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Estinzione del giudizio per definizione agevolata: il caso

Un gruppo societario ha impugnato un avviso di accertamento IRES. Durante il contenzioso, le società hanno aderito con successo a una definizione agevolata, versando l’importo dovuto. La Corte di Cassazione ha quindi dichiarato l’estinzione del giudizio per cessazione della materia del contendere, poiché la procedura di sanatoria era stata completata e nessuna delle parti aveva richiesto la prosecuzione del processo entro i termini di legge.

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Pubblicato il 4 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Estinzione del giudizio per definizione agevolata: il caso

L’adesione a una definizione agevolata, comunemente nota come ‘pace fiscale’, può avere un impatto decisivo sui contenziosi tributari in corso. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce come tale adesione possa portare all’estinzione del giudizio per cessazione della materia del contendere. Analizziamo insieme i fatti, le motivazioni della Corte e le implicazioni pratiche di questa importante decisione.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine dall’impugnazione di un avviso di accertamento per IRES relativo all’anno 2007 da parte di un gruppo societario. Le società contestavano la non deducibilità di alcuni costi e di una minusvalenza su una partecipazione. I primi due gradi di giudizio si erano conclusi favorevolmente per le società contribuenti.

Successivamente, l’Agenzia delle Entrate ha proposto ricorso per Cassazione. Tuttavia, nel corso del giudizio, le società hanno deciso di avvalersi della definizione agevolata delle controversie tributarie, prevista dal D.L. n. 119/2018. A tal fine, hanno presentato la relativa domanda e versato l’intero importo dovuto in un’unica soluzione.

Il percorso verso l’estinzione del giudizio

La chiave di volta della decisione è l’avvenuta adesione alla sanatoria fiscale. La legge (art. 6 del d.l. n. 119/2018) stabilisce che, una volta perfezionata la definizione agevolata e in assenza di un diniego da parte dell’Amministrazione finanziaria, il processo si estingue.

La norma prevedeva un termine, fissato al 31 dicembre 2020, entro il quale una delle parti avrebbe potuto presentare un’istanza per la trattazione del caso. Nel caso di specie, nessuna delle parti ha manifestato tale volontà. Di conseguenza, il decorso di questo termine senza alcuna azione ha determinato l’automatica estinzione del giudizio.

Le Motivazioni della Corte

La Corte di Cassazione, presa visione della documentazione prodotta dalle società (domanda di definizione e ricevuta di pagamento), ha constatato il perfezionamento della procedura di definizione agevolata. I giudici hanno rilevato che, non essendo intervenuto alcun diniego da parte dell’Agenzia delle Entrate e non essendo stata presentata alcuna istanza di trattazione entro il termine perentorio del 31 dicembre 2020, il processo si era di fatto estinto.

La Corte ha quindi formalizzato questa situazione, dichiarando l’estinzione del giudizio per cessazione della materia del contendere. Le spese legali sono state poste a carico di chi le aveva anticipate, come prassi in questi casi. Inoltre, la Corte ha specificato che non sussistevano i presupposti per il versamento di un ulteriore importo a titolo di contributo unificato da parte della ricorrente.

Le Conclusioni

Questa ordinanza conferma un principio procedurale fondamentale nel diritto tributario: l’adesione a una definizione agevolata, se perfezionata correttamente, rappresenta una via d’uscita definitiva dal contenzioso. L’estinzione del giudizio non è una decisione discrezionale del giudice, ma una conseguenza automatica prevista dalla legge quando si verificano determinate condizioni: il pagamento, l’assenza di diniego e l’inerzia delle parti nel chiedere la prosecuzione della causa. Per i contribuenti, ciò significa che la pace fiscale non solo chiude la pendenza con il fisco, ma pone anche fine al processo, con un notevole risparmio di tempo e risorse legali.

Cosa succede a un processo tributario se il contribuente aderisce a una definizione agevolata?
Se la procedura di definizione agevolata si perfeziona con il pagamento e non interviene un diniego da parte dell’Amministrazione Finanziaria, il processo si estingue per cessazione della materia del contendere, a condizione che nessuna delle parti chieda di proseguire il giudizio entro i termini previsti dalla legge.

Chi paga le spese legali in caso di estinzione del giudizio per definizione agevolata?
Secondo quanto deciso dalla Corte, le spese restano a carico della parte che le ha anticipate. Non vi è una condanna alle spese per la parte soccombente, poiché il giudizio si chiude senza una decisione sul merito.

Qual era il termine decisivo che ha portato all’estinzione del processo in questo caso?
Il termine decisivo era il 31 dicembre 2020. Poiché entro tale data nessuna delle parti ha presentato un’istanza per la fissazione dell’udienza di trattazione, il processo si è considerato estinto per legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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