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Estinzione del giudizio per rottamazione-ter

Una società impugna avvisi di accertamento per dazi e IVA. In Cassazione, aderisce alla rottamazione-ter, paga il dovuto e rinuncia al ricorso. La Corte, preso atto della rinuncia accettata dalla controparte e della documentazione probatoria, dichiara l’estinzione del giudizio a spese compensate.

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Pubblicato il 4 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Estinzione del Giudizio Tributario: Il Ruolo della Rottamazione-ter

L’adesione a strumenti di definizione agevolata, come la cosiddetta ‘rottamazione-ter’, può rappresentare una via d’uscita strategica per chiudere complesse controversie fiscali. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione illustra perfettamente come l’utilizzo di questi strumenti possa portare all’estinzione del giudizio, anche quando questo è pendente in ultimo grado. Questo meccanismo, basato sulla rinuncia al ricorso da parte del contribuente e sull’accettazione da parte dell’Amministrazione finanziaria, consente di porre fine in modo definitivo al contenzioso.

I Fatti del Caso: Dagli Avvisi di Accertamento alla Cassazione

La vicenda trae origine dall’impugnazione, da parte di una società a responsabilità limitata, di due avvisi di accertamento e due provvedimenti di irrogazione di sanzioni emessi dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. La controversia riguardava il pagamento di dazi e IVA su dichiarazioni doganali.

Dopo una sentenza di primo grado favorevole alla società, la Commissione Tributaria Regionale ribaltava la decisione, accogliendo l’appello dell’Ufficio. A questo punto, la società decideva di presentare ricorso per cassazione, portando la disputa al vaglio della Suprema Corte.

La Svolta: L’Adesione alla Definizione Agevolata

Durante la pendenza del giudizio in Cassazione, la società contribuente ha scelto di avvalersi della definizione agevolata delle controversie prevista dal D.L. n. 119 del 2018 (la cosiddetta ‘rottamazione-ter’).

Questa mossa si è rivelata decisiva. La società ha documentato di aver aderito alla procedura con riferimento alle sanzioni e di aver provveduto al pagamento integrale dei tributi e degli interessi dovuti. Forte di questo adempimento, ha depositato un atto formale di rinuncia al ricorso, chiedendo alla Corte di dichiarare l’estinzione del processo con compensazione delle spese legali.

La Rinuncia al Ricorso e l’Estinzione del Giudizio

L’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli ha formalmente accettato la rinuncia al ricorso a spese compensate. Questo consenso tra le parti ha spianato la strada alla decisione della Corte. La normativa processuale, infatti, stabilisce che il ricorrente può rinunciare al ricorso fino al giorno dell’udienza camerale. Se la controparte accetta la rinuncia, il processo si estingue senza una pronuncia sul merito della questione. L’accordo sulla compensazione delle spese legali ha ulteriormente semplificato la conclusione della vicenda.

Le Motivazioni della Corte

La Corte di Cassazione ha preso atto della situazione venutasi a creare. La rinuncia al ricorso è stata considerata tempestiva, in linea con quanto previsto dall’art. 390 del codice di procedura civile e consolidato dalla giurisprudenza delle Sezioni Unite. Inoltre, la società ricorrente ha fornito tutta la documentazione necessaria a comprovare l’avvenuto pagamento, sia per la parte oggetto della definizione agevolata, sia per i tributi e gli interessi non inclusi in essa.

Di fronte alla rinuncia del ricorrente, all’accettazione del resistente e alla prova dell’adempimento degli oneri fiscali, la Corte non ha potuto far altro che dichiarare l’estinzione del giudizio. L’esito ha reso superfluo l’esame dei motivi di ricorso originariamente proposti. La Corte ha quindi formalizzato la chiusura del contenzioso, stabilendo la compensazione delle spese processuali, come concordato tra le parti.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Decisione

Questa ordinanza evidenzia l’efficacia degli strumenti di definizione agevolata come la rottamazione-ter. Per i contribuenti, rappresentano un’opportunità per chiudere lunghe e costose battaglie legali con il Fisco in modo certo e definitivo. Per l’Amministrazione finanziaria, consentono di incassare le somme dovute e di ridurre il carico di lavoro degli uffici e dei tribunali. La decisione conferma che, una volta perfezionata la procedura e accettata la rinuncia, l’estinzione del giudizio è un esito quasi automatico, che permette a entrambe le parti di voltare pagina.

È possibile rinunciare a un ricorso in Cassazione dopo aver aderito a una definizione agevolata?
Sì, l’ordinanza conferma che il ricorrente può rinunciare al ricorso fino alla data dell’udienza. In questo caso, la rinuncia è stata la conseguenza dell’adesione alla ‘rottamazione-ter’ e del relativo pagamento.

Cosa succede se la controparte accetta la rinuncia al ricorso?
Se la controparte, come l’Agenzia Fiscale in questo caso, accetta la rinuncia, e il ricorrente ha adempiuto agli obblighi della definizione agevolata, la Corte dichiara l’estinzione del giudizio, chiudendo definitivamente la controversia.

Chi paga le spese legali in caso di estinzione del giudizio per rinuncia?
Nel caso specifico, le parti hanno concordato la compensazione delle spese. La Corte ha preso atto di questo accordo e ha dichiarato l’estinzione del giudizio con compensazione delle spese processuali, il che significa che ogni parte ha sostenuto i propri costi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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