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Estinzione del giudizio per rottamazione-quater

Una società contribuente, dopo aver impugnato una sentenza tributaria sfavorevole in Cassazione, ha aderito alla rottamazione-quater per il debito oggetto della controversia. Di conseguenza, ha rinunciato al ricorso. La Corte di Cassazione ha dichiarato l’estinzione del giudizio, compensando le spese legali tra le parti, in quanto la rinuncia era giustificata dall’adesione alla sanatoria fiscale.

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Pubblicato il 11 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Estinzione del Giudizio per Rottamazione: Un Caso Pratico

L’adesione a una sanatoria fiscale, come la cosiddetta “rottamazione-quater”, può avere conseguenze dirette sui contenziosi tributari in corso. Un’ordinanza della Corte di Cassazione ha chiarito come la scelta di definire in via agevolata un debito possa portare all’estinzione del giudizio pendente, con implicazioni anche sulle spese legali. Questo meccanismo rappresenta un’importante strategia per i contribuenti che intendono chiudere le proprie pendenze con il Fisco, evitando le incertezze e i costi di un lungo processo.

I Fatti di Causa: Dal Contenzioso alla Cassazione

Una società si era opposta a una cartella di pagamento emessa dall’Agenzia delle Entrate per presunte irregolarità fiscali. Inizialmente, la Commissione Tributaria Provinciale (CTP) aveva accolto il ricorso del contribuente. Tuttavia, l’Agenzia delle Entrate aveva impugnato la decisione e la Commissione Tributaria Regionale (CTR) aveva riformato la sentenza di primo grado, dando ragione all’Amministrazione Finanziaria.

Di fronte a questa decisione sfavorevole, la società ha presentato ricorso per Cassazione, affidandosi a diversi motivi di diritto per contestare la sentenza d’appello.

L’Impatto della Rottamazione-Quater e la Rinuncia al Ricorso

Durante la pendenza del giudizio in Cassazione, è intervenuta una novità determinante: la società ha presentato domanda di “rottamazione-quater” (prevista dalla Legge n. 197/2022), includendo nella sanatoria proprio la cartella di pagamento oggetto della controversia. A dimostrazione della serietà delle proprie intenzioni, ha allegato la comunicazione di accoglimento della domanda e le ricevute di pagamento delle prime rate.

Coerentemente con questa scelta, la società ha depositato una dichiarazione di rinuncia al ricorso. Questa mossa ha trasformato radicalmente lo scenario processuale, spostando l’attenzione dalla discussione nel merito delle pretese fiscali alla valutazione delle conseguenze della rinuncia stessa, portando all’estinzione del giudizio.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha preso atto della rinuncia al ricorso e ha dichiarato l’estinzione del giudizio ai sensi dell’art. 391 del Codice di procedura civile. I giudici hanno osservato che, in questo caso, non era necessaria la notifica della rinuncia alla controparte o l’accettazione da parte del suo difensore, come previsto dal nuovo testo dell’art. 390 c.p.c., ma era sufficiente la comunicazione da parte della cancelleria.

L’aspetto più significativo della decisione riguarda le spese legali. Solitamente, chi rinuncia al ricorso viene condannato a pagare le spese processuali della controparte. In questa circostanza, però, la Corte ha disposto la compensazione delle spese. La motivazione di tale scelta risiede nel fatto che la rinuncia non è derivata da un’ammissione di torto, ma dalla volontà del contribuente di avvalersi di uno strumento legislativo (la rottamazione-quater) per definire la pendenza. Secondo la Corte, le ragioni alla base della rinuncia giustificavano pienamente la decisione di lasciare che ogni parte sostenesse i propri costi legali.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Decisione

Questa ordinanza offre un’importante indicazione pratica per contribuenti e professionisti. L’adesione a una definizione agevolata rappresenta una valida causa per giustificare la rinuncia a un contenzioso pendente. La conseguenza diretta è l’estinzione del giudizio, che permette di chiudere definitivamente la controversia. Inoltre, la decisione di compensare le spese legali in questi casi incentiva i contribuenti a utilizzare gli strumenti di sanatoria, sapendo di poter evitare l’ulteriore aggravio economico delle spese di controparte, rendendo la via della definizione agevolata ancora più conveniente.

Quando un giudizio in Cassazione può essere dichiarato estinto?
Un giudizio può essere dichiarato estinto quando la parte ricorrente presenta una formale dichiarazione di rinuncia al ricorso, manifestando la volontà di non proseguire con l’azione legale.

Aderire alla “rottamazione quater” per un debito in causa giustifica la rinuncia al ricorso?
Sì, secondo quanto stabilito in questa ordinanza, l’aver presentato domanda di definizione agevolata per il debito oggetto del contenzioso e aver iniziato i pagamenti costituisce una valida giustificazione per la rinuncia al ricorso.

In caso di estinzione del giudizio per rinuncia dovuta a rottamazione, chi paga le spese legali?
In questo caso specifico, la Corte di Cassazione ha deciso per la compensazione delle spese. Ciò significa che ogni parte si fa carico dei propri costi legali, poiché la rinuncia è stata motivata dalla scelta del contribuente di aderire a uno strumento previsto dalla legge per risolvere la pendenza fiscale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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