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Estinzione del giudizio tributario: rinvio per rottamazione

Una società, dopo aver aderito alla procedura di definizione agevolata dei carichi pendenti (c.d. “rottamazione quater”) e aver iniziato i pagamenti, ha richiesto l’estinzione del giudizio tributario pendente in Cassazione. La Corte Suprema, pur prendendo atto dell’istanza, ha stabilito che l’estinzione del giudizio tributario non è automatica ma è subordinata all’effettivo e integrale pagamento di tutte le rate previste. Di conseguenza, ha sospeso il processo e lo ha rinviato a un’udienza successiva alla scadenza dell’ultima rata per verificare il perfezionamento della procedura.

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Pubblicato il 16 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Estinzione del Giudizio Tributario per Rottamazione: la Cassazione Sospende e Rinvia

L’adesione alla cosiddetta “rottamazione quater” è diventata una via d’uscita per molti contribuenti con pendenze fiscali. Ma cosa accade ai processi in corso? Una recente ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione chiarisce che l’estinzione del giudizio tributario non è immediata, ma richiede una condizione essenziale: il completamento di tutti i pagamenti. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti di Causa

Una società di capitali aveva impugnato un avviso di accertamento relativo a IRES, IRAP, IVA e ritenute per l’anno 2009. Dopo aver perso in appello, la società ha presentato ricorso per Cassazione. Durante lo svolgimento del giudizio di legittimità, la società ha colto l’opportunità offerta dalla Legge n. 197/2022, presentando istanza di adesione alla definizione agevolata dei carichi pendenti, nota come “rottamazione quater”.

L’Agenzia delle Entrate Riscossione ha accolto la domanda, comunicando il piano di rateizzazione con ultima scadenza fissata per la fine del 2027. La società ha quindi provveduto al pagamento delle prime due rate e ha depositato in Cassazione un’istanza per far dichiarare l’estinzione del giudizio per cessazione della materia del contendere.

La Procedura di Estinzione del Giudizio Tributario e la Rottamazione

La normativa sulla rottamazione (art. 1, comma 235, L. 197/2022) prevede che il debitore, aderendo alla definizione, si impegni a rinunciare ai giudizi pendenti. La stessa legge stabilisce che, su presentazione di copia della dichiarazione di adesione, i giudizi vengono sospesi in attesa del pagamento delle somme dovute.

Tuttavia, il punto cruciale, come sottolineato dalla Corte, si trova nel comma successivo. La disposizione prevede espressamente che «l’estinzione del giudizio è subordinata all’effettivo perfezionamento della definizione e alla produzione, nello stesso giudizio, della documentazione attestante i pagamenti effettuati». In caso contrario, il giudice revoca la sospensione.

Le Motivazioni della Decisione della Cassazione

La Corte Suprema, con l’ordinanza in esame, ha respinto la richiesta di estinzione immediata. I giudici hanno chiarito che, nonostante l’adesione alla rottamazione e l’inizio dei pagamenti, il presupposto legale per l’estinzione non si era ancora verificato. In assenza di una dichiarazione formale e incondizionata di rinuncia al ricorso da parte del contribuente, la legge impone un percorso preciso e non derogabile.

L’estinzione del processo non può basarsi sulla semplice adesione alla procedura o sul pagamento parziale. È necessario dimostrare in giudizio l’avvenuto e integrale pagamento di tutte le somme dovute secondo il piano di definizione agevolata. Solo a quel punto la procedura di rottamazione può dirsi “perfezionata” e, di conseguenza, il giudice può dichiarare estinto il processo.

Pertanto, la Corte ha agito in piena conformità con il dato normativo: ha sospeso il giudizio e ha disposto il rinvio della causa a nuovo ruolo, fissando una nuova udienza in data successiva alla scadenza dell’ultima rata (prevista per il 30.11.2027). In quella sede, si verificherà se il contribuente avrà effettivamente saldato l’intero debito e, solo in caso positivo, si procederà a dichiarare la fine del contenzioso.

Le Conclusioni

Questa pronuncia offre un’indicazione procedurale chiara e di fondamentale importanza pratica per contribuenti e professionisti. L’adesione a una sanatoria fiscale non chiude automaticamente la porta ai processi pendenti. La sospensione del giudizio è una fase transitoria, finalizzata a consentire al contribuente di completare il percorso di definizione agevolata. L’estinzione del giudizio tributario rappresenta l’atto finale, che può avvenire solo a seguito della prova documentale dell’integrale adempimento. Questa cautela da parte del legislatore e della giurisprudenza serve a garantire che la cessazione della materia del contendere sia definitiva e non basata su una semplice intenzione che potrebbe essere disattesa in futuro.

Aderire alla “rottamazione quater” comporta l’immediata estinzione del processo tributario in corso?
No, l’adesione e il pagamento delle prime rate non sono sufficienti. Secondo la normativa e l’interpretazione della Corte di Cassazione, l’estinzione del giudizio è subordinata all’effettivo e completo pagamento di tutte le somme dovute.

Cosa succede al giudizio mentre il contribuente paga le rate della rottamazione?
Il giudice sospende il giudizio. Viene disposto un rinvio della causa a una data successiva alla scadenza dell’ultima rata per permettere al contribuente di completare i pagamenti e fornire la prova del perfezionamento della procedura.

Perché la Corte non ha dichiarato subito l’estinzione del giudizio, nonostante la richiesta del contribuente?
Perché, in assenza di una formale rinuncia al ricorso, la legge richiede la prova documentale del “perfezionamento della definizione”, che si realizza solo con l’integrale pagamento. Dichiarare l’estinzione prima di tale momento sarebbe prematuro e contrario alla norma.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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