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Estinzione del giudizio: rinuncia e transazione

Un Comune ha impugnato una sentenza tributaria sfavorevole contro una società fallita in merito al pagamento della Tarsu. Durante il procedimento in Cassazione, le parti hanno raggiunto un accordo transattivo, portando il Comune a rinunciare formalmente al ricorso. La Corte Suprema ha quindi dichiarato l’estinzione del giudizio, compensando le spese di lite data la natura conciliativa della risoluzione della controversia.

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Pubblicato il 4 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Estinzione del Giudizio per Rinuncia al Ricorso: Il Caso della Transazione in Cassazione

L’ordinanza in esame offre un chiaro esempio di come una controversia tributaria possa concludersi prima di una sentenza di merito, attraverso l’istituto della estinzione del giudizio. Questo avviene quando, durante il procedimento, le parti trovano un accordo e decidono di non proseguire la lite. Analizziamo come la Corte di Cassazione ha gestito un caso di rinuncia al ricorso a seguito di una transazione, con importanti implicazioni sulle spese legali e sugli oneri processuali.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine da un’intimazione di pagamento per la Tassa sui Rifiuti Solidi Urbani (TARSU) relativa agli anni dal 2003 al 2006, notificata da un Comune a una grande Società. L’intimazione si basava su un precedente avviso di accertamento che era stato oggetto di un primo giudizio, conclusosi con una sentenza che dichiarava l’estinzione per cessata materia del contendere a seguito di un accordo transattivo.

Nonostante ciò, il Comune notificava una nuova ingiunzione di pagamento, che veniva impugnata dalla Società (nel frattempo dichiarata fallita e rappresentata dalla Curatela). Sia la Commissione Tributaria Provinciale che quella Regionale davano ragione alla Società, affermando che la precedente sentenza di estinzione aveva acquisito efficacia di giudicato, precludendo così ogni ulteriore pretesa da parte dell’ente locale.

Il Comune, non soddisfatto, proponeva ricorso per cassazione, sostenendo un’errata applicazione delle norme procedurali da parte dei giudici di merito.

La Decisione della Corte di Cassazione: L’Estinzione del Giudizio

Durante il giudizio di legittimità, le parti hanno compiuto un passo decisivo: hanno raggiunto un nuovo accordo transattivo per porre fine alla controversia. Di conseguenza, con un atto formale, il Comune ha dichiarato di non avere più interesse alla prosecuzione del giudizio e ha rinunciato al ricorso, chiedendo la compensazione delle spese. La Curatela fallimentare della Società ha aderito a tale richiesta.

La Corte di Cassazione, preso atto della rinuncia ritualmente formalizzata e accettata, non è entrata nel merito dei motivi del ricorso, ma si è limitata a dichiarare l’estinzione del giudizio ai sensi dell’art. 390 del codice di procedura civile.

Le Motivazioni

La motivazione della Corte è prettamente procedurale e si basa su due pilastri fondamentali:

1. La Rinuncia Rituale: La Corte ha verificato che la rinuncia al ricorso fosse stata presentata nelle forme previste dalla legge e che la controparte vi avesse aderito. Questo atto formale è sufficiente per determinare la fine del processo.

2. La Gestione delle Spese Legali: In presenza di un’estinzione del giudizio dovuta a un accordo conciliativo, la Corte ha ritenuto opportuno compensare integralmente le spese di lite tra le parti. La motivazione risiede proprio nella natura della risoluzione: la controversia è stata definita stragiudizialmente, dimostrando la volontà comune di porre fine al contenzioso in modo collaborativo. In questi casi, non ha senso identificare una parte ‘vincitrice’ e una ‘soccombente’ a cui addebitare i costi.

Inoltre, la Corte ha specificato che non ricorrevano i presupposti per il versamento dell’ulteriore importo a titolo di contributo unificato. Questa misura, prevista dall’art. 13, comma 1-quater, del d.P.R. 115/2002, ha una natura eccezionale e sanzionatoria. Si applica solo nei casi di rigetto, inammissibilità o improcedibilità dell’impugnazione, e non può essere estesa per analogia a casi diversi, come l’estinzione del giudizio per rinuncia.

Conclusioni

L’ordinanza ribadisce un principio fondamentale del nostro ordinamento processuale: la transazione e la conseguente rinuncia al ricorso sono strumenti efficaci per definire le liti in qualsiasi stato e grado del giudizio. La decisione evidenzia le conseguenze pratiche di questa scelta:

* Chiusura del Processo: Il giudizio si estingue senza una pronuncia sul merito, cristallizzando l’accordo raggiunto tra le parti.
* Compensazione delle Spese: Quando la rinuncia è frutto di un accordo, la regola generale è la compensazione delle spese legali, poiché la soluzione è stata trovata al di fuori delle aule di tribunale.
* Nessun Raddoppio del Contributo Unificato: L’estinzione per rinuncia non comporta l’obbligo di versare l’ulteriore importo del contributo unificato, essendo questo riservato esclusivamente alle ipotesi di esito negativo dell’impugnazione.

Cosa succede a un processo in Cassazione se le parti si accordano e il ricorrente rinuncia al ricorso?
Il giudizio si estingue, ovvero si chiude definitivamente senza una decisione nel merito della questione, sulla base della volontà concorde delle parti di non proseguire la lite.

In caso di estinzione del giudizio per rinuncia seguita da un accordo, come vengono gestite le spese legali?
La Corte, come in questo caso, può decidere di compensare integralmente le spese tra le parti. Ciò significa che ogni parte sostiene i propri costi legali, in considerazione della natura conciliativa e stragiudiziale con cui è stata risolta la controversia.

È dovuto il versamento dell’ulteriore importo a titolo di contributo unificato se il ricorso viene rinunciato e il giudizio si estingue?
No, il versamento non è dovuto. Secondo la Corte, tale importo ha una natura eccezionale e sanzionatoria, applicabile solo nei casi specifici di rigetto, inammissibilità o improcedibilità dell’impugnazione, e non in caso di estinzione per rinuncia.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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