Ordinanza di Cassazione Civile Sez. 5 Num. 15690 Anno 2025
Civile Ord. Sez. 5 Num. 15690 Anno 2025
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data pubblicazione: 12/06/2025
ordinanza
sul ricorso iscritto al n. 1260/2021 R.G. proposto da
RAGIONE_SOCIALE , RAGIONE_SOCIALE COGNOME RAGIONE_SOCIALE , rappresentati e difesi da ll’ avvocato NOME COGNOME, giusta procura speciale a margine del ricorso (PEC: EMAIL;
EMAIL);
-ricorrenti –
contro
RAGIONE_SOCIALE , rappresentata e difesa dall’Avvocatura Generale dello Stato, presso la quale è domiciliata in Roma, INDIRIZZO;
-controricorrente – avverso la sentenza della Commissione tributaria regionale RAGIONE_SOCIALE Marche n. 468/03/2020, depositata il 30.07.2020.
Udita la relazione svolta nella camera di consiglio del 28 febbraio 2025 dal consigliere NOME COGNOME.
RILEVATO CHE
Oggetto:
Tributi
La CTP di Pesaro accoglieva il ricorso proposto dalla RAGIONE_SOCIALE, nonché da RAGIONE_SOCIALE, in qualità di soci, avverso l’avviso di accertamento, per imposte dirette e IVA, in relazione all’anno 20 06, con il quale erano stati disconosciuti costi relativi a fatture riguardanti operazioni ritenute oggettivamente inesistenti;
con la sentenza indicata in epigrafe, la Commissione tributaria regionale RAGIONE_SOCIALE Marche accoglieva l ‘appello proposto dall’RAGIONE_SOCIALE, rilevando, in sintesi, che, i contribuenti non avevano addotto elementi probatori sufficienti per contrastare il quadro presuntivo fornito dall’Amministrazione in merito all’inesistenza oggettiva RAGIONE_SOCIALE operazioni contestate;
i contribuenti impugnavano la sentenza della CTR con ricorso per cassazione, affidato a due motivi;
-l’RAGIONE_SOCIALE resisteva con controricorso.
CONSIDERATO CHE
Con il primo motivo di ricorso i contribuenti deducono la violazione e falsa applicazione degli artt. 54 del d.P.R. n. 633 del 1972 e 2697 cod. civ., in relazione all’art. 360, comma 1, n. 3, cod. proc. civ., per avere la CTR errato nel ritenere certi, univoci e concordanti gli elementi forniti dall’Amministrazione finanziaria per comprovare l’oggettiva inesistenza RAGIONE_SOCIALE operazioni contestate;
con il secondo motivo denunciano l’omesso esame circa un fatto decisivo per il giudizio, oggetto di discussione tra le parti, in relazione all’art. 360, comma 1, n. 5, cod. proc. civ., per non avere la CTR considerato che i contribuenti avevano prodotto la visura camerale della società emittente e gli assegni bancari corrisposti in pagamento, regolarmente addebitati sul conto corrente della società contribuente e contabilizzati;
va preliminarmente rilevato che prima dell’adunanza camerale i contribuenti hanno depositato atto di rinuncia agli atti del giudizio ai sensi dell’art. 306 cod. proc. civ., chiedendo di dichiarare l’estinzione del giudizio, avendo aderito alla definizione agevolata di cui all’art. 1, commi da 231 a 252 della l. n. 197 del 2022 (rottamazionequater ) ed avendo provveduto all’integrale pagamento in un’unica soluzione dell’importo indicato nel prospetto di pagamento rateale, inviato dall’agente della riscossione ;
la rinuncia, da intendersi formulata ai sensi dell’art. 390 cod. proc. civ. (non applicandosi l’art. 306 cod. proc. civ. al giudizio di cassazione), soddisfa i requisiti di cui all’art. 390, comm i 1 e 2, cod. proc. civ., essendo stata sottoscritta dalle parti e dal loro difensore;
la stessa risulta ritualmente comunicata all’RAGIONE_SOCIALE RAGIONE_SOCIALE RAGIONE_SOCIALE a mezzo EMAIL in data 13.05.2024;
il giudizio deve essere, pertanto, dichiarato estinto per rinuncia al ricorso, con conseguente compensazione RAGIONE_SOCIALE spese di lite, avuto riguardo alla natura della controversia ed all’esito del giudizio;
la declaratoria di estinzione del giudizio esclude, ovviamente, l’applicabilità del D.P.R. n. 115 del 2002, art. 13, comma 1 -quater relativo all’obbligo della parte impugnante non vittoriosa di versare una somma pari al contributo unificato già versato all’atto della proposizione dell’impugnazione.
P.Q.M.
La Corte dichiara estinto il giudizio e compensa le spese di lite.
Così d eciso in Roma, nell’adunanza camerale del 28 febbraio 2025