguito di una nuova e favorevole sentenza della Corte di Giustizia UE, la società ha rinunciato al ricorso, ottenendo l’accettazione della controparte. La Suprema Corte ha quindi decretato l’estinzione del giudizio accise, con compensazione delle spese legali.

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Pubblicato il 10 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Estinzione Giudizio Accise: la Cassazione Archivia il Contenzioso su Alcol Disperso

L’ordinanza della Corte di Cassazione n. 33285/2024 segna un punto di svolta procedurale in una complessa vicenda fiscale. Il caso riguarda la richiesta di pagamento di accise su una notevole quantità di alcol etilico andata persa. La decisione finale non entra nel merito della questione, ma dichiara l’estinzione del giudizio accise a seguito della rinuncia del ricorrente, una scelta strategica influenzata da un recente sviluppo nella giurisprudenza europea. Analizziamo i dettagli di questa interessante pronuncia.

I Fatti all’Origine della Controversia

Una società operante nel settore delle distillerie si era vista notificare un avviso di pagamento da parte dell’Agenzia delle Dogane. La pretesa fiscale verteva sulle accise relative a un’ingente quantità di alcole etilico disperso durante un’operazione di travaso, avvenuta a causa del cedimento di una componente dell’impianto (un dado a farfalla).

La contribuente aveva fin da subito sostenuto la tesi del caso fortuito, chiedendo l’applicazione dell’abbuono d’imposta previsto dalla normativa di settore (il Testo Unico delle Accise). Secondo la sua difesa, la perdita era stata causata da un evento imprevedibile e non prevenibile, escludendo quindi una propria negligenza.

Il Percorso Giudiziario a Fasi Alterne

Il contenzioso ha avuto un andamento non lineare nei gradi di merito:

1. Primo Grado: La Commissione Tributaria Provinciale (CTP) aveva accolto il ricorso della società, ritenendo provato il caso fortuito e legittima la richiesta di abbuono dell’imposta.
2. Secondo Grado: La Commissione Tributaria Regionale (CTR), in riforma della prima sentenza, aveva invece dato ragione all’Agenzia fiscale. Secondo i giudici d’appello, la società non aveva fornito una prova adeguata del caso fortuito. Al contrario, la causa della perdita era da ricondurre a un cedimento strutturale dovuto a mancata manutenzione e usura di un componente, il che configurava una condotta negligente. La notevole quantità di alcol disperso, inoltre, è stata considerata un ulteriore indizio della scarsa diligenza della contribuente.

Contro questa decisione, la società ha proposto ricorso per Cassazione, articolando cinque motivi di impugnazione.

La Svolta Decisiva: la Rinuncia al Ricorso e l’Estinzione del Giudizio Accise

Il colpo di scena è avvenuto durante il procedimento in Cassazione. La società ricorrente ha depositato un atto di rinuncia al ricorso. Questa decisione non è stata casuale, ma è stata motivata dalla presa d’atto di una recente e rilevante sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea (causa C-509/22, Girelli Alcool). Evidentemente, tale pronuncia ha modificato il quadro giuridico di riferimento in maniera favorevole alla posizione della contribuente, rendendo meno rischioso o addirittura superfluo proseguire il giudizio.

L’Agenzia delle Dogane, dal canto suo, ha accettato la rinuncia, con l’obiettivo di ottenere la compensazione delle spese processuali. Di fronte a tale accordo tra le parti, la Corte di Cassazione non ha potuto fare altro che prendere atto della volontà concorde e procedere di conseguenza.

Le Motivazioni

La motivazione della Suprema Corte è di natura puramente procedurale. Il Codice di procedura civile stabilisce che quando la parte che ha proposto l’impugnazione vi rinuncia e la controparte accetta tale rinuncia, il processo si estingue senza una decisione sul merito. In questo caso, la Corte ha verificato la sussistenza di questi due elementi: la rinuncia formale del ricorrente e l’accettazione del controricorrente. L’accordo sulla compensazione delle spese, come evidenziato dalla Corte stessa richiamando una pronuncia delle Sezioni Unite, è un fattore che facilita l’accettazione della rinuncia. Pertanto, il Collegio ha dichiarato l’estinzione dell’intero giudizio.

Le Conclusioni

L’ordinanza offre importanti spunti di riflessione strategica. Dimostra come l’evoluzione della giurisprudenza, specialmente quella europea che ha un impatto diretto sul diritto tributario nazionale, possa influenzare l’esito di un contenzioso in corso. Una nuova sentenza favorevole può rendere conveniente per una parte abbandonare il giudizio, cristallizzando una situazione di vantaggio o evitando i rischi e i costi di una prosecuzione. La decisione di dichiarare l’estinzione del giudizio accise chiude formalmente la vicenda, lasciando le parti nella situazione giuridica preesistente al ricorso, ma con un quadro normativo e giurisprudenziale profondamente mutato a favore della contribuente.

Per quale motivo il giudizio dinanzi alla Corte di Cassazione è stato dichiarato estinto?
Il giudizio è stato dichiarato estinto perché la società ricorrente ha presentato un atto di rinuncia al ricorso e l’Agenzia delle Dogane, in qualità di controricorrente, ha accettato tale rinuncia.

Cosa ha spinto la società ricorrente a rinunciare al ricorso?
La società ha deciso di rinunciare dopo aver preso atto di una recente e più favorevole giurisprudenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea (causa C-509/22), che evidentemente ha rafforzato la sua posizione in merito alla controversia sulle accise.

Come sono state regolate le spese processuali in seguito all’estinzione del giudizio?
La Corte di Cassazione ha disposto la compensazione delle spese processuali. Ciò significa che ciascuna parte ha sostenuto i propri costi legali, senza alcun addebito a carico della controparte.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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