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Estinzione del giudizio per rottamazione quater

Una società estera, dopo aver impugnato un avviso di accertamento fiscale, ha aderito alla “rottamazione quater”. Di conseguenza, ha rinunciato al ricorso pendente in Cassazione. La Corte ha dichiarato l’estinzione del giudizio, compensando le spese legali e chiarendo che in questi casi non è dovuto il raddoppio del contributo unificato.

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Pubblicato il 12 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Estinzione del Giudizio: Gli Effetti della Rottamazione Quater sul Processo Tributario

L’adesione a una sanatoria fiscale, come la “rottamazione quater”, può avere conseguenze dirette sui processi tributari in corso. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce quali sono gli effetti della rinuncia al ricorso a seguito della definizione agevolata, confermando un orientamento favorevole al contribuente in tema di spese legali e sanzioni processuali. L’ordinanza analizzata affronta proprio un caso di estinzione del giudizio derivante da questa scelta strategica.

I Fatti del Caso: dal Ricorso alla Rinuncia

Una società di diritto francese aveva ricevuto un avviso di accertamento per l’anno 2009 relativo a IRES, IVA e IRAP. Dopo aver perso nei primi due gradi di giudizio presso le Commissioni Tributarie Provinciale e Regionale, la società aveva proposto ricorso per cassazione.

Durante il procedimento, tuttavia, la società ha presentato domanda di definizione agevolata dei crediti tributari secondo la normativa della cosiddetta “rottamazione quater”. A seguito di ciò, il suo difensore ha formalmente dichiarato di rinunciare al ricorso pendente, depositando la documentazione che attestava l’adesione alla sanatoria.

La Decisione della Corte e l’Estinzione del Giudizio Tributario

La Corte di Cassazione, preso atto della rinuncia, ha dichiarato l’estinzione del giudizio. Questa decisione si fonda su principi consolidati, ma l’ordinanza offre spunti importanti su due aspetti accessori ma fondamentali: le spese legali e l’applicazione del cosiddetto “doppio contributo unificato”.

Rinuncia e Mancata Accettazione

La Corte ha ribadito che, nel giudizio di cassazione, la rinuncia al ricorso produce l’estinzione del processo anche senza l’accettazione della controparte (in questo caso, l’Agenzia delle Entrate). Questo atto, infatti, non è “accettizio” e determina il passaggio in giudicato della sentenza impugnata, facendo venir meno l’interesse a proseguire la causa.

La Compensazione delle Spese Legali

Uno dei punti più rilevanti della decisione riguarda le spese processuali. Sebbene la rinuncia comporti, di norma, la condanna del rinunciante al pagamento delle spese, in questo caso la Corte ha optato per la compensazione. Ogni parte, quindi, si fa carico delle proprie spese legali.

Le Motivazioni della Sentenza

La motivazione dietro la compensazione delle spese è di fondamentale importanza. I giudici hanno sottolineato che la scelta del contribuente di aderire alla rottamazione è una “soluzione premiale” offerta dal legislatore. Condannare lo stesso contribuente al pagamento delle spese legali contrasterebbe con la ratio della norma agevolativa, che mira a chiudere i contenziosi in modo rapido ed economico.

Inoltre, la Corte ha escluso l’applicazione dell’obbligo di versare un importo pari al contributo unificato già pagato. Questa sanzione processuale è prevista solo per i casi di rigetto, inammissibilità o improcedibilità del ricorso, non per l’estinzione del giudizio. Trattandosi di una norma sanzionatoria, essa deve essere interpretata in modo restrittivo e non può essere estesa a ipotesi non espressamente contemplate.

Le Conclusioni

L’ordinanza conferma un principio cruciale per i contribuenti che valutano di aderire a sanatorie fiscali mentre hanno un contenzioso pendente. La rinuncia al ricorso in Cassazione a seguito di rottamazione non solo porta all’estinzione del giudizio, ma protegge anche il contribuente da ulteriori esborsi, quali la condanna alle spese legali e il raddoppio del contributo unificato. Questa interpretazione rafforza l’efficacia degli strumenti di definizione agevolata, incentivando la chiusura delle liti fiscali in conformità con lo spirito della legge.

La rinuncia al ricorso in Cassazione dopo aver aderito alla rottamazione quater richiede l’accettazione dell’Agenzia delle Entrate?
No, la Corte di Cassazione ha chiarito che la rinuncia al ricorso produce l’estinzione del processo anche in assenza di accettazione della controparte, poiché non ha carattere “accettizio”.

Se il processo si estingue per rinuncia a seguito di rottamazione, il contribuente deve pagare le spese legali all’Agenzia delle Entrate?
No, la Corte ha disposto la compensazione delle spese. Ha ritenuto che condannare il contribuente, che ha scelto una soluzione “premiale” come la rottamazione, sarebbe in contrasto con la finalità della norma agevolativa.

In caso di estinzione del giudizio per rinuncia, si deve versare il doppio del contributo unificato?
No, la sentenza esclude l’applicabilità dell’obbligo di versare una somma pari al contributo unificato. Tale obbligo si applica solo in caso di rigetto, inammissibilità o improcedibilità del ricorso, non in caso di estinzione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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