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Estinzione del giudizio per rinuncia dopo rottamazione

Una società di spedizioni ha impugnato un avviso di accertamento basato sugli studi di settore. Dopo aver perso nei primi due gradi di giudizio, ha presentato ricorso in Cassazione. Successivamente, ha aderito alla “rottamazione-bis”, pagando il dovuto e rinunciando al ricorso. La Corte di Cassazione ha dichiarato l’estinzione del giudizio, specificando che in questi casi non si applica la sanzione del doppio contributo unificato, data la natura non sanzionatoria della definizione agevolata della controversia.

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Pubblicato il 21 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Estinzione del Giudizio Fiscale: L’Effetto della Rottamazione-bis sul Ricorso in Cassazione

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha chiarito un importante aspetto procedurale legato alle definizioni agevolate delle liti fiscali. L’adesione a una “rottamazione” e la conseguente rinuncia al ricorso pendente comportano l’estinzione del giudizio, ma senza l’applicazione della sanzione del doppio contributo unificato. Analizziamo insieme questa decisione e le sue implicazioni pratiche per i contribuenti.

I Fatti del Contenzioso

Il caso ha origine da un avviso di accertamento notificato a una società di spedizioni internazionali per l’anno d’imposta 2005. L’Agenzia delle Entrate, applicando gli studi di settore, aveva contestato ricavi dichiarati inferiori a quelli ritenuti congrui, recuperando a tassazione la differenza. Nello specifico, l’Ufficio aveva riclassificato l’attività dell’impresa, riconducendola a quella degli operatori doganali di piccole dimensioni (cluster 1 dello studio SG73B) anziché a quella di recapito di colli.

La società aveva impugnato l’atto impositivo, ma sia la Commissione Tributaria Provinciale che quella Regionale avevano respinto le sue ragioni, confermando la legittimità dell’accertamento. Di fronte a questa doppia sconfitta, l’impresa decideva di presentare ricorso per Cassazione.

La Svolta: Adesione alla Rottamazione e Rinuncia al Ricorso

Durante la pendenza del giudizio di legittimità, si è presentata una nuova opportunità per la società. Sfruttando la cosiddetta “rottamazione-bis” (introdotta dal D.L. n. 149/2017), l’azienda ha scelto di definire in modo agevolato la propria posizione debitoria, pagando integralmente quanto dovuto per le cartelle esattoriali emesse a seguito dell’avviso di accertamento impugnato.

Coerentemente con questa scelta, la società ha depositato un’istanza formale di rinuncia al ricorso in Cassazione, corredata dalla documentazione che provava l’avvenuto pagamento. Questo atto ha cambiato radicalmente il corso del processo.

La Decisione della Cassazione e l’estinzione del giudizio

La Corte di Cassazione, presa visione della rinuncia espressa e debitamente sottoscritta, non ha potuto fare altro che prenderne atto. Quando una parte rinuncia volontariamente al proprio ricorso, il processo non ha più ragione di proseguire. Di conseguenza, i giudici hanno dichiarato formalmente l’estinzione del giudizio, chiudendo definitivamente la controversia.

Le Motivazioni della Corte: Niente Doppio Contributo Unificato

L’aspetto più rilevante dell’ordinanza risiede nella parte finale, dove la Corte affronta la questione del cosiddetto “doppio contributo unificato”. Si tratta di una norma che impone alla parte soccombente in un’impugnazione di pagare un ulteriore importo, pari a quello del contributo iniziale, a titolo di sanzione per aver promosso un giudizio infondato.

La Corte ha stabilito che, in caso di estinzione del giudizio a seguito di una definizione agevolata, questa sanzione non deve essere applicata. La motivazione è di natura giuridica e logica: il doppio contributo è una misura con natura lato sensu sanzionatoria, applicabile solo nei casi tassativamente previsti di rigetto, inammissibilità o improcedibilità del gravame. Estenderla per analogia a una situazione diversa, come l’estinzione per rinuncia dovuta a un accordo con il fisco, sarebbe un’interpretazione non consentita dalla legge. La rottamazione, infatti, è un percorso di composizione della lite, non una sanzione per averla intrapresa.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche per i Contribuenti

Questa ordinanza offre un’importante rassicurazione per i contribuenti. Chi si trova in una controversia fiscale e valuta l’adesione a una sanatoria può farlo con la certezza che, rinunciando al giudizio pendente, non incorrerà in sanzioni processuali aggiuntive come il doppio contributo unificato. La decisione conferma che la via della definizione agevolata è un’uscita “pulita” dal contenzioso, che porta alla sua estinzione senza ulteriori oneri punitivi, lasciando le spese legali anticipate a carico di ciascuna parte.

Cosa succede a un ricorso in Cassazione se il contribuente aderisce a una rottamazione?
Se il contribuente aderisce a una definizione agevolata (come la rottamazione) e paga quanto dovuto, può presentare un’istanza di rinuncia al ricorso. A seguito di tale rinuncia, la Corte dichiara l’estinzione del giudizio.

Se un giudizio si estingue per rinuncia dopo una definizione agevolata, si deve pagare il doppio contributo unificato?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che il doppio contributo unificato non si applica nei casi di estinzione del giudizio dovuta a rinuncia seguita da definizione agevolata, poiché questa sanzione è prevista solo per i casi di rigetto, inammissibilità o improcedibilità del ricorso.

Perché il doppio contributo unificato non si applica in caso di estinzione del giudizio per rottamazione?
Perché questa misura ha una natura sostanzialmente sanzionatoria e la sua applicazione non può essere estesa per analogia a casi non espressamente previsti dalla legge. L’estinzione per rinuncia a seguito di un accordo transattivo con il fisco non rientra tra le ipotesi che giustificano l’applicazione della sanzione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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