LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Estinzione del giudizio: la pace fiscale in Cassazione

Una società ha impugnato un avviso di accertamento IVA fino in Cassazione. Durante il processo, le parti hanno aderito alla definizione agevolata delle controversie (pace fiscale). La Corte ha quindi dichiarato l’estinzione del giudizio, applicando la normativa che prevede la chiusura del processo in caso di adesione a tale procedura, senza decidere nel merito della questione.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 13 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Estinzione del giudizio: la Cassazione chiude il caso con la Pace Fiscale

L’istituto della definizione agevolata, comunemente noto come ‘pace fiscale’, rappresenta uno strumento cruciale per risolvere le controversie pendenti tra contribuenti e Amministrazione Finanziaria. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione illustra perfettamente come l’adesione a questa procedura porti all’estinzione del giudizio, anche quando questo è giunto al suo grado più alto. Analizziamo insieme i dettagli di questa decisione.

I fatti del caso

Una società a responsabilità limitata si è trovata a contestare un avviso di accertamento relativo all’IVA per l’anno 2013. La controversia ha attraversato i vari gradi di giudizio: in primo grado, la Commissione Tributaria Provinciale ha respinto il ricorso della società. Successivamente, anche l’appello presentato davanti alla Commissione Tributaria Regionale è stato rigettato.

Non arrendendosi, la società ha deciso di portare la questione davanti alla Corte di Cassazione, presentando un ricorso basato su quattro distinti motivi. Tuttavia, durante la pendenza del giudizio di legittimità, è intervenuto un fatto nuovo e decisivo.

La richiesta di estinzione del giudizio tramite definizione agevolata

Approfittando delle disposizioni della Legge n. 197 del 2022, la società ricorrente ha presentato istanza per aderire alla definizione agevolata della controversia. A supporto della sua richiesta, ha allegato la documentazione necessaria, inclusa la prova del versamento della prima rata dovuta.

Anche l’Agenzia delle Entrate, in qualità di controricorrente, ha confermato di aver aderito alla medesima procedura, depositando la domanda presentata a tale scopo. Con l’accordo di entrambe le parti sulla via della ‘pace fiscale’, la palla è passata alla Corte per la decisione finale sul processo.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione, nel prendere la sua decisione, non è entrata nel merito dei motivi del ricorso, ma si è limitata a prendere atto della volontà delle parti di avvalersi della definizione agevolata. Il ragionamento dei giudici si fonda direttamente sulla normativa di riferimento, in particolare sulla Legge n. 197 del 2022.

L’articolo 1, comma 198, di tale legge stabilisce chiaramente che, nelle controversie pendenti, il processo è dichiarato estinto con ordinanza qualora venga depositata la copia della domanda di definizione e la prova del versamento degli importi dovuti (o della prima rata).

Di conseguenza, la Corte ha agito in conformità a tale disposizione, dichiarando l’estinzione del giudizio. Questa declaratoria ha importanti conseguenze procedurali: esime la Corte dal pronunciarsi sui motivi del ricorso e, soprattutto, esclude l’applicazione della norma che obbliga la parte soccombente a versare un ulteriore importo pari al contributo unificato già pagato.

Le conclusioni

La decisione in esame conferma la piena operatività degli strumenti di pace fiscale come causa di estinzione del giudizio tributario in ogni stato e grado, compreso quello di legittimità. Per il contribuente, ciò significa poter chiudere definitivamente una controversia, evitando i rischi e i costi di un lungo processo, senza attendere una sentenza sul merito che potrebbe essere sfavorevole. Per l’Amministrazione Finanziaria, rappresenta un modo per incassare somme certe e ridurre il carico dei contenziosi. L’ordinanza chiarisce inoltre un punto fondamentale: le spese processuali restano a carico della parte che le ha anticipate, e non vi sono sanzioni aggiuntive come il raddoppio del contributo unificato, rendendo la definizione agevolata una via ancora più vantaggiosa per porre fine alle liti con il fisco.

Cosa succede a un processo tributario se le parti aderiscono alla definizione agevolata (pace fiscale)?
Il processo viene dichiarato estinto. La Corte non decide sul merito della questione, ma si limita a prendere atto della volontà delle parti di risolvere la controversia tramite la procedura agevolata, chiudendo formalmente il giudizio.

In caso di estinzione del giudizio per definizione agevolata, chi paga le spese processuali?
Le spese del processo restano a carico della parte che le ha anticipate. Non vi è una condanna alle spese a favore di una delle parti, poiché il giudizio si chiude senza un vincitore o un vinto nel merito.

Se il giudizio si estingue per adesione alla pace fiscale, la parte che ha fatto ricorso deve pagare il doppio del contributo unificato?
No. La declaratoria di estinzione del processo esclude l’applicabilità dell’articolo 13, comma 1-quater, del d.P.R. 115/2002. Pertanto, la parte che ha impugnato non è tenuta a versare l’ulteriore somma pari al contributo unificato, anche se nei precedenti gradi di giudizio era risultata soccombente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati