Estinzione del Giudizio: Gli Effetti della Rottamazione dei Carichi sul Processo in Cassazione
L’adesione a una sanatoria fiscale, come la rottamazione dei carichi, può avere conseguenze dirette e definitive sui processi tributari in corso. Un recente decreto della Corte di Cassazione chiarisce come tale scelta porti all’estinzione del giudizio di legittimità, con importanti implicazioni anche sulla gestione delle spese legali. Analizziamo insieme questo caso emblematico.
I Fatti del Caso
Una società di costruzioni aveva presentato ricorso in Cassazione contro una sentenza emessa dalla Commissione Tributaria Regionale. Il contenzioso vedeva l’azienda contrapposta sia all’Agenzia delle Entrate sia all’Agente della Riscossione.
Mentre il giudizio di legittimità era pendente, la società ricorrente ha scelto di avvalersi della cosiddetta “rottamazione dei carichi”, una forma di definizione agevolata che permette di saldare i debiti fiscali con condizioni vantaggiose. Successivamente, l’azienda ha formalmente depositato un atto di rinuncia al ricorso, proprio in virtù dell’avvenuta adesione alla sanatoria.
La Decisione della Cassazione e l’Estinzione del Giudizio
Preso atto della rinuncia al ricorso, motivata dall’adesione alla definizione agevolata, la Corte Suprema di Cassazione ha agito di conseguenza. L’organo giurisdizionale ha dichiarato l’estinzione del giudizio. Questo significa che il processo si è concluso senza una decisione sul merito della questione, poiché la materia del contendere è venuta meno: il debito che aveva originato la causa era stato infatti sanato attraverso la rottamazione.
Inoltre, la Corte ha disposto la compensazione delle spese processuali. In pratica, ogni parte coinvolta (la società, l’Agenzia delle Entrate e l’Agente della Riscossione) dovrà sostenere i propri costi legali, senza che alcuna parte sia condannata a rimborsare le altre.
Le Motivazioni della Decisione
La motivazione alla base del decreto è di natura prettamente processuale. L’adesione del contribuente alla rottamazione e il conseguente pagamento del debito fanno cessare la ragione stessa del contendere. Non ha più senso proseguire un giudizio per stabilire la legittimità di una pretesa fiscale che è stata nel frattempo soddisfatta attraverso un accordo con il Fisco.
La rinuncia al ricorso da parte della società è stata l’atto formale che ha permesso alla Corte di prendere atto di questa situazione. La dichiarazione di estinzione del processo è, quindi, la naturale conseguenza giuridica, in applicazione dei principi del codice di procedura civile, come richiamato dall’art. 391 c.p.c. La scelta di compensare le spese è prassi comune in questi casi, poiché l’estinzione non deriva dalla vittoria di una parte sull’altra, ma da un evento esterno al processo che lo rende superfluo.
Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche
Questo decreto conferma un principio fondamentale per chiunque abbia un contenzioso tributario in corso: l’adesione a sanatorie o definizioni agevolate è una scelta strategica che va oltre il mero aspetto finanziario. Comporta la necessità di chiudere i processi pendenti, rinunciando formalmente ai ricorsi.
La conseguenza diretta, come visto, è l’estinzione del giudizio con, tipicamente, la compensazione delle spese legali. Per i contribuenti e i loro consulenti, è cruciale valutare attentamente i costi e i benefici di tale scelta, considerando che la rottamazione chiude la porta a una possibile vittoria in tribunale ma offre la certezza di risolvere il debito a condizioni favorevoli, ponendo fine al contenzioso e alle relative spese.
Cosa succede a un processo in Cassazione se il contribuente aderisce alla rottamazione dei carichi?
Il processo viene dichiarato estinto, in quanto l’adesione alla definizione agevolata e la conseguente rinuncia al ricorso fanno venir meno l’oggetto della controversia.
In caso di estinzione del giudizio per adesione alla rottamazione, chi paga le spese legali?
La Corte di Cassazione, nel caso specifico, ha disposto la compensazione delle spese. Questo significa che ogni parte coinvolta nel processo si fa carico dei propri costi legali.
Dopo la dichiarazione di estinzione, le parti possono fare qualcosa?
Sì, il decreto prevede che, entro dieci giorni dalla comunicazione del provvedimento, i difensori delle parti possano chiedere che venga fissata un’udienza.
Testo del provvedimento
Decreto di Cassazione Civile Sez. 5 Num. 22111 Anno 2025
Civile Decr. Sez. 5 Num. 22111 Anno 2025
Presidente:
Relatore:
Data pubblicazione: 31/07/2025
L A C O R T E S U P R E M A DI C A S S A Z I O N E
SEZIONE TRIBUTARIA
LA PRESIDENTE
D E C R E T O
Sul ricorso
n. 17688/2020 proposto da:
RAGIONE_SOCIALE in persona del legale rappresentante pro tempore , rappresentata e difesa dagli avv.ti NOME COGNOME e NOME COGNOME;
-ricorrente-
contro
RAGIONE_SOCIALE, in persona del Direttore pro tempore , rappresentata e difesa dall’Avvocatura Generale dello Stato ;
-controricorrente-
e
AGENZIA DELLE ENTRATE RISCOSSIONE, in persona del Direttore pro tempore ;
-intimata- avverso la sentenza della Commissione Tributaria Regionale della Basilicata n. 614/03/2019, depositata il 23 dicembre 2019.
Visto l’atto depositato il 13 dicembre 2023 con il quale la ricorrente ha rinunciato al ricorso dichiarando di aver aderito alla definizione agevolata per la rottamazione dei carichi; considerato che, pertanto, le spese possono essere compensate; visto l’art. 391 cod. proc. civ.
P.Q.M.
Dichiara estinto il giudizio di legittimità e compensa le spese.
Dispone che il presente decreto sia comunicato ai difensori delle parti costituite, avvisandoli che nel termine di dieci giorni dalla comunicazione possono chiedere che sia fissata l’udienza.
Roma, 24/07/2025
La Presidente titolare NOME COGNOME