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Estinzione del giudizio: la prima rata non basta

Una società aveva aderito alla definizione agevolata di un debito tributario, pagando la prima rata. La Commissione Tributaria Regionale aveva dichiarato l’estinzione del giudizio in corso. L’Amministrazione Finanziaria ha impugnato la decisione. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, stabilendo che l’estinzione del giudizio è subordinata al pagamento integrale di tutte le somme dovute e non al solo versamento della prima rata. Fino al saldo finale, il processo è solo sospeso.

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Pubblicato il 4 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Estinzione del Giudizio per Rottamazione: Pagare la Prima Rata Non Basta

Con l’ordinanza n. 6045 del 2024, la Corte di Cassazione ha chiarito un punto fondamentale riguardo la estinzione del giudizio tributario in caso di adesione alla definizione agevolata, nota come “rottamazione”. Il principio affermato è netto: il pagamento della sola prima rata non è sufficiente a chiudere il contenzioso, ma ne determina unicamente la sospensione. L’estinzione vera e propria è subordinata al saldo integrale del debito.

I Fatti del Caso: Dalla Cartella alla Rottamazione-ter

Una società a responsabilità limitata riceveva una cartella di pagamento per oltre 42.000 euro a titolo di IRES, IVA, sanzioni e interessi. La società impugnava l’atto davanti alla Commissione Tributaria Provinciale, ottenendo un accoglimento parziale.
L’Amministrazione Finanziaria proponeva appello e, durante questo secondo grado di giudizio, la società aderiva alla procedura di definizione agevolata (c.d. “rottamazione-ter”) prevista dal D.L. n. 119/2018. A seguito della prova del pagamento della prima rata, la Commissione Tributaria Regionale dichiarava estinto il giudizio. Ritenendo errata tale decisione, l’Amministrazione Finanziaria ricorreva per cassazione.

La Questione Giuridica: Quando si verifica l’estinzione del giudizio?

Il nodo della controversia era stabilire se l’adesione alla definizione agevolata e il pagamento della prima rata fossero sufficienti a determinare la fine del processo. Secondo la Commissione Tributaria Regionale, questo primo adempimento bastava a chiudere la lite. L’Amministrazione Finanziaria, al contrario, sosteneva che la legge richiedesse il perfezionamento della definizione, ovvero il pagamento di tutte le somme dovute, per poter dichiarare l’estinzione.

Le Motivazioni della Cassazione: La legge sull’estinzione del giudizio

La Corte di Cassazione ha dato pienamente ragione all’Amministrazione Finanziaria, accogliendo il suo ricorso. I giudici hanno analizzato l’art. 3, comma 6, del D.L. n. 119/2018, norma che disciplina gli effetti della definizione agevolata sui giudizi pendenti.
La legge prevede che il contribuente, nella dichiarazione di adesione, si impegni a rinunciare ai giudizi. A seguito della presentazione di tale dichiarazione, il giudice sospende il processo. Tuttavia, la norma specifica chiaramente che: “L’estinzione del giudizio è subordinata all’effettivo perfezionamento della definizione e alla produzione, nello stesso giudizio, della documentazione attestante i pagamenti effettuati”.
Questo significa che la semplice adesione e il pagamento parziale (anche solo della prima di 18 rate possibili) non sono sufficienti. Il perfezionamento si ha solo con il saldo integrale. Fino a quel momento, il processo rimane in uno stato di quiescenza, ovvero sospeso, ma non estinto. Se il contribuente dovesse interrompere i pagamenti, il giudice, su istanza di parte, revocherebbe la sospensione e il processo riprenderebbe il suo corso.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche per i Contribuenti

La decisione della Cassazione stabilisce un principio fondamentale a tutela sia dell’erario sia della certezza del diritto. I contribuenti che aderiscono a piani di rateizzazione e definizione agevolata devono essere consapevoli che il contenzioso pendente non si chiude automaticamente. L’estinzione del giudizio è il punto di arrivo di un percorso che si conclude solo con il pagamento dell’ultima rata. Fino a quel momento, il processo è “congelato” ma può essere riattivato in caso di inadempimento. Pertanto, è essenziale conservare tutta la documentazione dei versamenti per poterla produrre in giudizio al momento opportuno e ottenere così la definitiva declaratoria di estinzione.

Aderire alla “rottamazione-ter” e pagare la prima rata provoca l’estinzione del giudizio tributario in corso?
No, la legge prevede che il giudizio venga solo sospeso in attesa del completamento dei pagamenti. L’estinzione del giudizio è subordinata all’effettivo e integrale pagamento di tutte le rate dovute.

Cosa succede se un contribuente smette di pagare le rate della definizione agevolata?
Se il pagamento non viene completato, il giudice, su istanza di una delle parti, revoca la sospensione del processo, che quindi riprende il suo corso. La definizione agevolata perde i suoi effetti e la lite prosegue.

Quale documento è necessario produrre in giudizio per ottenere la dichiarazione di estinzione?
Per ottenere la declaratoria di estinzione del giudizio, è necessario produrre la documentazione che attesti l’avvenuto e integrale pagamento di tutte le somme dovute secondo il piano di definizione agevolata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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