LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Estinzione ex lege: lite fiscale su PEX e fotovoltaico

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’estinzione ex lege di una controversia fiscale tra l’Agenzia delle Entrate e una società di ingegneria. Il caso riguardava la corretta applicazione del regime PEX (Participation Exemption) alla plusvalenza derivante dalla cessione delle quote di una società veicolo, creata per sviluppare progetti fotovoltaici. La lite si è conclusa non con una decisione nel merito, ma a seguito dell’adesione della società contribuente alla definizione agevolata delle liti pendenti, prevista dalla legge n. 197/2022.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 10 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Estinzione ex lege: come una sanatoria fiscale chiude la disputa sul PEX nel fotovoltaico

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre uno spunto interessante non tanto per una decisione nel merito di una complessa questione fiscale, quanto per il suo esito procedurale. Il caso analizzato si è concluso con una declaratoria di estinzione ex lege del giudizio, a seguito dell’adesione del contribuente alla definizione agevolata delle liti pendenti. Vediamo insieme i dettagli di questa vicenda, che coinvolge il regime della Participation Exemption (PEX) e il settore delle energie rinnovabili.

I Fatti: Una Complessa Operazione Societaria nel Mirino del Fisco

Una società di ingegneria, attiva nella progettazione di impianti fotovoltaici, aveva realizzato una complessa operazione strutturata in due fasi. Prima, aveva costituito una società di scopo (anche detta “società veicolo”) conferendole un ramo d’azienda consistente in tre progetti autorizzati per la realizzazione di impianti fotovoltaici. Subito dopo, aveva ceduto l’intera partecipazione in questa società veicolo a un acquirente straniero.

Grazie a questa struttura, la società venditrice intendeva applicare il regime PEX, che consente un’esenzione fiscale del 95% sulla plusvalenza derivante dalla cessione di partecipazioni. In pratica, avrebbe pagato le imposte solo sul 5% del guadagno realizzato.

La Controversia Fiscale: Cessione di Quote o Prestazione di Servizi?

L’Agenzia delle Entrate, a seguito di una verifica fiscale, ha contestato l’intera operazione. Secondo l’Amministrazione, non si trattava di una vera cessione di partecipazioni, ma di una cessione mascherata di prestazioni di servizi (i progetti autorizzati). Il Fisco sosteneva che mancasse un requisito fondamentale per l’applicazione del regime PEX: la “commercialità” della società veicolo. Quest’ultima, infatti, non aveva mai avviato un’attività commerciale propria, essendo stata creata e ceduta in un brevissimo lasso di tempo con il solo scopo di trasferire i progetti.

Di conseguenza, l’Agenzia ha riqualificato l’operazione, recuperando a tassazione (ai fini Ires, Irap e Iva) l’intera plusvalenza, considerandola come ricavo derivante dalla vendita di servizi. Sia la Commissione Tributaria Provinciale che quella Regionale, tuttavia, avevano dato ragione al contribuente, confermando la legittimità dell’operazione.

L’Intervento della Sanatoria e l’Estinzione ex lege del Giudizio

L’Agenzia delle Entrate ha quindi proposto ricorso in Cassazione. Tuttavia, mentre il giudizio era pendente, il contribuente ha presentato domanda di definizione agevolata della controversia, avvalendosi della facoltà concessa dalla legge n. 197/2022 (la cosiddetta “pace fiscale”).

L’Agenzia stessa ha depositato una memoria in cui confermava la regolarità della domanda di definizione e l’inserimento della controversia nell’elenco definitivo delle liti sanate. A questo punto, il destino del processo era segnato.

Le Motivazioni della Corte

La Corte di Cassazione, preso atto della situazione, non è entrata nel merito della complessa questione relativa ai requisiti del regime PEX. La sua decisione è stata puramente procedurale. I giudici hanno constatato che l’adesione del contribuente alla definizione agevolata, regolarmente perfezionata, costituisce una causa di estinzione ex lege del processo.

La legge, infatti, prevede che la regolare definizione della controversia chiuda il giudizio in qualsiasi stato e grado esso si trovi. La Corte ha quindi dichiarato estinto il processo, specificando che le spese legali restano a carico della parte che le ha anticipate, come previsto dalla normativa sulla definizione agevolata. Inoltre, non essendo un caso di rigetto o inammissibilità, non è stato applicato il cosiddetto “doppio contributo unificato”.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche dell’Ordinanza

L’ordinanza è significativa perché dimostra come gli strumenti di definizione agevolata possano interrompere e chiudere definitivamente anche le controversie più complesse e di principio. Per il contribuente, la sanatoria ha rappresentato un modo per ottenere la certezza del diritto e chiudere una pendenza con il Fisco, sebbene a fronte del pagamento di una somma definita dalla legge. Per l’ordinamento, si è evitato un ulteriore grado di giudizio su una questione tecnica che avrebbe potuto avere importanti ripercussioni sul settore delle operazioni straordinarie e delle energie rinnovabili. La questione sostanziale sulla corretta interpretazione del requisito di commercialità per il PEX in operazioni simili rimane, perciò, aperta e sarà oggetto di future pronunce della giurisprudenza.

Perché il processo davanti alla Corte di Cassazione è stato dichiarato estinto?
Il processo è stato dichiarato estinto perché la società contribuente ha aderito alla “definizione agevolata delle controversie tributarie” prevista dalla legge n. 197 del 2022. L’Agenzia delle Entrate ha confermato la regolarità della domanda, attivando così una causa di estinzione prevista direttamente dalla legge (ex lege).

Cosa succede alle spese legali in caso di estinzione del giudizio per definizione agevolata?
In caso di estinzione del giudizio a seguito di definizione agevolata, come previsto dall’art. 1, comma 197, della legge n. 197/2022, le spese del processo estinto restano a carico della parte che le ha anticipate. Non vi è quindi una condanna al pagamento delle spese a favore della controparte.

La Corte si è pronunciata sulla legittimità dell’applicazione del regime PEX al caso specifico?
No, la Corte non si è pronunciata nel merito della questione. La sua decisione è stata puramente processuale. Ha verificato che si fossero realizzate le condizioni per l’estinzione del giudizio (la regolare definizione agevolata) e, di conseguenza, ha dichiarato chiuso il processo senza decidere se il contribuente avesse o meno diritto ad applicare il regime PEX.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati