Estinzione del Giudizio per Rinuncia: Quando il Contenzioso Finisce Prima della Sentenza
L’estinzione del giudizio rappresenta una delle modalità con cui una controversia legale può concludersi prima di arrivare a una sentenza definitiva. Questo accade quando vengono meno i presupposti per la prosecuzione del processo, come nel caso di una rinuncia agli atti da parte di chi ha promosso la causa. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione offre un chiaro esempio di questa dinamica in ambito tributario, chiarendo anche gli aspetti relativi alla ripartizione delle spese legali.
I Fatti del Caso: Dalla Commissione Tributaria alla Cassazione
La vicenda ha origine da un contenzioso tra un’associazione di contribuenti e l’Agenzia delle Entrate. L’associazione aveva impugnato una sentenza sfavorevole emessa dalla Commissione Tributaria Regionale, portando la questione dinanzi alla Corte di Cassazione. Tuttavia, prima che la Suprema Corte potesse pronunciarsi nel merito, è intervenuto un fatto nuovo e decisivo per le sorti del processo.
La Rinuncia al Ricorso e l’Estinzione del Giudizio
Durante il giudizio di legittimità, l’associazione ricorrente ha depositato una memoria con cui dichiarava di aver definito la controversia direttamente con l’Agenzia delle Entrate. Di conseguenza, non avendo più interesse alla prosecuzione del ricorso, ha formalizzato la propria rinuncia. L’Agenzia, informata della rinuncia, non ha sollevato alcuna obiezione. Questo accordo tra le parti ha rimosso l’oggetto del contendere, aprendo la strada all’estinzione del giudizio.
La Decisione sulla Compensazione delle Spese
Uno degli aspetti più rilevanti in caso di estinzione del processo è la gestione delle spese legali sostenute dalle parti. In questa circostanza, la Corte di Cassazione ha ritenuto opportuno disporre la compensazione integrale delle spese. Ciò significa che ogni parte ha sostenuto i propri costi legali, senza che nessuna fosse condannata a rimborsare quelli dell’altra. Tale decisione riflette la natura consensuale della chiusura del procedimento.
Le Motivazioni della Corte di Cassazione
La Corte ha basato la sua decisione su elementi chiari e proceduralmente ineccepibili. La rinuncia al ricorso, formalizzata dalla parte ricorrente e non osteggiata dalla controparte, costituisce una causa tipica di estinzione del processo. Verificata la regolarità della comunicazione e dell’accettazione, i giudici non hanno potuto fare altro che prenderne atto e dichiarare chiuso il procedimento. La scelta di compensare le spese è coerente con la prassi seguita quando la fine del giudizio deriva da un accordo o da un’iniziativa unilaterale accettata dalla controparte. Infine, la Corte ha specificato che, data la natura della conclusione del processo, non sussistevano i presupposti per l’applicazione di un ulteriore importo a titolo di contributo unificato, un onere che solitamente grava sulla parte soccombente in caso di rigetto o inammissibilità del ricorso.
Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Decisione
Questa ordinanza conferma un principio fondamentale del diritto processuale: le parti hanno la disponibilità del processo e possono decidere di porvi fine in qualsiasi momento attraverso un accordo. La decisione evidenzia che la rinuncia al ricorso è uno strumento efficace per chiudere una controversia, specialmente quando si raggiunge una definizione transattiva con la controparte. Per i contribuenti e i professionisti, ciò sottolinea l’importanza di esplorare vie conciliative anche in pendenza di giudizio, con il vantaggio di poter ottenere, come in questo caso, la compensazione delle spese legali, evitando così ulteriori costi e l’incertezza di una decisione finale.
Cosa succede se una parte rinuncia al ricorso in Cassazione?
Se la parte che ha promosso il ricorso vi rinuncia e la controparte non si oppone, la Corte dichiara l’estinzione del giudizio, ovvero la sua chiusura anticipata senza una decisione nel merito.
Chi paga le spese legali in caso di estinzione del giudizio per rinuncia?
Nel caso esaminato, la Corte ha deciso per la compensazione integrale delle spese processuali. Questo significa che ciascuna parte ha sostenuto i propri costi legali, senza alcun rimborso dall’altra.
È sempre dovuto un ulteriore contributo unificato in caso di estinzione del giudizio?
No. L’ordinanza specifica che, in questo caso di estinzione per rinuncia, non ricorrono i presupposti processuali per l’applicazione di un ulteriore importo a titolo di contributo unificato.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Civile Sez. 5 Num. 17599 Anno 2025
Civile Ord. Sez. 5 Num. 17599 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data pubblicazione: 30/06/2025
ORDINANZA
sul ricorso iscritto al n. 9293/2020 R.G. proposto da : RAGIONE_SOCIALE COGNOME, elettivamente domiciliato in SALENTO INDIRIZZO, presso lo studio dell’avvocato COGNOME (CODICE_FISCALE che lo rappresenta e difende
-ricorrente-
contro
RAGIONE_SOCIALE, in persona del Direttore generale pro tempore, ex lege domiciliata in ROMA INDIRIZZO presso l’AVVOCATURA GENERALE DELLO STATO (NUMERO_DOCUMENTO) che la rappresenta e difende
-controricorrente-
avverso SENTENZA di COMM.TRIB.REG. della Campania SEZ.DIST. Salerno n. 6648/2019 depositata il 02/09/2019.
Udita la relazione svolta nella camera di consiglio del 18/06/2025 dal Co: COGNOME NOME COGNOME
CONSIDERATO
Con memoria l’Associazione ricorrente ha dichiarato di aver definita la controversia con l’Agenzia delle entrate e di non aver alcuna ulteriore pendenza e, pertanto, di rinunciare al ricorso per cassazione. La rinuncia è stata debitamente allegata in atti.
L’Agenzia delle entrate, cui è stata comunicata la prefata rinuncia, nulla ha opposto, donde può essere pronunciata l’estinzione del giudizio con spese integralmente compensate.
Non ricorrono i presupposti processuali per l’applicazione di un ulteriore importo a titolo di contributo unificato.
P.Q.M.
La Corte dichiara estinto il giudizio.
Compensa integralmente tra le parti le spese processuali.
Così deciso in Roma, il 18/06/2025.