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Estinzione del giudizio: la pace fiscale in Cassazione

Una società holding impugna un avviso di accertamento per responsabilità solidale sui debiti di una società cancellata. In Cassazione, aderisce alla definizione agevolata (c.d. pace fiscale). La Corte, preso atto del perfezionamento della procedura, dichiara l’estinzione del giudizio, chiudendo la lite per intervenuta sanatoria senza decidere nel merito della controversia.

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Pubblicato il 19 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Estinzione del Giudizio per Pace Fiscale: Un Caso Pratico in Cassazione

L’ordinanza in esame offre un chiaro esempio di come gli strumenti di definizione agevolata, comunemente noti come ‘pace fiscale’, possano intervenire in un contenzioso tributario e condurlo alla sua conclusione anticipata. In questo caso, la Corte di Cassazione dichiara l’estinzione del giudizio a seguito dell’adesione della società ricorrente alla sanatoria prevista dalla legge, senza entrare nel merito delle complesse questioni fiscali sottostanti. Analizziamo i dettagli della vicenda per comprendere le implicazioni di tale decisione.

I Fatti del Contenzioso Tributario

La controversia nasce da una serie di avvisi di accertamento emessi dall’Agenzia delle Entrate. L’Amministrazione Finanziaria contestava a una società (poi cessata) di aver evaso imposte per diversi anni, utilizzando un meccanismo fraudolento basato su fatture per operazioni inesistenti. L’obiettivo era quello di detrarre indebitamente l’IVA e dedurre costi fittizi.

La pretesa fiscale non si era fermata alla società originaria. Ai sensi dell’art. 36 del d.P.R. n. 602/1973, l’Agenzia aveva esteso la responsabilità per il pagamento delle imposte evase anche ai soci, tra cui una società holding. Si contestava, inoltre, che il liquidatore della società cessata avesse distratto beni sociali a favore dei soci attraverso un trust, svuotando il patrimonio della società a danno dell’Erario.

La società holding, ritenendo illegittima la pretesa, aveva impugnato l’avviso di accertamento. Dopo essere risultata soccombente sia in primo che in secondo grado, aveva proposto ricorso per cassazione.

La Decisione della Corte: l’Effetto della Pace Fiscale sul Processo

Durante il giudizio in Cassazione, si verifica l’evento decisivo: la società ricorrente presenta domanda di definizione agevolata delle controversie pendenti, secondo quanto previsto dall’art. 6 del D.L. n. 119/2018. Questa mossa strategica cambia completamente le sorti del processo.

L’Adesione alla Sanatoria e la Conferma dell’Agenzia

La società ha documentato di aver presentato le domande di definizione per i vari avvisi di accertamento e di aver effettuato i pagamenti dovuti, come la prima rata per uno degli avvisi. L’Agenzia delle Entrate, a sua volta, ha depositato delle note in cui confermava il corretto perfezionamento della procedura di definizione agevolata per il contenzioso in oggetto.

La Dichiarazione di Estinzione del Giudizio

Di fronte a questa situazione, la Corte di Cassazione non ha potuto fare altro che prendere atto della cessata materia del contendere. Quando una lite tributaria viene definita tramite gli strumenti di ‘pace fiscale’, il processo in corso perde la sua ragion d’essere. La Corte, quindi, non entra nel merito della presunta frode fiscale o della legittimità degli atti impositivi, ma si limita a dichiarare formalmente la fine del procedimento legale.

Le Motivazioni della Corte

La motivazione dell’ordinanza è di natura puramente procedurale. La Corte spiega che il perfezionamento della definizione agevolata, confermato da entrambe le parti, determina l’estinzione del giudizio. La legge stessa, infatti, collega alla positiva conclusione della procedura di sanatoria l’abbandono della lite pendente. La controversia è risolta non da una sentenza, ma da un accordo tra contribuente e Fisco mediato dalla legge. Le spese processuali, come da prassi in questi casi, restano a carico della parte che le ha anticipate, ovvero la società che ha scelto di aderire alla definizione agevolata.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale nell’ambito del diritto tributario: la definizione agevolata è uno strumento potente per chiudere le liti con il Fisco in modo definitivo. Per il contribuente, rappresenta una via d’uscita da contenziosi lunghi, costosi e dall’esito incerto. Sebbene comporti il pagamento di una parte del debito, offre la certezza della chiusura della pendenza, eliminando il rischio di una condanna al pagamento di importi maggiori, comprensivi di sanzioni e interessi. Per l’Amministrazione Finanziaria, è un modo per incassare somme in tempi rapidi, evitando ulteriori gradi di giudizio. La decisione della Cassazione conferma che, una volta perfezionata la sanatoria, l’effetto estintivo sul processo è automatico e inevitabile.

Cosa succede a un processo tributario se il contribuente aderisce a una ‘pace fiscale’?
Il processo si estingue. La Corte, verificato il corretto perfezionamento della procedura di definizione agevolata (o ‘pace fiscale’), dichiara la fine del giudizio senza decidere chi avesse ragione o torto nel merito della questione.

Chi paga le spese legali in caso di estinzione del giudizio per definizione agevolata?
Le spese legali restano a carico della parte che le ha anticipate. In questo caso, la società che ha aderito alla sanatoria deve sostenere i propri costi legali, poiché è stata sua l’iniziativa che ha portato all’estinzione del processo.

La Corte di Cassazione ha deciso se la pretesa dell’Agenzia delle Entrate fosse legittima?
No. A seguito dell’adesione alla definizione agevolata, la Corte non ha esaminato il merito della controversia. La sua decisione è stata puramente procedurale, limitandosi a dichiarare l’estinzione del giudizio perché la lite era stata risolta tramite la sanatoria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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