Ordinanza di Cassazione Civile Sez. 5 Num. 107 Anno 2025
Civile Ord. Sez. 5 Num. 107 Anno 2025
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data pubblicazione: 04/01/2025
Avv. Acc. IRPEF 2006
ORDINANZA
sul ricorso iscritto al n. 19440/2016 R.G. proposto da: NOME, NOME, nella qualità di eredi di NOME. NOME, elettivamente domiciliate in INDIRIZZO, presso lo studio dell’avvocato COGNOME NOME (CODICE_FISCALECODICE_FISCALE che li rappresenta e difende EMAIL
-ricorrenti –
contro
RAGIONE_SOCIALE, in persona del Direttore pro tempore , con sede in Roma, INDIRIZZO, rappresentata e difesa dall’RAGIONE_SOCIALE, con domicilio legale in Roma, INDIRIZZO, presso l’RAGIONE_SOCIALE.
-controricorrente –
nonché contro
RAGIONE_SOCIALE, già RAGIONE_SOCIALE, in persona del legale rappresentante pro tempore, con sede in RomaINDIRIZZO, rappresentata e difesa dall’AVV_NOTAIO ed elettivamente
domiciliata presso lo studio dell’AVV_NOTAIO in INDIRIZZO.
-controricorrente –
Avverso la sentenza RAGIONE_SOCIALE COMM.TRIB.REG. CAMPANIA n. 4644/49/2016, depositata in data 18 maggio 2015.
Udita la relazione svolta nella camera di consiglio del 12 dicembre 2024 dal AVV_NOTAIO NOME COGNOME.
Rilevato che:
Con ricorso notificato e depositato presso la C.t.p. di Napoli in data 14.12.2012 il ricorrente, AVV_NOTAIO, impugnava, le intimazioni di pagamento nn. 07120129014400762000, NUMERO_CARTA, NUMERO_CARTA e NUMERO_CARTA, relative a precedenti cartelle di pagamento aventi ad oggetto il mancato pagamento di IRPEF, IRAP e IVA con riferimento agli anni d’imposta 2000, 2002, 2003 e 2004, dichiarando di non aver mai ricevuto le cartelle di pagamento poste a base RAGIONE_SOCIALE intimazioni; si costituivano in giudizio sia RAGIONE_SOCIALE, sottolineando la propria mancanza di legittimazione passiva, sia l’RAGIONE_SOCIALE, chiedendo conferma del proprio operato. 2. La C.t.p. di Napoli, con sentenza n. 20186/01/2014, accoglieva il
ricorso del contribuente.
3 . Contro tale sentenza proponeva appello l’RAGIONE_SOCIALE dinanzi la C.t.r. RAGIONE_SOCIALE RAGIONE_SOCIALE; si costituivano sia RAGIONE_SOCIALE, chiedendo la riforma RAGIONE_SOCIALE sentenza impugnata, sia il contribuente, chiedendo invece conferma RAGIONE_SOCIALE sentenza.
Con sentenza n. 4644/49/2016, depositata in data 18 maggio 2015, la C.t.r. adita accoglieva il gravame dell’Ufficio.
Avverso la sentenza RAGIONE_SOCIALE C.t.r. RAGIONE_SOCIALE RAGIONE_SOCIALE, il contribuente ha proposto ricorso per cassazione affidato a quattro motivi. L’RAGIONE_SOCIALE ed RAGIONE_SOCIALE hanno resistito con controricorso.
La causa è stata trattata nella camera di consiglio del 12 dicembre 2024.
Considerato che:
Con il primo motivo di ricorso, così rubricato: «Violazione e o falsa applicazione degli artt. 345 cod. proc. civ. e 32 e 58 D.lgs. 31 dicembre 1992, n. 546 per avere la RAGIONE_SOCIALE, sede di Napoli, dato ingresso a documenti depositati solo in grado d’appello dall’RAGIONE_SOCIALE e mai prodotti durante il giudizio di primo grado, in relazione all’art. 360, primo comma, n. 3, cod. proc. civ.» il contribuente lamenta l’ error in iudicando nella parte in cui, nella sentenza impugnata, la C.t.r. ha ammesso il deposito da parte dell’RAGIONE_SOCIALE di documenti non prodotti nel corso del giudizio di primo grado e consistenti nelle relate di notifica RAGIONE_SOCIALE cartelle sottostanti alle impugnate intimazioni di pagamento, con conseguente tardività ed irritualità del detto deposito.
1.2. Con il secondo motivo di ricorso, così rubricato: «Violazione e/o falsa applicazione dell’art. 39 D.lgs. n. 546/92 e dell’art. 222 cod. proc. civ., per omessa sospensione del giudizio in ragione di querela di falso e/o per omesso interpello dell’ente impositore circa la sua intenzione di avvalersi dei documenti la cui sottoscrizione risultava contestata e/o dell’art. 2697 cod. civ., per avere erroneamente ritenuto regolare e provata la notifica RAGIONE_SOCIALE cartelle contestate, il tutto in relazione all’art. 360, primo comma, n. 3, cod. proc. civ.» il contribuente lamenta l’ error in iudicando nella parte in cui, nella sentenza impugnata, la C.t.r. non ha stabilito la, pur richiesta, sospensione del giudizio ai fini RAGIONE_SOCIALE presentazione RAGIONE_SOCIALE querela di falso, così come non ha rilevato omesso interpello dell’RAGIONE_SOCIALE, circa la sua intenzione di avvalersi dei documenti dalla contestata autenticità, nonostante espressa richiesta del contribuente, riformulata anche in udienza.
1.3. Con il terzo motivo di ricorso, così rubricato: «Violazione dell’art. 116 cod. proc. civ. e dell’art. 118, primo comma, disp. att.
cod. proc. civ., per omesso esame del certificato di residenza storico depositato ad abundantiam dal contribuente, in relazione all’art. 360, primo comma, n. 3, cod. proc. civ., nonché omesso esame circa un fatto decisivo, comunque di natura aggiuntiva per il giudizio -ossia mancata disamina del suddetto certificato di residenza storico – in relazione all’art. 360, primo comma, n. 5, cod. proc. civ.» il contribuente lamenta l’ error in iudicando e l’omesso esame di un fatto decisivo per il giudizio nella parte in cui, nella sentenza impugnata, la C.t.r. ha omesso l’esame del certificato di residenza storico depositato dal contribuente ed attestante che alla data del primo marzo 2007 questi, unitamente ai propri familiari, non era più residente nei luoghi risultanti dalle relate di notifica, a riprova dell’assoluta falsità RAGIONE_SOCIALE attestazioni in esse contenute.
1.4. Con il quarto motivo di ricorso, così rubricato: «Violazione dell’art. 7 L. 20 novembre 1982, n. 890 e dell’art. 60 d.P.R. 29 settembre 1973, n. 600, primo comma, lett. b-bis ), con contestuale falsa applicazione dell’art. 26 d.P.R. 29 settembre 1973, n. 602 e conseguente violazione dell’art. 25 del d.P.R. n. 602 del 1973 in relazione all’art. 360, primo comma, n. 3, cod. proc. civ.» il contribuente lamenta l’ error in iudicando nella parte in cui, nella sentenza impugnata, la C.t.r., pur rilevando che l’incarico alle notifiche è stato affidato a società di inoltro postale privata (tale RAGIONE_SOCIALE), ha ritenuto di riconoscere ai relativi messi notificatori la veste di pubblici ufficiali e agli atti compiuti da questi ultimi persino la pubblica fede fino a querela di falso, nel mentre il servizio di notifica a mezzo posta, per fermo orientamento di codesta Suprema Corte, può essere svolto unicamente dal c.d. ‘servizio postale universale’, affidato esclusivamente al servizio reso dalle Poste RAGIONE_SOCIALE e a nessun altro soggetto.
Va premesso che in data 25 novembre 2024, NOME ed NOME COGNOME, eredi dell’avvocato COGNOME, originario contribuente
e nelle more deceduto, con atto sottoscritto da entrambe e dal loro difensore, hanno depositato dichiarazione di rinuncia al ricorso con formale comunicazione all’RAGIONE_SOCIALE ed all’RAGIONE_SOCIALE a mezzo Pec e richiesta di estinzione del giudizio con compensazione RAGIONE_SOCIALE spese di lite, allegando certificato di morte.
Pertanto – in considerazione del fatto che la qualità di uniche eredi RAGIONE_SOCIALE rinuncianti non risulta contestata dagli uffici erariali cui la rinuncia è stata formalmente comunicata -può dichiararsi l’estinzione del giudizio ai sensi dell’art. 390, ultimo comma, cod. proc. civ. con compensazione RAGIONE_SOCIALE spese di lite.
P.Q.M.
La Corte dichiara estinto il giudizio.
Compensa le spese.
Così deciso in Roma il 12 dicembre 2024.